BCC: la video intervista al testimone

Banca di Credito Cooperativo BCC Terra d’Otranto: “FECERO LEVA SU BISOGNO E RICATTI. ALL’INTERNO DELLA BANCA NON POTEVANO NON SAPERE”

Di Fabiana Pacella

 

Un comitato d’affari circolare, fatto di bancari, imprenditori, criminali, politici. Uniti tra loro da un patto tacito – nemmeno tanto –, e dalla ferrea volontà di espugnare la Banca di Credito Cooperativo BCC Terra d’Otranto.

Dino Mazzotta
Dino Mazzotta

Fin qui il quadro, chiaro, delineato dagli investigatori nell’indagine sulle operazioni di voto per il rinnovo del cda della Banca di Credito Cooperativo di Terra d’Otranto, nel Salento.

Ma quali sono stati e quali sono i sentimenti, i pensieri, le paure delle vittime avvicinate da gente di malaffare, per evitare candidature e voti a sostegno della lista concorrente la consorteria che tirava la volata alla presidenza di Dino Mazzotta?

Anche su questo dovrà rispondere il trentanovenne imprenditore del settore turistico con la passione per il mondo dello spettacolo e i balli latino americani (da cui il soprannome “il columbiano”) che ha ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini per il primo filone dell’inchiesta sull’interccio banche – sacra corona unita, assime ad altre otto persone tra le quali il fratello Giancarlo Mazzotta, sindaco di Carmiano (Lecce).

Giancarlo Mazzotta

 

Una vittima rompe il muro del silenzio.

Pur vivendo la paura addosso, anche oggi che l’attività della Procura di Lecce ha prodotto frutti evidenti, racconta la sua drammatica esperienza. Conferma il clima di terrore imbastito dal “cerchio”criminale, per garantire la stessa organizzazione da pericoli interni ed esterni, permeare il territorio dalle penetrazioni investigative di carabinieri e guardia di finanza, garantirsi omertà e da parte delle vittime e da parte del tessuto sociale sano più in generale.

“Sono stato avvicinato e minacciato da certa gente – le parole del testimone – sono una vittima”. E ancora, con riferimento alla campagna elettorale per Bcc nel 2014 “è stata una compravendita di voti – continua -, molti votarono Mazzotta perché avevano paura, si univano il potere politico ed economico e facevano leva sul bisogno, sulle difficoltà economiche delle persone”. Una conferma a denti stretti del collegamento tra consiglio comunale e cda di Bcc: ”era tutta una cosa, la banca forse era un mezzo di pressione ancora più forte, si può essere ricattati più facilmente”. Una stoccata anche agli elementi interni dell’istituto di credito, preposti al controllo: “non potevano non sapere”.

Paura? Connivenza? L’ultima parola a riguardo spetta all’autorità inquirente. Sul clima che si respira a Carmiano, oggi, come quattro anni fa: “non è cambiato nulla, la gente non ce la fa più”.

 

LE PRECEDENTI PUNTATE DELL’INCHIESTA DI FABIANA PACELLA:

 

 

 

 

 

 

Leave a Comment