Anziani a rischio ictus. I dati

La fiibrillazione atriale è un problema sociale ed economico rilevante

//LO STUDIO// circa 13mila anziani ogni giorno in provincia di Lecce sono a rischio Ictus. E non lo sanno. Ecco come prevenire

Dagli 11mila ai 13mila anziani della provincia di Lecce rischiano ogni giorno l’ischemia cerebrale e l’ictus, spesso senza rendersene conto. Sono più del 15 per cento dei residenti di età superiore agli 80 anni (circa 72mila), ossia 40mila femmine e 32mila maschi. I dati sono emersi nel corso di un evento formativo sulla fibrillazione atriale non valvolare (Fanv) che si è tenuto nei giorni scorsi al “Vito Fazzi”. Lo rende noto l’associazione Salute salento, che ha seguito il convegno. Nel corso dell’incontro sono stati illustrati 3 nuovi farmaci, immessi nel prontuario da circa un anno, che consentono di gestire i pazienti in modo più sicuro rispetto ai farmaci anticoagulanti che oggi vengono utilizzati, come il Cumadin. «La fibrillazione atriale è un problema sociale ed economico rilevante», spiega Antonio Tondo, cardiologo interventista nell’unità di Emodinamica del Fazzi, uno dei bracci operativi del primario, Antonio Montinaro, «L’ictus poi aumenta la mortalità dei pazienti e quelli che sopravvivono con un’emisindrome (la paralisi nella metà del corpo) hanno un costo sociale elevatissimo e richiedono assistenza e controlli continui, ospedalizzazione e riabilitazione. La fibrillazione atriale e in seconda analisi l’ictus, aumentano con l’età – conclude il dottore Tondo – Una piaga sociale che noi abbiamo il dovere di trattare e limitare». Cosa deve fare un anziano, anche in assenza di sintomi, sapendo che la prevalenza dell’aritmia aumenta con l’età? «Dovrebbe controllarsi e programmare con il suo medico di base i controlli clinici ambulatoriali. E soprattutto – insiste il dottore Tondo – deve essere istruito su quelli che sono i sintomi della Fibrillazione atriale, che spesso passano inosservati. Se ci sono sintomi sospetti bisogna fare una valutazione cardiologica più specifica». Un suggerimento del dottore Tondo per prevenire i fattori di rischio: gestire il peso, l’alimentazione, l’attività fisica e la pressione arteriosa. «Nonostante tutto – aggiunge il cardiologo – non riusciamo a prevenire tutto».

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