Italo Di Sabato: occhi aperti sulla repressione in Europa

di Maila Daniela Tritto

 

INCHIESTA “GLI INDESIDERATI DI CASA NOSTRA”. PUNTATA 9

La repressione, la legislazione speciale, la situazione carceraria: per studiare e promuovere la ricerca su questi temi è nato dieci anni fa l’Osservatorio sulla repressione, un’associazione di promozione sociale coordinata da Italo di Sabato, instancabile animatore di dibattiti, pubblicazioni, eventi culturali.

Lo abbiamo sentito per fare il punto con lui sulla legislazione europea in tema di daspo urbano e fogli di via, un modo facile e veloce per ostacolare chi ha un’opinione diversa da quella dominante.

Il foglio di via in particolare nasce come misura di prevenzione personale prevista dal Dl 159/2011 (il cosiddetto “Codice antimafia”) applicata direttamente dal questore.

«Si rivolge a soggetti considerati “pericolosi” – afferma Italo Di Sabato, responsabile dell’Osservatorio sulla Repressione – che si trovino fuori dal luogo di residenza. Questi soggetti non possono tornare nella città in cui hanno vissuto per almeno tre anni».

In vista del G7 che si svolgerà a Bari il prossimo 12 maggio la Questura del capoluogo pugliese ha intensificato le misure di sicurezza.

La misura restrittiva della libertà personale, qual è di fatto il foglio di via, ha suscitato non poche polemiche (da qui anche la decisione di aprire una finestra d’inchiesta a cura del Master in giornalismo di Bari), dal momento che l’espulsione ha riguardato anche tre attivisti politici e una ricercatrice universitaria, accusati di aver occupato Villa Roth, un immobile storico di proprietà della Provincia.

Così, da luogo di aggregazione, contenitore di eventi culturali, si è trasformato rapidamente in luogo di separazione, dove trovano alloggio persone senza fissa dimora e migranti. Le ragazze e i ragazzi che hanno occupato Villa Roth negli anni passati, sono diventati “indesiderati”.

«Hanno ricevuto il foglio di via soprattutto gli studenti fuori sede – sostiene Italo Di Sabato – alcuni di loro hanno terminato gli studi e non possono proseguire il loro lavoro su Bari». E poi aggiunge: «È una situazione triste soprattutto in vista del G7 che si svolgerà proprio qua a Bari a maggio».

Ma l’Italia non è l’unico Paese europeo ad adottare i fogli di via e il Daspo urbano. Il Daspo è nato come misura per contrastare il fenomeno della violenza negli stadi o palazzetti di qualunque disciplina sportiva. Con la riforma Minnini, però, la questione si è estesa: «Dagli stadi si è passati ad altre zone della città – precisa Italo Di Sabato – non più solo misure volte a contrastare gli ultras, ma a tutti coloro che non osservano alcune regole per la sicurezza urbana». Secondo il ministro Minniti, infatti, “la vivibilità, il decoro urbano e il contrasto all’illegalità sono elementi che riguardano il bene pubblico”.

Il punto è che, come si diceva, queste sono misure restrittive che hanno analogie con gli altri Paesi. Un esempio? Presto detto: la Spagna. «Con la legge per la sicurezza cittadina – spiega Italo Di Sabato –  ad essere limitata è qualsiasi espressione di disobbedienza». La legge è nota come “Ley Mordaza” (Legge Bavaglio) ed è entrata in vigore il 1o luglio del 2015.

Con la “Ley Mordaza” alcuni comportamenti sono diventati delle vere e proprie infrazioni. Gli esempi si sprecano: è vietato filmare o fotografare poliziotti (almeno quando questa attività può rappresentare un pericolo per la sicurezza individuale e della famiglia), le manifestazioni “pacifiche” possono portare a centinaia di multe (se i manifestanti decidessero di non sciogliersi, dopo l’ordine dato dalla polizia). Ma quello che più colpisce è il divieto “stile Greenpeace” per sollevare striscioni sui monumenti.

Tutto questo succede in Spagna, ma ci sono delle assonanze anche in Francia e porta il nome di “Loi état d’urgence”. Non è altro che il cosiddetto “stato di emergenza” (formato da 14 articoli). Quando viene applicato? «È una misura adottata da un governo – spiega ancora Italo Di Sabato – in caso di un pericolo che minacci la nazione. In Francia è una situazione particolare che limita le libertà pubbliche, e che conferisce alle autorità il diritto di intervenire sulla libera circolazione delle persone, sul loro soggiorno, sulla chiusura dei luoghi pubblici». Una situazione che ricorda molto Villa Roth.

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