Lecce. La Soprintendenza ha dato parere positivo alla richiesta di custodire i reperti archeologici in un palazzo di Parabita. Già individuato Palazzo Ferrari, da adeguare alle esigenze
(ph: Massimo Negro) PARABITA – Potrebbero far ritorno lì dove sono stati trovati i reperti archeologici di Grotta delle Veneri a Parabita. La Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia ha infatti dato risposta positiva alla richiesta dell’Amministrazione comunale di trovare una giusta collocazione al “tesoro” in una struttura comunale. L’Amministrazione aveva anche indicato Palazzo Ferrari, adeguatamente preparato, come il luogo ideale a contenere la storia. La Soprintendenza ha dato il proprio assenso anche alla realizzazione di una guida-catalogo divulgativa, da utilizzare quale strumento di conoscenza e diffusione, anche all’esterno, del materiale storico. Il progetto, che dovrà vedere la collaborazione, oltre che della Soprintendenza, anche della Provincia di Lecce, del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento e del Comune di Parabita, potrebbe consentire l’inserimento di altri complessi archeologici inediti provenienti da aree prossime alla Grotta delle Veneri, al fine di offrire un quadro completo della preistoria nel territorio di Parabita. “Il ritorno del materiale archeologico vuole essere non un punto di arrivo – ha spiegato il sindaco Alfredo Cacciapaglia -, ma l’inizio di un percorso che miri principalmente al rilancio della città di Parabita sotto l’aspetto culturale, archeologico e turistico. Lavoreremo, inoltre, affinché grazie alla sinergia tra tutte le istituzioni coinvolte, si possano creare le condizioni per il ritorno di altri importanti reperti archeologici provenienti dal territorio e depositati altrove”. 5 maggio 2014 Grotta delle Veneri, il tesoro ritorna a casa LECCE – Le due statuette in osso sono note in tutto il mondo con il nome de “Le Veneri”. Ma non sono gli unici reperti archeologici che la Grotta delle Veneri di Parabita ha offerto: vi sono anche 400 pietre e ossa decorate con incisioni. Dopo un periodo presso l’Università di Pisa, tutto questo materiale ha fatto finalmente rientro nel Salento presso il Dipartimento dei Beni Culturali dell'Università; un trasporto e un ritorno a casa finanziato dalla Provincia di Lecce con la regia tecnica della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Puglia. Ora Provincia di Lecce, Comune di Parabita, Italia Nosta e Università degli Studi del Salento lavoreranno ad un progetto comune, che metta insieme anche le forze finanziarie utili a garantire una catalogazione ragionata e la giusta fruizione al pubblico di un patrimonio artistico così vasto; un tesoro segreto su cui il Salento potrà contare in termini di attrattiva turistica e di sviluppo.

Le statuette delle Veneri La Grotta delle Veneri è già stata oggetto di una lunga indagine archeologica dell'Università di Pisa, svolta in collaborazione con la cattedra di Paletnologia dell'allora Università di Lecce già tra gli anni Sessanta e Settanta. Un primo passo per la conoscenza e la valorizzazione della Grotta è stato il trasferimento dell'enorme quantità di reperti dal deposito dell'Università di Pisa in cui erano sistemati al Dipartimento dei Beni Culturali dell'Università del Salento. Ora che sono tornati nella loro terra, questi reperti attendono di essere visti e conosciuti dal grande pubblico: il loro restauro, la loro conservazione, catalogazione, sistemazione in un contesto di fruizione pubblica dovrà essere una delle prerogative delle prossime settimane di lavoro dell'Amministrazione provinciale, in sinergia con il Comune di Parabita, Italia Nostra e l'Università del Salento.
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