Trivelle al largo di Leuca: un gruppo di ricerca con Bellanova

di Francesca Rizzo

La Vice Ministra allo Sviluppo Economico, Teresa Bellanova, interviene su un tema caldo, quello delle indagini sulla presenza di idrocarburi nelle acque salentine, annunciando la costituzione di un Gruppo tecnico per un supplemento di valutazione presso il MISE.

La decisione del Ministero dell’Ambiente di concedere alla società petrolifera statunitense Global Med LLC il permesso di avviare le prospezioni al largo del Capo di Leuca ha suscitato nei giorni scorsi le reazioni di gruppi politici e associazioni ambientaliste, preoccupati dalle conseguenze negative a discapito dell’ambiente.

La complessità della materia, precisa però Bellanova, “obbliga tutti noi ad una grande attenzione nel dosare le parole e a una grande responsabilità nei confronti di questioni estremamente rilevanti. Ecco perché prima di rilasciare qualsiasi dichiarazione ho ritenuto prioritario, ineludibile e necessario confrontarmi con le Direzioni generali competenti per avviare la costituzione del Gruppo tecnico. Solo a quel punto, ovvero dopo il lavoro che gli esperti condurranno con massimo scrupolo e serietà, e dunque avendo a disposizione tutti gli elementi di valutazione, potrà essere detta l’ultima parola”.

Il contesto Era il 23 ottobre del 2014 quando Global Med LLC ha presentato ufficialmente al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare un’istanza per avviare indagini geofisiche nell’area “d 89 F.R-. GM”, una zona di quasi 745 km2 nel Mar Ionio, al largo del Capo di Leuca. Diciannove i comuni interessati: Tricase, Gagliano del Capo, Ugento, Racale, Alessano, Castrignano del Capo, Taviano, Andrano, Diso, Otranto, Morciano di Leuca, Patù, Tiggiano, Alliste, Gallipoli, Salve, Santa Cesarea Terme, Castro e Corsano.

BEllanova: “Solo dopo il lavoro, che gli esperti condurranno con massimo scrupolo e serietà, e dunque avendo a disposizione tutti gli elementi di valutazione, potrà essere detta l’ultima parola”

Il progetto, si legge sul sito del Ministero, “prevede l’acquisizione di circa 147 km di linee sismiche 2D mediante tecnologia air-gun ed un eventuale rilievo geofisico 3D”.

Nei giorni scorsi la conclusione dell’iter interministeriale (coinvolto anche il Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo) con parere favorevole ha scatenato le polemiche. Sotto tiro in particolare l’”air-gun”, tecnologia di indagine sulla composizione del sottosuolo tramite sorgenti ad aria compressa: le onde sismiche sottomarine da queste provocate potrebbero infatti provocare squilibri sull’ecosistema.

Ecco perché è necessaria molta prudenza: “La responsabilità e l’attenzione da parte nostra verso la tutela e la salvaguardia del territorio è indiscutibile”, afferma Bellanova.

La dichiarazione “Il Decreto VIA appena pubblicato è solo un atto propedeutico dal momento che sono ancora in corso l’esame tecnico e le procedure amministrative che potrebbero portare al conferimento di un permesso di ricerca di idrocarburi. Nessuna attività può dunque attualmente avere luogo in quell’area”, chiarisce la Vice Ministra Bellanova, che contestualmente traccia una chiara linea per il futuro: il Gruppo tecnico in fase d’istituzione presso il Mise avrà infatti l’obiettivo di “svolgere un’attività di valutazione delle migliori tecnologie disponibili per le attività di prospezione geofisica ed offshore tale da vagliare le recenti innovazioni tecnologiche quale passaggio propedeutico all’eventuale concessione di questo e analoghi permessi di ricerca”.

“E’ evidente – afferma ancora Bellanova – la necessità di contemperare la sicurezza delle nostre coste e dei nostri mari, considerata prioritaria, con le attività di ricerca, anche alla luce delle iniziative più rilevanti che vedono impegnato il Mise, a partire dalla Strategia Energetica nazionale mirata ad una forte decarbonizzazione e che dunque segna un punto rilevantissimo verso un futuro libero dall’utilizzo delle fonti fossili”.

744,6 km2: questa l’estensione dell’area concessa a Global Med LCC

La Vice Ministra ricorda poi i passi avanti recentemente compiuti, proprio nell’ottica di garantire una maggiore tutela dell’ambiente marittimo: “A marzo il Governo ha nominato il neo-Presidente del Comitato per la sicurezza delle operazioni a mare (Comitato Offshore) ai sensi del il Decreto legislativo n. 145/2015, recependo la Direttiva 2013/30/UE e dando ulteriore attenzione alla sicurezza delle operazioni in mare nel settore degli idrocarburi, creando ulteriori punti di verifica per autorizzare le attività in mare. Inoltre, nel luglio scorso, con il pieno supporto del nostro Ministero, il Decreto Legislativo n. 104/2017 di aggiornamento della disciplina VIA ha accolto il principio che tutti i rilievi geofisici attraverso l’uso della tecnica airgun siano soggetti a VIA nazionale, senza sconti”.

A proposito della tecnologia incriminata, infine, Bellanova precisa che “il Primo rapporto sugli effetti per l’ecosistema marino della tecnica dell’airgun, curato da Ispra ed uscito a dicembre 2016, indica nuovi interessanti sviluppi di tecnologie alternative che utilizzano sorgenti a zero impatto sull’ambiente”.

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