Due capiclan in carcere riuscivano a mantenere rapporti con l’esterno e con detenuti in altre carceri italiane. Durante le indagini intercettate anche minacce a PM della Procura di Lecce
Pizzini e telefonate: così i due capiclan Antonio Campana e Raffaele Martena riuscivano a comunicare dalla cella del carcere con affiliati all’esterno e con detenuti in altre carceri italiane; e le redini del gruppo, una frangia della sacra corona unita operante tra Brindisi, Tuturano e Mesagne, erano ben salde nelle loro mani.
La rete è stata smascherata da Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce e. . .