“Indesiderata a casa mia”

di Annarita Amoruso
Master in Giornalismo Università di Bari

TERZA PUNTATA. <<Non sono di Bari, ma lavoro qui da anni. Al momento sono una ricercatrice universitaria. È vero sono un’attivista politica, ma non una criminale>>. È giovane, è nervosa e non vuole esporsi, la studiosa che in questi giorni sta vivendo l’incubo della possibile espulsione dal territorio barese in cui da anni vive e lavora. <<La mia residenza è salentina, per questo hanno potuto notificarmi il provvedimento di via>>,  ci ha spiegato Maria (nome di fantasia).
<<La informiamo che nei suoi confronti è in atto un procedimento amministrativo volto all’adozione del provvedimento previsto dall’art. 1, lett. A e B e 2 del D.L. 158/29011, di ingiunzione a non fare ritorno nel Comune di Bari>>.

È l’incipit della lettera che Maria ci ha mostrato. Il Mittente è la questura di Bari. La motivazione è la denuncia per una occupazione avvenuta a Villa Roth nel 2011. L’”ordine” del provvedimento è di lasciare il capoluogo pugliese entro 30 giorni, per tre anni.

<<Nel 2011 – dice Maria – Villa Roth è stata occupata, da migranti, senza dimora, famiglie e ragazzi bisognosi di un luogo in cui sentirsi a casa. Villa Roth è stato uno spazio sociale e abitativo che per tre anni, fino al 2014, ha regalato non solo “un nuovo inizio a molti”, ma ha anche regalato a Bari una ricca programmazione culturale, artistica e musicale>>.

Ma per quell’occupazione sono state denunciate 15 persone. <<Nel 2013 – continua Maria –  si sono chiuse le indagini e lo scorso anno siamo stati tutti rinviati a giudizio. Il processo non è ancora iniziato, doveva esserci la prima udienza preliminare proprio in questo mese, ma è stata rinviata. Quindi nonostante io non abbia ancora avuto modo di difendermi davanti ad un Giudice dalla denuncia di ben sei anni fa, le cui indagini si sono concluse tre anni fa, ho ricevuto un avviso di espulsione per tre anni dalla città in cui vivo e dalle sue frazioni rischiando di perdere tutto: lavoro, contatti di ricerca, le persone che amo>>.
<<Secondo quanto riportato da “Repubblica Bari”, che sicuramente ha le sue valide fonti – racconta la ricercatrice – all’appello dei “fogli di via” sembrerebbero mancare altre quattro persone. Con loro dovremmo essere in otto. Forse altri denunciati di Villa Roth non residenti a Bari, non saprei. E questo significherebbe che tra questi potrebbero esserci perfino alcuni senza dimora che venivano ospitati all’interno dello spazio sociale Roth>>.

Il problema è capire con Maria come mai
questo “foglio di via” arrivi solo ora, nonostante la denuncia sia così datata, nonostante “gli indesiderati” non siano mai stati “condannati”, non abbiano altre procedure penali in corso, non siano pregiudicati. <<L’unico comune denominatore tra i quattro “colpiti dal foglio di via” – ci dice – è l’attivismo politico nonostante nessuno dei destinatari di questa misura sia mai stato fermato dalle forze dell’ordine in prossimità di manifestazioni “a rischio violenze” o di pericoloso “disordine pubblico”. Perché voler allontanare degli attivisti politici da Bari? L’unica spiegazione al momento “plausibile” a parer mio sarebbe il G7, del prossimo 12 maggio>>.
Un vero e proprio paradosso giuridico che lascia però pensare alla nuova legge Minnitiapprovata il 12 aprile. La nuova prassi, proposta dal Ministro dell’Interno Marco Minniti, in effetti sembra istituzionalizzare il sistema dei “fogli di via” che da oggi in poi non verranno più notificati dalla questura, ma dai Comuni e si chiamerà in altro modo: Daspo urbano.
<<Il foglio di via – spiega Maria – esiste da sempre, veniva utilizzato per allontanare le prostitute dai borghi, i criminali. È applicato agli stadi ai tifosi che creano disordine pubblico. Ora mi dite voi io che disordine ho fatto? In questo 2017?>>, non riusciamo a rispondere a Maria, ci sembra tutto così incredibile e assurdo. <<Dei quattro che hanno ricevuto il provvedimento amministrativo un ragazzo vive ormai lontano da Bari. Un altro è di Molfetta. Il terzo è uno studente di medicina che ora è anche padre di due gemelli. E poi ci sono io, che vivo a Bari da otto anni e ho tutta la mia vita è qui!>>.
Ora Maria sta raccogliendo tutti i documenti necessari per presentare ricorso prima al Prefetto di Bari e poi se necessario al Tar del Lazio. La sua causa verrà seguita dal collettivo di soccorso “NonsoloMarange”: <<Per me sono una famiglia – confessa – seguono la mia causa sin dalla denuncia sull’occupazione di Villa Roth. Con il loro sostegno so che ce la farò a dimostrare che quello che stiamo subendo è solo un provvedimento ingiustificato. È fondamentale in questi casi non sentirsi soli. Grazie anche voi ragazzi, perché state denunciando la nostra storia>>.

Avviso foglio di via Bari (PDF)

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