Tap: 'Entra Enagas. Inizio 2015 avvio lavori in Albania'

Vendola annuncia un 'tavolo tecnico' per cercare approdo alternativo a San Foca

//GASDOTTO//. Un tavolo tecnico per cercare nuovo approdo. Polemiche dal centro destra. Intanto Tap cerca nuove alleanze

di Redazione Andy Lane, presidente del Board of Directors di TAP AG, ha annunciato che si stanno preparando al prossimo decisivo passo del progetto: l’inizio della costruzione di strade e ponti in Albania nei primi mesi del 2015. Sembra spianata la strada che dall'Azerbajian porterà il gasdotto in Europa, passando dalla Puglia. Ma l'approdo del gasdotto viene ancora messo in forse. 'Non a San foca', chiedono i sindaci del Salento che ieri hanno incontrato il presidente della Regione Nichi Vendola, che ha dato per certo l'avvio di un 'tavolo tecnico' per identificare un'alternativa. Dopo l’incontro dei sindaci di Vernole e Melendugno, territori interessati dal passaggio di Tap, con il presidente Vendola, e la decisione di aprire un ‘tavolo tecnico’ per identificare un nuovo approdo, ovviamente si è sollevato un polverone di polemiche. Da una parte FI con il consigliere regionale Luigi Mazzei che accusa Vendola del fatto che quest’incontro sarebbe arrivato con due anni di ritardo, cui fad a rinforzo la posizione simile di Caroppo (NCD). Dario Stefàno, senatore del pd e candidato alle primarie regionali del centro sinistra, chiarisce aluni passaggi tecnici: “L'annunciato insediamento del tavolo tecnico per individuare un'alternativa alla localizzazione a San Foca apre una fase nuova nel procedimento – quello previsto dal DPR 327/2001 – che conferma quanto da mesi stiamo dicendo: la Puglia e il Salento dicono no alla TAP sulla base di motivazioni tecniche robuste. Quelle, cioè, che evidenziano il rilevante valore paesaggistico dell’area di San Foca definito dal MIBAC “un quadro panoramico di eccezionale importanza” . Stefàno chiede poi al Governo “di correggere la rotta, imboccando la strada che possa tenere insieme “l’alta strategicità” del progetto con l’altissima valenza di un’area che nel turismo e nello sviluppo sostenibile ha il proprio futuro. La decisione finale, conclude Stefàno, spetta al Governo nazionale: noi ci attendiamo un atto di grande responsabilità adottato d'intesa con la Puglia nel rispetto dei principi di sussidiarietà e leale collaborazione”. Intanto Tap fa sapere che è cambiata la compagine societaria: Enagas è entrata nella Trans adriatic pipeline AG, mentre Fluxys ha aumentato la sua quota azionaria passando dal 16% al 19%. Questo nuovo assetto è la conseguenza dell'acquisto da parte di Enagás e Fluxys del 19% di azioni precedentemente nel portafoglio di E.ON (9%) e Total (10%). L'azionariato di TAP è oggi composto da BP (20%), SOCAR (20%), Statoil (20%), Fluxys (19%), Enagás (16%) e Axpo (5%). « Enagás, scrive Tap in una nota, è una grande azienda del settore gas con una lunga esperienza in importanti investimenti infrastrutturali in Europa e Sud America, e contribuirá a definire il posizionamento strategico di Tap come progetto autenticamente europeo che metterà una nuova fonte di gas a disposizione dei mercati energetici del continente”. Infine a proposito dell'approdo a San Foca, arrivano delle precisazioni dal country manager di Tap Giampaolo Russo': “La scelta dell'approdo a San Foca è stata fatta anche sulla base della mappatura ufficiale (curata dalla Regione) della presenza di Poseidonia Oceanica al largo delle coste pugliesi e la scelta di San Foca è anche funzionale ad evitare l'apertura da parte dell'Ue di una procedura di infrazione qualora si fosse scelto un corridoio di atterraggio caratterizzato dalla presenza di un'area protetta Sic. I pareri espressi dalla Regione a proposito del progetto per l'approdo a San Foca del gasdotto transadriatico non esprimono obiezioni tecniche e ambientali al progetto presentato da Tap ma valutazioni di altra natura relative al collegamento tra il terminale di ricezione e la rete Snam e alla convivenza tra gasdotto e vocazione turistica del territorio”. Ovviamente quanto affermato da Russo non ha alcuna appoggio documentale: la Regione ha più volte messo nero su bianco le carenze “tecniche” del progetto, la mancanza di documentazione, la mancanza di studi tecnici a garanzia del fatto che non verrà compromesso l'equilibrio idrogeologico della zona, incluso l'equilibrio dell'acqua di falda. Ma, di fatto, incassato l'ok di Galletti, Tap fa dietrofront sulla possibilità di trovare un approdo alternativo, al contrario di quanto aveva più volte dichiarato nei giorni scorsi. Arriva quindi la nota di Sergio Blasi (Pd): “Per settimane la Tap, per bocca dei suoi rappresentanti, si è detta disposta a cambiare il punto di d’approdo del gasdotto a patto che la Regione indicasse un sito alternativo. Ora che la Regione sta lavorando a una proposta insieme ai sindaci del territorio, la Tap chiude le porte rimangiandosi l’impegno. Tutto questo è indecoroso e svela, se ce ne fosse ancora bisogno, l’approccio conflittuale e pericoloso di questa azienda al rapporto con il territorio sul quale pensa di fare affari. I sindaci e il governo regionale che in questi giorni stanno discutendo di un approdo alternativo tengano però presente che non si tratta solo di spostare la Tap da San Foca. Con questa logica ogni Comune, legittimamente, si rifiuterebbe di ospitarla. Si ragioni invece in termini di opportunità e di risarcimento ambientale per individuare il nuovo approdo. L’approdo a Cerano, nei pressi della centrale a carbone Federico II di Enel, è la soluzione più utile per creare le condizioni per la decarbonizzazione della produzione di energia elettrica in Puglia. Che resta l’unico risarcimento ambientale possibile per una terra stanca di contare i malati. Smettere di bruciare carbone come nell’800 e di subirne le conseguenze ambientali e sanitarie è l’unico buon motivo per cui comunità già colpite pesantemente potrebbero accettare il gasdotto”. Tutte opzioni (lo sbocco a Cerano e nella zona industriale di Brindisi), già valutate da Tap, ancor prima di San foca, e scartate, non è ben chiaro perché.

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