Il libro di Claudia De Blasi è il diario dei giorni che hanno portato all’elezione a sindaco di Carlo Salvemini, dopo un ventennio di governo del centrodestra. L’autrice: “Abbiamo riscoperto un senso di comunità che sembrava perduto”
di Francesca Rizzo
Immagini e parole per raccontare una campagna elettorale inusuale, un fermento civico prima che politico, che ha interessato Lecce in occasione delle ultime amministrative: è stato presentato questa sera, presso l’Open Space di Palazzo Carafa, nel cuore del capoluogo salentino, La svolta, il libro realizzato da Claudia De Blasi ed edito da Idea Dinamica (con introduzione di Gabriele De Giorgi e prefazioni di Dario Stefàno e Giuseppe Fornari) che racconta, tra comizi di piazza e cambi di fronte inediti, la lunga campagna elettorale culminata nell’elezione di Carlo Salvemini a sindaco della città.
// LA PRESENTAZIONE La svolta ha esordito a Lecce, in un incontro moderato dalla giornalista Alessandra Lupo. Accanto all’autrice sono intervenuti Carlo Salvemini, Alessandro Delli Noci e il giornalista Gabriele De Giorgi.
Durante la serata, Claudia De Blasi ha ricordato come è nato il progetto de La svolta: dall’idea del giornalista Adolfo Maffei di trasferire su un supporto cartaceo gli scatti diffusi estemporaneamente sui social network durante la campagna elettorale; le foto sono state poi arricchite dalle parole di De Blasi, e disposte “non in ordine cronologico, ma in base a come fluivano in testa i ricordi”, ha raccontato l’autrice. “Il lavoro di una fotografa – ha affermato poi – è facilitato dall’empatia che si crea con le persone. Noi durante quella campagna elettorale abbiamo riscoperto un senso di comunità che sembrava perduto”.
De Blasi non ha dubbi su quale sia la foto che preferisce, tra quelle inserite nel libro; è stata scattata la sera del 25 giugno, all’interno del comitato elettorale di Salvemini, ma non ritrae il neosindaco: ritrae una sua elettrice, immortalata con le braccia alzate, mentre urla: “quelle braccia alzate e quell’urlo – ha affermato De Blasi – rappresentano il riscatto personale che ognuno di noi ha messo nella campagna elettorale”.
“L’esperienza che Claudia racconta è fin dall’inizio una storia collettiva”, ha commentato Carlo Salvemini. “Questo racconto riporta tutti i protagonisti al loro giusto posto, delinea scelte di una campagna elettorale che si è rivelata capace di esprimere l’idea che la politica possa ancora avere senso. Un elemento di orgoglio della nostra campagna elettorale – ha ricordato Salvemini – è stato l’aver restituito fiducia alla parola “politica”.
A queste parole hanno fatto eco quelle di Delli Noci, che nel misurare la forza degli schieramenti ha definito il centrodestra “una corazzata senza quel sogno”.
Un sogno fatto di persone, di civismo, e arricchito da piccoli, significativi particolari: come ha ricordato Gabriele De Giorgi, Carlo Salvemini ha ufficializzato la sua candidatura il 4 febbraio, giorno dell’anniversario della nascita del padre Stefano, altro pezzo importante della storia politica leccese. Non una scelta intenzionale, ma, ha chiarito il sindaco, “una coincidenza che presi come un auspicio”.
Carlo Salvemini: “Questo racconto riporta tutti i protagonisti al loro giusto posto, delinea scelte di una campagna elettorale che si è rivelata capace di esprimere l’idea che la politica possa ancora avere senso”
Inevitabile, durante il confronto, un riferimento agli appuntamenti importanti in agenda: le elezioni politiche del 4 marzo (con Delli Noci che ha smentito una sua candidatura tra le fila del Partito Democratico, sulla quale si vociferava da un po’) e, prima ancora, la pronuncia del Consiglio di Stato, attesa per l’8 febbraio, sull’attribuzione del premio di maggioranza alla giunta di centrosinistra. “Con Alessandro vogliamo verificare la possibilità che un mandato popolare così chiaro possa essere portato avanti”, il commento di Salvemini.
// IL LIBRO Un reportage realizzato da una prospettiva embedded, per citare un termine proprio del giornalismo di guerra: Claudia De Blasi ha vissuto la campagna elettorale militando tra le fila dei sostenitori di Carlo Salvemini, “la più grande campagna di volontari mai vista durante una competizione elettorale – la descrive l’autrice –, una squadra accomunata da una tensione collettiva, che avrebbe percorso “strada per strada”, passo dopo passo, tutti i quartieri della città a partire dalle periferie e dalle Marine, quelle dove vivono migliaia di persone in carne ed ossa, da sempre considerate dalla vecchia politica serbatoi di voti, numeri “sicuri”.
Una corsa, metaforica e reale, che è partita il 4 febbraio, proprio da quell’Open space dove oggi è stato presentato il libro, e si è conclusa nella “lunga notte del 25 giugno”: Claudia De Blasi è stata parte attiva della propaganda, ne ha documentato, attraverso i suoi scatti, i tratti salienti, ha vissuto con passione tutte le fasi dello spoglio, quando, tra numeri urlati e telefonate febbrili, giunge un dato insperato: “In quel momento – ricorda De Blasi – non sapevo che Carlo fosse diventato il nuovo sindaco di Lecce, ma conoscevo benissimo i valore simbolico e politico della sezione della Scuola Deledda, linea Maginot del centrodestra”.
Il cedimento della “linea Maginot” è il cedimento di un fronte intero, quello del centrodestra appunto, rappresentato durante la tornata elettorale dal candidato sindaco Mauro Giliberti e ancor di più dai nomi storici, l’uscente Paolo Perrone in primis: un fronte che per vent’anni ha governato Lecce, da quando, nel 1998, fu eletta sindaca Adriana Poli Bortone. Uscente in quell’occasione, ironia della sorte, Stefano Salvemini, padre di Carlo.
De Blasi: “Conoscevo benissimo i valore simbolico e politico della sezione della Scuola Deledda, linea Maginot del centrodestra”
Una “rivincita”, quella di Carlo Salvemini, agevolata da un’alleanza imprevista, anzi osteggiata anche da molti sostenitori del rappresentante del centrosinistra: “Senza Alessandro Delli Noci – scrive Gabriele De Giorgi nell’introduzione a La svolta – Carlo Salvemini non avrebbe vinto le elezioni amministrative del giugno 2017. La constatazione è oggettiva”.
A questo compromesso storico in salsa leccese è dedicato La sfida, l’inserto che completa il fotoracconto di De Blasi con un dialogo “senza veli” tra Alessandro Delli Noci (ex componente della giunta Perrone, ex candidato sindaco proprio per le amministrative del 2017, schieratosi poi con Salvemini in sede di ballottaggio, ed attuale vicesindaco della città) e il giornalista Adolfo Maffei; pagine in cui si ripercorrono i tratti chiave, ai fini del risultato, della carriera politica di Delli Noci: dai primi dissidi con Paolo Perrone, poi culminati nella rottura, alla scelta di correre per le amministrative, fino all’apparentamento, vincente, con Salvemini.
Due campagne elettorali parallele, quelle di Delli Noci e Salvemini, in parte diverse nei contenuti ma accomunate dal metodo, lontano da quello della “vecchia politica”. Delli Noci racconta così i primi contatti con i cittadini leccesi, prima ancora che l’idea di una rottura con la giunta di cui faceva parte si concretizzasse: “Il passaparola diventa virale, giovani e persone mature da sempre lontani dalla politica segnalano, denunciano, incoraggiano questo dialogo. Percepisco ovunque che questo nuovo modo di fare politica è apprezzato”.
La svolta e La sfida sono le testimonianze di un periodo in cui le ideologie politiche, gli schieramenti, hanno contato poco, come spesso è avvenuto in passato: “Molti nostri concittadini – sostiene Gabriele De Giorgi – non votano mai per scelta culturale o ideale, ma si appassionano ai personaggi e alle utilità che questi promettono per farsi eleggere, quasi mai al portato ideologico delle forze politiche che li esprimono”.
Le urne, questa volta, hanno premiato un modo nuovo di fare campagna elettorale: un modo raccontato dai testi e dalle foto di Claudia De Blasi.
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