Ristoranti, pescherie, paninoteche, macellerie della Sacra corona unita: in corso sequestri per 6 milioni

Così ripulivano i soldi della coca spacciata sui lidi a Gallipoli. Sigilli per le attività di Davide Quintana, Saulle Politi e Fabio Rizzo: attività apparentemente legali, ma in realtà depuratori di soldi sporchi

Di Fabiana Pacella

Duro colpo alla sacra corona unita: è in corso da parte dei Carabinieri del ROS e del Comando provinciale di Lecce il sequestro di varie attività commerciali nel Salento, tutte apparentemente legali, facenti capo però a tre noti esponenti dell’organizzazione mafiosa. Il valore delle proprietà colpite dal provvedimento di sequestro è di circa 6 milioni di euro.

Proprietari delle strutture risultano Davide Quintana (a cui fanno capo “Ittica Gallipoli”, rivendita di pesce all’interno del mercato ittico della città, e “Mr Poldo”, paninoteca situata sempre a Gallipoli); Saulle Politi (proprietario del bar “Caffé alla Romana”, a Monteroni, di due sale slot, “Funny slot”, a Monteroni e Trepuzzi, e dell’azienda “Politi caffè”, marchio e commercio all’ingrosso di caffè, a Magliano, frazione di Carmiano: una realtà emergente, che stava conquistando significative fette di mercato); Fabio Rizzo (a cui risultano appartenere due macellerie, “Carni e più”, all’interno dei supermercati Conad di San Pietro Vernotico e Muro Leccese).

I tre, Quintana, Politi e Rizzo, sono legati dall’appartenenza storica alla sacra corona unita: fanno capo a gruppi diversi, ma fanno affari insieme; gli stessi affari scoperti dagli inquirenti e culminati nell’operazione Labirinto di pochi giorni fa, quando in manette sono finiti 33 affiliati. Tra loro proprio Davide Quintana, indicato come referente del clan Padovano, storico gruppo gallipolino, e Saulle Politi e Fabio Rizzo, entrambi affiliati al clan Tornese di Monteroni, altra famiglia di riguardo per la mala locale.

Politi, in particolare, ha legami anche con la ‘ndrangheta, attraverso il clan Mammoliti di San Luca (RC); Fabio Rizzo invece era considerato il vice di un altro Rizzo, Vincenzo, capoclan di un’altra compagine, sempre affiliata ai Tornese.

L’operazione Labirinto ha messo in luce l’intervento diretto del boss Politi a favore di Davide Quintana e della sua Ittica Gallipoli, attività commerciale che permetteva di ripulire i soldi sporchi incassati dallo spaccio di droga nei lidi gallipolini.

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