Una straniera in casa

di Barbara Toma

Sembrava una missione impossibile, invece la nostra stanza deposito, anche detta stanza dei mostri, è ora un’accogliente stanza da letto abitata da una quarta componente della famiglia.

 

Era da tanto che desideravo accogliere in casa una ragazza alla pari e non è stato facilissimo trovarne una.

 

Nonostante tutto, una volta presa la decisione, la mia felicità è stata offuscata da uno stato di agitazione e tanta, troppa ansia…

Nei giorni precedenti il suo arrivo ero sempre più preoccupata: e se non ci fosse piaciuta? E se si fosse rivelata inaffidabile? E se, dopo tutto questo tempo da sola in casa con due bimbe, io non fossi più in grado di gestire la presenza di un’altra persona 24 ore su 24? Di notte poi incubi con scene horror degne dei migliori thriller, in cui mi svegliavo al buio per trovarmi accanto una ragazzina con un coltello da cucina in mano, oppure cercavo le mie figlie, rapite per essere sacrificate in lugubri riti satanici… E altri sogni raccapriccianti, di cui non voglio neanche parlare.

Come se non bastasse, poi, a tutto questo si aggiungevano i commenti di amici e parenti:

‘Attenta a chi ti metti in casa!’

‘Ma perché Polacca?’

‘Ma come farai se non parlerà italiano?’

‘E se fosse interessata solo a venire qui per trovare un uomo e poi lasciarti?’

 

Oggi sono 2 settimane che con noi vive Justyna, la ragazza alla pari polacca, e per fortuna posso dire che il suo arrivo ha già portato con sé tanti cambiamenti positivi e la conferma di alcune cose di cui è bene ricordarsi, di tanto in tanto.

 

In primo luogo mi ha permesso di prendere consapevolezza, e quindi di liberarmi, del mio ennesimo pregiudizio. Infatti, per qualche motivo, avevo inconsapevolmente deciso che una ragazza alla pari fosse molto dolce, ma poco istruita e, nel migliore dei casi, un po’ infantile e tendenzialmente superficiale. Pregiudizio subito spazzato via dall’arrivo di Justyna.

Una ventenne sensibile, politicamente impegnata, con un ottimo livello di cultura generale, tanti interessi e altrettanti progetti per il futuro.

Come al solito, quella superficiale sono risultata essere io.

 

La sua presenza qui mi ha ribadito l’importanza dell’incontro con l’altro, e il valore che ha vivere a contatto con un diverso da te. Qualcuno di un’altra generazione, di una altro Paese, con una diversa cultura, che parla una lingua diversa…

Sto imparando delle nuove ricette, le mie figlie si addormentano con le ninna nanne polacche e iniziano a farsi capire in inglese, e stiamo tutte scoprendo tante cose su luoghi a noi sconosciuti…

 

Justyna mi racconta di un Paese molto religioso, con una forte cultura patriarcale, dove ancora oggi ha più valore la nascita di un bambino rispetto a quella di una bambina, un sistema scolastico molto influenzato dalla religione ma anche incredibilmente esigente e un governo di estrema destra che controlla stampa e tv di Stato e ha messo in ginocchio il sistema giudiziario (secondo il Presidente del Partito Popolare Europeo Joseph Daul, il governo polacco sta mettendo a repentaglio i valori alla base del diritto dell’UE, specialmente l’indipendenza della giustizia e la chiara separazione dei poteri).

 

E alla fine, purtroppo, più parlo con lei, più scopro che tra la Polonia super cattolica e nazifascista e l’Italia giallo-verde non ci sono poi così tante differenze (e rischiano di diventare sempre meno).

 

Arriveremo anche noi a vietare l’aborto e vedere le nostre giovani donne morire per aver provato ad abortire in maniera casalinga? Arriveremo anche noi a sentirci dire che non si può abortire nemmeno in caso di feto malato?

Arriveremo ad avere un sistema giudiziario di parte e subordinato?

 

Per fortuna, oltre alla bellezza della condivisione e dell’incontro con l’altro, Justyna mi ha portato la bellezza della speranza.

 

In Polonia sempre più giovani si uniscono alle lotte per ribellarsi all’attuale governo.

 

Justyna stessa vive in una città di provincia in mezzo ai monti, Rzeszow, ma, dal momento che nella sua città sembra esserci poco interesse a manifestare dissenso (cosa che mi ricorda tanto un’altra città di provincia… in Puglia!) si prende la briga di raggiungere altre città per manifestare, urlando JUSTITIA per ribellarsi al controllo sul sistema giudiziario, o unendosi al coro di un movimento di donne chiamato DZIEWUCHY DZIEWUCHOM (ragazze per le ragazze) che da anni organizza azioni di propaganda pro-aborto e la CZARNY PROTEST (la marcia nera) in cui quest’anno, per la seconda volta, migliaia di donne hanno sfilato per Varsavia colorando di nero le strade con i loro vestiti, cappelli, ombrelli e palloncini neri, perché a lutto dopo la morte dei diritti delle donne.

 

E allora mi piace pensare che i giovani che io non vedo in strada qui a Lecce siano come lei e abbiano semplicemente deciso di raggiungere altre città, per unirsi alle migliaia di studenti scesi in piazza a protestare.

 

Ho riso di cuore nel vedere Justyna alle prese con le diverse parti che compongono una moka da caffè senza riuscire a venirne a capo, e sorrido pensando ai tanti giovani, in Polonia, nel mondo e qui da noi, che possono riaccendere le mie speranze.

 

 

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One Thought to “Una straniera in casa”

  1. Valentina

    Fossero solo l’italia E la Polonia, purtroppo c’e Un ritorno alla repressione nazi-patriarcale in gran parte del mondo e noi siamo distratte! Brava Barbara che ogni tanto c’è lo ricordi!

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