Marotta: ‘Magari fosse una bufala’

 

// INCHIESTA// 9// Il direttore di Coldiretti Lecce quantifica in 100 milioni di euro il danno per gli agricoltori. La Regione? “Poteva fare prima”

Niente da dire su come la questione xylella è stata affrontata dalle istituzioni competenti. L’unico appunto che Giampiero Marotta, direttore Coldiretti Lecce, si sente di muovere alla Regione Puglia riguarda i tempi. Una maggiore tempestività, ci ha detto, avrebbe forse contenuto i danni. Gli abbiamo chiesto di fornirci una stima di quanto la xylella sia costata al Salento. Almeno 100 milioni di euro, ci ha risposto, per guardare solo alla perdita economica. Ma ci sono danni, più intimi, che hanno attinenza la propria identità, che non si possono quantificare. Direttore, quanto è costata l’emergenza xylella ai produttori salentini? “A novembre gli ettari interessati erano 8mila con un danno al soprassuolo stimato di almeno 100 milioni di euro (125 euro/pianta moltiplicato per 100 piante/ettaro per 8mila ettari). Ma la mappatura delle piante infette è ancora in corso e gli ettari coinvolti si prevede siano di gran lunga maggiori”. Coldiretti aveva chiesto interventi istituzionali in favore dei produttori. Ci sono stati? “Al momento gli interventi deliberati riguardano solo il monitoraggio, i costi per le analisi e un intervento di pirodiserbo delle piante infestanti nei canali di bonifica effettuato a novembre, per un costo complessivo di circa 2 milioni di euro; le promesse riguarderebbero uno specifico Piano di Sviluppo che possa compensare la perdita del capitale (costo della pianta) e il mancato reddito per la mancata produzione per tre-quattro anni. Da aggiungersi inoltre i danni del settore vivaistico che hanno visto azzerarsi completamente i fatturati legati alla movimentazione del materiale vegetale ed i numeri non sono di poco conto, in quanto si parla di 150-200 imprese vivaistiche”. Qual è stato l’esito della visita degli ispettori europei negli uliveti salentini? “Hanno semplicemente preso atto della situazione grave degli oliveti visitati, hanno confermato le misure di monitoraggio e analisi avviate dalla Regione e chiesto il pieno rispetto della normativa sulla quarantena delle zone infette”. Qual è il vostro giudizio su come la Regione ha affrontato il problema? “Rispetto ad un problema gravissimo che rischia di trasformare il territorio e il paesaggio, quindi con ripercussioni fortissime sul turismo e ovviamente sulla occupazione legato al settore, forse si poteva rispondere in maniera molto più determinata e veloce. Non è un solo problema agricolo, è un pezzo di immagine che rischiamo, come Puglia e come Italia, di non avere più”. Quali sono le prossime iniziative programmate? “Nelle scorse settimane si sono svolte le eradicazioni delle prime 100 piante trovate infette al di fuori della zona rossa. La preoccupazione, senza nessun allarmismo, è che il problema si possa allargare a macchia d’olio e interessare anche la quasi totalità degli impianti salentini. Una misura che storicamente è stata sempre praticata dagli olivicoltori pugliesi che, agronomicamente, potrebbe contribuire al contenimento del batterio, è senz’altro la bruciatura dei residui di potatura che sono il luogo dove il batterio vive e si riproduce. La deroga alle bruciature chiesta da oltre sette mesi dovrebbe e potrebbe essere una misura a costo zero che potrebbe aiutare a contenere problemi futuri, purtroppo certi”. C’è stato, tra i produttori e gli agricoltori in generale, chi ha ridimensionato il problema e chi, addirittura, ha negato che la causa della morìa degli ulivi fosse la xylella, come se l’emergenza fosse stata creata ad arte. Che cosa ne pensa? Gli ulivi salentini sono davvero ammalati? “Io auspicherei davvero che fosse tutta una bufala e che le Istituzioni tutte trovassero sul territorio solo qualche pianta ammalata. Purtroppo così non è. Noi riceviamo ogni giorno nuove segnalazioni di aziende agricole fuori dalla zona rossa che ci segnalano piante con sintomi dubbi. Il nostro servizio di assistenza tecnica interno, in collaborazione con il Consorzio di Difesa di Lecce, sono mobilitati ogni giorno nell’effettuare sopralluoghi ad hoc che e che purtroppo per oltre il 90% dei casi riscontrano in maniera insindacabile danni da xylella ed anche da altri agenti individuati come causa del complesso del disseccamento rapido degli ulivi”.

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