Baldassarre (M5S): ‘Piano lavoro, siamo messi male’

Roma. Secondo il cittadino deputato, il Job Acts di Renzi toglierebbe ai lavoratori le poche tutele rimaste, riducendo il Paese ai livelli della Cina

ROMA – Disoccupazione al 12,9%. Quella giovanile al 42,4%. Al Sud il terrificante record del 51, 6%. Dal 2008 ad oggi, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat un milione di occupati in meno, di cui 500mila dal 2012 al 2013. Il neo premier Matteo Renzi ha definito la situazione “allucinante”, promettendo l’adozione di un Piano per il lavoro entro il mese di marzo. Secondo le prime indiscrezioni, non essendoci ancora nessun documento ufficiale, il piano prevedrebbe un contratto di lavoro unico a tempo indeterminato a tutele crescenti e un sussidio di disoccupazione universale esteso anche ai lavoratori a progetto. Sul tema abbiamo intervistato il Cittadino deputato del M5S Marco Baldassarre, componente della Commissione Lavoro di Montecitorio che dice: “Se questo è il piano di Renzi per promuovere il lavoro ed aumentare l’occupazione siamo proprio messi male”! Il premier Renzi ha annunciato che entro quindici giorni presenterà il suo Jobs Act e, intanto, iniziano a filtrare alcune notizie. Dalle voci che si rincorrono, sussidio di disoccupazione universale esteso anche ai lavoratori a progetto e contratto unico a tempo indeterminato a tutele crescenti sembrerebbero essere i due pilastri principali del piano per il lavoro del neo premier. Come giudica queste prime indiscrezioni? “Se questo è il piano di Renzi per promuovere il lavoro ed aumentare l’occupazione siamo proprio messi male! Al di là delle proposte, buone o brutte che siano, dobbiamo capire quali misure servirebbero veramente per aumentare l’occupazione. Le aziende oggi non assumono perché, tra l’altro, in Italia il costo del lavoro è troppo alto e questo non ci rende competitivi sul piano internazionale. Il cuneo fiscale è pari al 46,2% del costo del lavoro, composto principalmente da IRAP, TFR, INAIL, IRPEF, contributi INPS. Andiamo a guardare le novità di Renzi: un nuovo sussidio universale, il Naspi, ed un contratto unico. In che modo le aziende potrebbero trarne beneficio per creare nuovi posti di lavoro? Nessuno. Il contratto unico a tempo indeterminato a tutele crescenti è l’ennesima presa in giro. E’ a tutti gli effetti un contratto a tempo determinato acausale per i primi due anni, senza nessuna tutela per i lavoratori che potranno essere licenziati con facilità, bypassando l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e Confindustria ringrazia col tacito consenso dei sindacati che firmano qualsiasi tipo di accordo a discapito dei lavatori che perderanno il posto di lavoro. Con questo piano lavoro di Renzi lo scopo è quello di togliere quelle poche tutele rimaste ai lavoratori, riducendoci quasi ai livelli della Cina.E’ da irresponsabili pensare che si possano ridurre le oltre 40 tipologie di contratti di lavoro ad uno solo. Un’idea molto populista del lavoro quella di Renzi e della sua squadra di esperti”. Il nuovo ammortizzatore sociale Naspi dovrebbe spettare a tutti coloro che hanno lavorato almeno tre mesi e durare al massimo due anni per i lavoratori dipendenti e massimo sei mesi per i lavoratori atipici, lasciando invariato l’importo stabilito dalla Legge Fornero attualmente in vigore (75% della retribuzione e riduzione del 15% ogni sei mesi). La novità rispetto all’Aspi e Mini Aspi, è che verrebbero tutelati anche i lavoratori a progetto. Come valuta questa misura qualora venisse confermata? “Sicuramente il Naspi è un passo in avanti rispetto ad un sussidio di disoccupazione che non promuove la ricerca attiva del lavoro. Il Naspi è un assegno universale per chi perde il posto di lavoro, con l’obbligo di seguire un corso di formazione e di non rifiutare più di un’offerta di lavoro. Ritengo che il giusto strumento sia un Reddito di Cittadinanza, che oltre ad incorporare le misure presenti nel Naspi promuove anche la ricerca non di un qualsiasi lavoro, ma di un lavoro congruo alla propria formazione e alle proprie competenze. In un momento come questo dove il lavoro ci riduce in schiavi, i cosiddetti ‘schiavi moderni’, per la mancanza di tutele e diritti, grazie alla promozione della precarietà più che della sicurezza del lavoro, è importante ridare dignità al lavoratore. Per quanto riguarda il diritto del sussidio ai collaboratori a progetto non trovo nessuna novità, lo avevamo già previsto nella proposta di legge sul reddito di cittadinanza, pubblicata in rete già dallo scorso novembre, esteso anche ai lavoratori autonomi con partita IVA. Tante belle promesse quelle di Renzi, ma resta ancora un dubbio: dove troverà i soldi? Da alcune dichiarazioni sui giornali si apprende che il nuovo strumento necessita di una copertura di circa 8,8 miliardi di euro; considerando che gli attuali sussidi ci costano 7,2 miliardi, dove troverà i restanti 1,6 miliardi? Sempre da organi di informazione si apprende che è prevista la soppressione della Cassa Integrazione in Deroga e su questo siamo d’accordo”. Le indiscrezioni riguardano anche la possibile creazione di una Agenzia Unica Federale con il compito di svolgere funzioni di coordinamento degli attuali centri per l’impiego. Il M5S è sempre stato molto critico sull’attuale sistema di funzionamento dei Centri dell’Impiego. Cosa proponete in merito? “Già nella proposta di legge del M5S sul Reddito di Cittadinanza si evince che per noi il Centro per l’Impiego deve avere un ruolo cardine nelle politiche attive del lavoro, grazie ad una riforma sostanziale, che passa per lo sblocco del turn-over per i dipendenti pubblici, formazione del personale, obbligo per le aziende di registrarsi presso il centro per l’impiego territorialmente competente, obbligo per occupati, disoccupati ed inoccupati di registrarsi per formazione, ricerca del lavoro e inquadramento della propria attività lavorativa. A breve il M5S presenterà la propria proposta di legge sul riordino dei Centri per l’impiego, che sarà anche frutto di una serie di controlli sui territori per verificare direttamente le loro funzioni e cosa andrebbe migliorato”.

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