Banca BCC e infiltrazioni mafiose, processo “coatto” per la giornalista Pacella

La pm Carmen Ruggiero aveva chiesto l’archiviazione. Il gip ha disposto l’imputazione coatta e il processo senza passare dall’udienza preliminare

Si aprirà tra poche ore – 9.30 del 24 ottobre 2018 -, presso la sezione penale del tribunale di Lecce, il processo per diffamazione a carico di Fabiana Pacella, collega professionista e firma de Il Tacco d’Italia, rinviata a giudizio per diffamazione con imputazione coatta* il 6 giugno 2017 insieme al collega Stefano Elli de IlSole24Ore. Entrambi sono stati querelati nel 2016 dall’attuale presidente di Bcc Terra d‘Otranto, Flavio Ciurlia di Carmiano, insediatosi a gennaio di quell’anno, per un articolo a doppia firma pubblicato il 30.04.2016 sull’inserto di approfondimento Plus24 de IlSole24Ore, relativo alla pesante inchiesta ancora in corso, che nel 2014 travolse l’istituto di credito.

Ciurlia contestò il titolo “credito malato” riferito alla vicenda giudiziaria in corso precedente il suo insediamento, e l’ipotesi formulata dai colleghi, di un possibile avvicinamento a Bcc da parte di PopBari, all’epoca dei fatti uno dei più grossi istituti di credito del Mezzogiorno. Il presidente fu anche contattato dai colleghi prima della stesura del pezzo, ma non fu possibile reperirlo.

Ma Fabiana Pacella, che segue giornalisticamente l’inchiesta su Bcc da oltre 4 anni su testate diverse, è stata querelata dallo stesso Ciurlia anche per un altro articolo, in due tranches, pubblicato da Formiche.net il 18 marzo 2016 e il 23 marzo 2016.

La gravità dell’intera vicenda, taciuta dalla stampa locale, si ravvisa non già nella querela in sé ma nel rinvio a giudizio diretto, senza udienza preliminare.

Nonostante la richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero Carmen Ruggiero il 22.9.2016, che scriveva “non è chi non veda come la pubblicazione degli accertamenti della Banca d’Italia non si concretizzi in una ingiustificata aggressione all’istituto di credito BCC Terra d’Otranto. Si tratta piuttosto del disvelamento di fatti inerenti alla predetta banca che non possono ritenersi diffamatori sulla scorta delle connotazioni negative che li contraddistinguono”.

Gli ispettori della Banca d’Italia, così come i militari del Ros di Lecce del Gico della Guardia di Finanza, all’epoca vergarono fiumi di contestazioni e irregolarità gravi, che portarono da un lato al commissariamento della banca e dall’altro ad una doppia indagine, per estorsione aggravata da metodo mafioso e per riciclaggio.

Per la prima il 29 ottobre prossimo è fissata l’udienza preliminare a seguito di richiesta di rinvio a giudizio di 10 persone tra politici, esponenti della Sacra Corona Unita, dipendenti di Bcc. Per loro, accusati di reati quali estorsione aggravata da metodo mafioso, tentata concussione e violenza privata, è stata prevista un’udienza preliminare. Per i colleghi giornalisti no, come se ad essere accusati di mafia fossero loro.

Gli attuali quadri dirigenti di Bcc, insediatisi dopo il commissariamento, si sono sentiti diffamati da articoli di stampa nei quali sono stati resi noti dettagli dell’attività investigativa e ispettiva e sono stati fatti collegamenti, sulla scorta di dati oggettivi, tra la vecchia e l’attuale governance, ma non si sono sentiti diffamati dalla bufera giudiziaria che ha sconvolto Bcc e l’universo dei crediti minori.

Fabiana Pacella è difesa dall’avvocato Carlo Gervasi. Stefano Elli da Giancarlo Vaglio. Flavio Ciurlia da Francesco Vergine.

 

*ll GIP – al termine del contraddittorio – ritiene che dalle indagini siano emersi elementi, nei confronti dell’indagato, tali da sostenere un’accusa in giudizio. In tal caso emette ordinanza di imputazione coatta, imponendo al P.M. di formulare un’imputazione «entro dieci giorni».[2][nota 7]

 

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