Lirica Lecce: La Bohème, freschezza della tradizione

di Fernando Greco

(foto di Samuele Vincenti)

 

Circola aria nuova nella stagione lirica leccese grazie all’iniziativa “Opera in Puglia”, nata l’anno scorso nell’ambito di una collaborazione regionale finalizzata a incentivare stabilità e qualità della produzione artistica, con sguardo particolarmente rivolto all’attività dell’Orchestra Sinfonica di Lecce e del Salento (OLES), costituitasi come Cooperativa sulle ceneri della gloriosa Orchestra Tito Schipa. Rimarchevole, a tale riguardo, l’interessamento di Loredana Capone, assessora all’Industria turistica e culturale della Regione Puglia, che ha introdotto la Stagione 2018 con le seguenti parole: “L’opera lirica è la speranza per il futuro della musica e dei suoi talenti. La Puglia è una terra estremamente ricca da questo punto di vista, ma dobbiamo lavorare affinché questi si sentano davvero supportati e valorizzati. Con “Opera in Puglia” la Regione vuole provare a mettere a frutto questo patrimonio”.

Oltre al coinvolgimento del Politeama Greco di Lecce, sempre in prima linea nel sostenere l’attività operistica cittadina, “Opera in Puglia” vedrà quest’anno la partecipazione del teatro Umberto Giordano di Foggia e del Nuovo Teatro Verdi di Brindisi.

 

L’immortale splendore de “La Bohème” di Giacomo Puccini (1858 – 1924) ha inaugurato il cartellone 2018 regalando la magia di una mirabile pagina musicale che continua a tramandare la freschezza dell’età giovanile, l’infinita tenerezza di quell’età beffarda, spensierata e libertina destinata per ognuno a concludersi bruscamente con la constatazione del dolore. Tanta bellezza si è materializzata sulle tavole del Politeama grazie a un team di giovani che ha dato vita a un allestimento di indubbia qualità dal punto di vista scenico e musicale.

Il regista Alessandro Idonea, nel riproporre la messa in scena creata dieci anni fa per la fondazione Petruzzelli di Bari, ha sottolineato che “La nostra Bohème è la storia di un gruppo di ragazzi, della loro leggerezza di vivere, del loro sentirsi padroni del proprio destino. Sino a quando non si scontrano con la dura realtà”. In effetti la resa drammaturgica della vita in soffitta, dai momenti di ridanciana goliardia fino a quelli di straziante disperazione, è stata ottimale sia nel primo sia nel quarto quadro grazie anche alla bravura e alla giovane età degli interpreti, forti di uno stile sempre credibile.

Efficace l’allestimento scenico che prevedeva in ogni quadro la presenza di una passerella posta in discesa davanti all’ambiente principale posto più in alto, sì da amplificare lo spazio praticabile. Meno efficace la movimentazione di coro e comparse in quel meraviglioso affresco musicale costituito dal secondo quadro, croce di ogni regista, momento in cui anche a Lecce non si sapeva bene cosa far fare all’imponente massa di persone presenti in palcoscenico.

 

I PROTAGONISTI

In un cast uniformemente adeguato alle esigenze scenico – vocali dell’opera, si è distinto il soprano Valeria Sepe, incantevole nei panni di Mimì per l’intensità di un’interpretazione tutta giocata sulle nuances di un pregevole timbro di soprano lirico. Il tenore franco-tunisino Amadi Lagha nel ruolo di Rodolfo ha costituito l’autentica rivelazione della serata grazie alla freschezza di un portamento scenico e di un’ugola che, scaldatasi progressivamente durante il primo quadro, ha espresso alla perfezione la giovanile passionalità del suo personaggio. Tenerissimo, all’inizio del quarto quadro, il duetto con il Rodolfo interpretato da Roberto De Candia, ennesima prova di stile per il baritono barese, celebre in ambito internazionale per la brillantezza dei suoi ruoli tratti soprattutto dal repertorio rossiniano.

Non sarà sfuggita ai melomani la sua partecipazione al Gala organizzato pochi giorni fa dalla RAI per il 150° anniversario della scomparsa di Gioachino Rossini, in cui il cantante ha sfoderato ancora una volta la sua irresistibile verve, accompagnato al pianoforte dal valido maestro leccese Michele D’Elia (streaming video della serata sul sito web di RadioRAI).

Il soprano rumeno Diana Tugui ha cesellato il personaggio di Musetta con briosità mai caricaturale, trovando anche i giusti accenti drammatici nell’ultimo quadro. Il basso Dario Russo si è fatto apprezzare nel ruolo di Colline come già nel 2015 al Petruzzelli, riscuotendo il commosso applauso del pubblico dopo la sua intensa “Vecchia zimarra”. Esilarante e spigliato il baritono Italo Proferisce nei panni di Schaunard. Incisivo il baritono Marco Camastra nel duplice ruolo buffo di Benoit e Alcindoro. Molto simpatico il Parpignol tenorile di Federico Buttazzo. Puntuali gli interventi dei due Doganieri interpretati dai baritoni Carlo Provenzano e Giuseppe Tafuro.

 

Ottima la performance dell’Orchestra Sinfonica di Lecce e del Salento diretta per l’occasione da Gianluca Martinenghi alle prese con il caleidoscopico spartito pucciniano, quasi un poema sinfonico di cui è stata evidenziata la ricchezza di sfumature senza mai perdere di vista le ragioni del canto.

 

Il Coro Opera in Puglia istruito da Emanuela Aymone si è fatto notare per impeccabile perizia vocale e adeguata presenza scenica, delizioso il Coro di voci bianche diretto da Luigi Mazzotta.

 

IL CARTELLONE

“La Bohème” sarà al teatro Umberto Giordano di Foggia il 17 aprile, mentre in data 23 aprile sarà allestita nel Nuovo Teatro Verdi di Brindisi.

Disponibile online la guida all’ascolto dell’opera ai seguenti link:

  • www.marilumastrogiovanni.it/introduzione-a-la-boheme-di-fernando-greco/
  • www.radioclassicapugliese.it/index.php/podcast/56-guida-all-ascolto-la-boheme-di-g-puccini-a-cura-di-fernando-greco (versione parlata con brani musicali)

 

Per commemorare il 150° anniversario della scomparsa di Gioachino Rossini “Opera in Puglia” 2018 proseguirà a maggio con “La Cenerentola”: l’11 e il 13 maggio al Politeama Greco di Lecce, il 15 al Nuovo Teatro Verdi di Brindisi e il 17 al teatro Umberto Giordano di Foggia. A ottobre sarà la volta della “Fedora” di Umberto Giordano.

 

 

 

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