Spiagge private. 365 giorni l’anno

//REPORTAGE// La lunga spiaggia che dalle Marine di Ugento, passando da quelle di Salve arriva a Leuca, l’inverno è devastata da chioschi brutti, in disuso, in parte abusivi. La privatizzazione de facto è in atto

reportage fotografico di VarieMani (nella foto in alto: chiosco “Tropical”, Torre Pali) Un antico detto recita “ci cuse e scuse mai tiempu perde”, ma si riferisce alla grande capacità delle artigiane di un tempo, di raggiungere la perfezione nelle loro manifatture, imparando dall’esperienza e dai loro errori, appunto “scucendo” e rifacendo il lavoro daccapo, in continuazione. Non è questo il caso. Questo è uno di quei casi all’italiana, dove i cittadini sono prigionieri di burocrazie ottuse ma soprattutto di un ginepraio di leggi e, contemporaneamente, dell’assenza di leggi. In quest’alternanza – di ginepraio e assenza di leggi – ci sono i cittadini che agiscono in malafede e nell’illegalità. Qui, s’insinua la Sacra corona unita, che come sempre si butta nel business, se il business c’è. La DIA di Lecce ha recentemente tracciato una prima mappatura degli affari della mafia salentina nel settore dei lidi balneari: gli affiliati non chiedevano agli imprenditori turistici il semplice pizzo, ma in alcuni casi erano gli stessi imprenditori a “tirarsi dentro” agli affari i mafiosi, cercando protezione e assicurando ai clan un certo numero di posti di lavoro. Ha dichiarato Cataldo Motta, capo della Procura di Lecce: “Si tratta di un salto di qualità della Sacra corona unita. Quel che abbiamo sempre detto – e cioè che il Salento non è terra di mafia – è stato smentito dai fatti: non siamo davanti a dei semplici casi di estorsione, ma a un vero e proprio atteggiamento culturale” (LEGGI QUI).

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Torre Pali (Salve). Chiosco “Tropical Elite Privé” smontato. E dune ridotte in cantiere di demolizione

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Torre Pali (Salve), chiosco “Tropical”

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Torre Pali (Salve), chiosco “Tropical Gold” VarieMani hanno fatto un giro sulle più belle e rinomate spiagge del Sud Salento, da Torre San Giovanni fin quasi a Leuca, passando per Lido Marini, Torre Pali, Posto Vecchio. Si son trovati davanti una totale devastazione della costa: sia estetica, perché i lidi autorizzati a rimanere anche d’inverno sono in stato d’abbandono e affatto decorosi, sia devastazione fisica delle dune, perché i lidi che in tutta fretta stanno in queste ore smobilitando le strutture, su ordine della Sovrintendenza, non prestano certo grande attenzione alle fioriture dei gigli selvatici e di tutta la flora protetta in quelle aree che sono sottoposte a vincolo paesaggistico.

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Il vicino “Chiosco Dory” viene smontato ogni autunno, lasciando poche tracce dell’attività estiva: la duna più o meno mantiene il suo stato naturale Gli smantellamenti sono iniziati dopo i sopralluoghi della Forestale, che ha rilevato diverse difformità di molte strutture rispetto ai progetti autorizzati. Cioè le strutture s’erano allargate di qua e di là ed erano in parte abusive. Si tratta di progetti che il Comune di Salve ha autorizzato come permanenti, contro il parere della Sovrintendenza. E’ accaduto perché il Comune di Salve da una parte, recependo la norma regionale, ha deliberato l’istallazione e la permanenza dei chioschi per tutto l’anno, contro il parere della Sovrintendenza che invece stabilisce che debbano essere installati da aprile ad ottobre; dall’altra ha autorizzato la permanenza dei singoli chioschi da aprile ad ottobre, in attesa che venga approvato un Piano comunale delle coste, che non c’è, che recepisca quello regionale.

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In località la Cabina (vicino alla foce del canale) c’è una specie di baraccopoli: quattro chioschi in piedi tutto l'anno e oggi in un triste stato di degrado: “Fuecu Club”, “Mosquito”, “Bossa Nova” e “Eden” A questo ginepraio di leggi e scaricabarile di competenze, si aggiunge il mancato aggiornamento della “dividente demaniale”, cioè il confine tra proprietà privata e demanio. Tale confine, dopo l’arretramento della costa dovuto all’erosione, è cambiato, così che da una parte ci sono i proprietari dei terreni retrodunali che esigono più terre verso il mare (e in alcuni casi il confine, se fosse ridefinito, addirittura sconfinerebbe nell’acqua), dall’altra i concessionari dell’utilizzo del demanio per i loro lidi chiedono più spiaggia e sconfinano in quella libera, perché il pezzo di terreno dato in concessione è stato in parte mangiato dal mare. Così, le “spiagge libere con servizi”, cioè spiagge attrezzate con servizi minimi che dovrebbero lasciare il 50% del pezzo di spiaggia dato in concessione libero da ogni struttura, diventano de facto lidi interamente a pagamento. La spiaggia, tutta, si sta privatizzando.

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Questo chiosco permanente è legale ma poco decoroso. Una bruttura estetica che per tutto l'inverno deturpa il litorale. Stabilimento balneare “Le Maldive” Così, a guardare i chioschi fronte mare, non si nota la differenza, prevista dalla legge, tra “stabilimento balneare” o “lido” e “spiaggia libera con servizi”.

Manipoora

Tra chiosco “Eden” e “le Maldive”, c’era il chiosco “Manipoora”, smontato in questi giorni. La base del chiosco rimane e il sito sembre difficilmente ripristinato

Manipoora

L'accesso alla spiaggia dal chiosco Manipoora A Salve sono pochi i lidi con regolare concessione demaniale, ma sono molti gli operatori turistici (circa due dozzine) con la licenza comunale per l’offerta di servizi (lettini ed ombrelloni).

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Chiosco “Mosquito”. Pareti in lamina di alluminio, ferro, plastica, ecc. Sembra il capanno di un barbone Da Pescoluse fino a Torre Pali sono quasi 5 km di lettini in fila, senza interruzioni, come un enorme ospedale da campo.

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“Bossa Nova”. In stato di abbandono per tutto l'inverno. E' questa la qualità dei chioschi permanenti che vuole la Regione Puglia? In questi giorni i lidi del Comune di Salve sono in corsa contro il tempo per smantellare le strutture, poi farsele ri-autorizzare, poi rimontarle, proprio per ottemperare alle prescrizioni della Sovrintendenza e alla denuncia della Forestale. Sembra un assurdo, ma dal punto di vista del ginepraio di leggi non lo è. Perché poi ci sono quelle parti abusive, rilevate dalla Forestale, che vanno abbattute. I chioschi insomma vanno rifatti a regola d’arte. E’ una corsa contro il tempo per prendersi uno spicchio di spiaggia in più.

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Fuecu club, non proprio brutto, ma trascurato Le dune fotografate da VarieMani sono quelle nei pressi del bacino del canale di bonifica di Torre Pali: tre chioschi demoliti prima di Pasqua, che lasciano un tristissimo spettacolo di devastazione.

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“Eden”: il chiosco è pulito, ma non si può dire altrettanto delle canne, piene di spazzatura

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“La Pajara” sembra avere l’autorizzazione permanente

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“La Boteguita” a Pescoluse è già aperta: la destagionalizzazione è in atto E poi c'è Ugento, dove è possibile lasciare tutto l'inverno strutture come questa, di ferro, con buchi scavati direttamente sulla duna o sulla spiaggia. La legge non è mai uguale per tutti.

Lido Marini

Un chiosco a Lido Marini (Ugento) Solo a margine una riflessione: il turismo, i beni ambientali ed artistici possono essere un settore redditizio per l'intero Salento, ma sono beni delicati, che richiedono rispetto e tutela. Perché dopo aver fatto passare le ruspe sulle più belle zone costiere, i turisti non avranno più a da vedere e da godere. Ai cittadini rimarranno i cocci e le tasche piene saranno quelle di pochi, avidi, predatori.

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