UE, approvate le quattro direttive sull’economia circolare

// SPECIALE STRASBURGO // Passa con 580 voti a favore su 661 il “pacchetto rifiuti-zero”, che ha come relatrice Simona Bonafè (Pd). M5s:”Voto a favore, ma Ue poteva dare di più”

 

Da Strasburgo – Marilù Mastrogiovanni

 

580 voti a favore su 661 votanti: quasi un plebiscito per il “Pacchetto sull’economia circolare”, votato oggi dai Parlamentari europei.  44 i parlamentari contrari a questo cambio di rotta, 37 gli astenuti.

Il Pacchetto prevede una serie di proposte, che ciascuno Stato dovrà recepire, per allineare la gestione e lo smaltimento dei rifiuti urbani nei Paesi europei alle esigenze dell’ambiente, e promuovere un sistema produttivo fondato sulla cosiddetta economia circolare: “meno scarti, più risorse”, il principio base. Con un obiettivo ambizioso: far scendere la quota di rifiuti da smaltire in discarica al 10% entro il 2035 (attualmente la media europea è del 25%: accanto a Paesi virtuosi del Nord Europa come la Danimarca, che conferiscono in discarica solo l’1% degli scarti, riutilizzando o riciclando il resto, ce ne sono altri molto meno attenti all’ambiente, come Malta: il 92% dei rifiuti prodotti sull’isola finisce in discarica).

Simona Bonafè
(© European Union 2017 – Source : EP)

Simona Bonafè (PD), relatrice delle proposte di riforma al Parlamento, così ha commentato: “Il Parlamento Europeo a larghissima maggioranza dice sì all’economia circolare. Finisce un lavoro di tre anni, ma soprattutto inizia per l’Europa una sfida. Fare dei rifiuti non più un costo “per i cittadini ma un valore per l’economia è possibile”.

Critico il Movimento 5 Stelle, che pure ha votato le direttive.

“Abbiamo apprezzato lo sforzo compiuto per la definizione di obiettivi più ambiziosi in termini di raccolta e riciclaggio dei rifiuti, con lo sviluppo di pratiche che mantengono i materiali in circolazione il più a lungo possibile, anche attraverso la lotta agli sprechi, l’impiego di sottoprodotti e nuovi modelli di business che prevedono già in partenza sistemi di responsabilità estesa del produttore e obiettivi per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti urbani – ha commentato la parlamentare Rosa D’Amato – ma avremmo preferito leggere della messa al bando dell’incenerimento, antieconomico e impattante dal punto di vista ambientale”.

“Sì perché i nostri territori, come in Puglia, a Massafra, Modugno – ha ricordato D’Amato – continuano a subire le scelte scellerate di una politica più sensibile agli interessi delle imprese che alla tutela dell’ambiente e della salute, e che permette la costruzione di nuovi inceneritori e presunti nuovi impianti di ossicombustione”.

 

 

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