Centro antiviolenza “Renata Fonte”: vent’anni di “rinascite”

Difesa attiva di donne e minori vittime di violenze domestiche, oltre ai progetti di sensibilizzazione che partono dalle scuole: “Non mi stancherò mai di combattere incuria e indifferenza”, afferma la presidente Maria Luisa Toto

di Ilaria Lia

Il Centro antiviolenza “Renata Fonte” di Lecce festeggia un anniversario importante: vent’anni. Era il 23 novembre 1998 quando si è costituita l’associazione “Donne Insieme” onlus ed è nato il Centro, con lo scopo di intervenire nell’assistenza sociale e socio-sanitaria per donne e minori vittime di abusi e violenze.

Un lungo periodo nel quale il supporto dato alle donne vittime di violenza è stato sempre costante, nonostante le difficoltà che inevitabilmente le volontarie hanno dovuto affrontare. Venti lunghi anni di richieste di aiuto, paure, forti emozioni e le vertigini della felicità nel vedere rifiorire una donna. Nel saperla rinata dopo aver attraversato l’inferno. Le volontarie hanno già in mente un programma per i festeggiamenti, nel frattempo si dividono tra corsi da realizzare a scuola, per sensibilizzare contro la violenza, e nei preparativi della 19esima Festa della Legalità, in programma la prossima settimana, durante la quale, assicurano, ci saranno ospiti davvero importanti.

Francesca Pastore

“In questo momento siamo molto impegnate con gli incontri nelle scuole medie, ci è stato finanziato un progetto dalla Regione e dall’Ambito sociale di Campi Salentina – afferma Francesca Pastore, educatrice del Centro – e stiamo lavorando nei comuni dell’Ambito con il progetto “Presidi di legalità”, suddiviso in tre moduli: nel primo si parla di rispetto delle differenze e violenza di genere; nel secondo di bullismo; nel terzo di emozioni”. Nel pomeriggio, inoltre, sono disponibili in con un punto ascolto, sempre a scuola, rivolto ai ragazzi, genitori e docenti. “Il punto ascolto è aperto anche la mattina per facilitare chi ha difficoltà di venire a scuola di pomeriggio – continua Pastore –. Cerchiamo diverse tecniche per avvicinare e interessare i ragazzi alla riflessione sui temi trattati: attualmente io sto sperimentando la poesia estemporanea e devo dire che con gli alunni, oltre a divertirci, stiamo lavorando molto bene”. Pesa ancora un retaggio, la difficoltà di chiedere aiuto, e

Maria Luisa Toto

quando arriva la telefonata, spesso si ascoltano storie di violenze ripetute per troppo tempo.

 

Ogni storia è uguale e diversa, le emozioni sono tutte forti. Così come emerge dal racconto della presidente Maria Luisa Toto, che descrive come lei e le volontarie siano intervenute nel salvare una donna, gli ultimi giorni dell’anno 2017, momento di festa in cui la solitudine si acuisce per chi già si sente solo.

“Appena è avvenuto l’incontro ci siamo guardate senza parlare, in un silenzio carico di parole e significati. Ci siamo abbracciate e l’abbiamo portata via”: racconta così l’epilogo di una brutta storia di violenza. “Abbiamo messo in salvo una donna, appena maggiorenne. Noi cerchiamo e viviamo la gioiosità, non ci facciamo portare via il sorriso da questi eventi che tentano di abbruttirci. Mentre tutti si dividevano tra veglioni e feste io e le mie colleghe siamo state le persone più fortunate e gioiose delle altre, perché, abbracciate ad una giovanissima donna, abbiamo partorito una nuova vita, quella ragazza è rinata in quel momento. Non dimenticheremo mai quella notte”.

Dopo la segnalazione avvenuta per telefono le volontarie del Centro Renata Fonte hanno incontrato la ragazza e si sono attivate immediatamente per portarla in salvo, lontano da casa. “Questa è la nostra quotidiana attività – continua Toto –. L’abbraccio per noi è proprio l’essenza del dono, della vita, è questa la felicità per me, la rinascita”. La giovane donna è ora al riparo, lontana da casa.

Una volta tranquillizzata, al momento dei saluti la ragazza ha guardato le volontarie che l’hanno salvata e ha affermato: “So solo una cosa, io indietro non ritorno, in quella casa non ritornerò più”. Frase che ha commosso le volontarie che l’hanno accolta. “È stata una forte emozione per noi – conclude Maria Luisa Toto –. Dietro quella storia c’è tutta l’incuria e l’indifferenza che io non mi stancherò mai di combattere. Questa è la mia vita”.

Dopo l’intervento delle volontarie del Centro parte una procedura ben precisa: si attiva la tutela legale e le donne vengono trasferite in posti più sicuri. Lì ci sono altre volontarie a prendersi cura di loro e a farle stare in serenità, a riportarle alla vita normale. La rete di aiuto è forte e sempre ben collegata.

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