Sono qui

Barbara Toma, la nostra Olandese volante, si sta addentrando sempre più nel racconto del suo rapporto di odio e amore col Salento. E comincia a non fare sconti a nessuno

Di Barbara Toma

 

Il più bel regalo mai ricevuto è arrivato per il mio trentacinquesimo compleanno: una bellissima Panda rossa chilometro zero frutto di una mega colletta da parte della mia famiglia paterna (è il lato salentino di me).

 

Essendo cresciuta in Olanda ho passato gran parte della mia vita in sella a una bicicletta, per cui non ho sentito l’esigenza di prendere la patente prima dei 32 anni.

Con la guida è stato amore a primo viaggio.

Guidare in autostrada mi piace così tanto che ho sempre trovato scuse per non dividere il viaggio con nessuno. Adoro quella sensazione di libertà che ti dà avanzare verso l’ignoto, macinare chilometri mentre ascolti la musica che ti pare a tutto volume… che goduria!

L’avevo dimenticato.

Da quando vivo qui il mio rapporto con la macchina è diventato più che altro una fastidiosa necessità. Vivere in campagna, in una città totalmente priva di piste ciclabili sensate, ti costringe a fare tutto in auto. Avere due bimbe piccole non migliora la situazione. Inoltre spostarsi in auto fa parte della condizione del salentino: i chilometri non sono mai stati un problema qui.

Eppure io non sono mai riuscita ad uscire dal Salento facilmente. Se sono in Puglia sono in Salento. Davvero difficile arrivare a pensare come i salentini: spostarsi a Bari giusto per uno spettacolo, andare a Taranto solo per prendere le cozze buone.

 

Questa piccola trasferta a Bari mi ha dato la possibilità di riconnettermi con la mia passione per la strada e abbracciare l’idea che, tutto sommato, Bari non è poi così lontana. Sempre Puglia è! Ma che differenza!

Sono tornata a Lecce decisa a spostarmi più spesso, a macinare più chilometri e anche a riprendere un’abitudine molto allegra e salutare: cantare a squarciagola.

 

I paesaggi pugliesi e le voci di Etta James e Caparezza sono stati ottimi compagni di viaggio.

L’uno a ricordarmi chi sono, l’altro a ricordarmi dove sono.

 

Sono qui, in questa strana palude che tutto attira e tutto risucchia, in questo posto magico e pericoloso, dove ci si innamora ‘te lu mare, lu sule lu jentu’.

Dove ci si indigna per una scritta sul muro ma mai per la violenza con cui stanno imponendo a questa terra un intervento tanto devastante quanto inutile come la Tap.

Terra restia ad accettare i cambiamenti, anche quelli positivi, come il blocco del traffico la domenica.

Sono qui, dove c’è davvero bisogno di fare una campagna pubblicitaria per spiegare alla gente che non bisogna abbandonare i rifiuti nella natura.

Dove tutto passa attraverso le ‘conoscenze’, anche la scelta del medico di base!

Dove i ricchi del nord Europa investono in immobili e continuano a comprare tutte le masserie disponibili, mentre gli autoctoni scappano via per vivere altrove.

Io sono qui. Dove spesso il teatro è pieno semplicemente perché non ci sono altri eventi.

Dove si preferisce fare affidamento ai nonni ed evitare l’asilo.

Sono qui, dove chiunque può aprire una scuola di danza e chiunque lo fa.

Sono qui dove ti chiedono di allungare il curriculum per avere più chance lavorative.

Sono qui, dove un malato di cuore con poche possibilità di sopravvivenza si sente dire che ha un aspetto troppo buono e che, per ottenere la pensione di invalidità, forse sarebbe meglio aggiungere qualche fastidio alla cartella medica, che ne so, magari qualche reumatismo?!

Sono qui, dove non importa cosa hai fatto, ma cosa dici di saper fare e chi conosci.

Sono qui, al confine con Ionio e Adriatico, qui dove si contano sempre più casi di tumori infantili, qui dove la gente al mattino viene a raccogliere le verdure selvatiche nate su terreni inondati di pattume sopra e con i rifiuti tossici nascosti nel sottosuolo.

Sono qui dove se ti conoscono, sei brava. E se dici che sei famosa, lo sei.

Sono qui dove arrivano 1700 persone per 12 posti di lavoro alle poste.

Qui, dove non arriva l’autostrada e continuano a farci pregare per avere i collegamenti Frecciarossa.

Sono qui tra sconfinate pianure verdi tempestate di fiori gialli e papaveri rossi. E non vedo l’ora di rimettermi in viaggio. E intanto Caparezza avverte:

 

‘Vieni a ballare in Puglia, Puglia, Puglia

Dove la notte è buia, buia, buia

Tanto che chiudi le palpebre e non le riapri più

Vieni a ballare e grattati le palle pure tu che devi ballare in Puglia, Puglia, Puglia

Dove ti aspetta il boia, boia, boia

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