Lecce. Gli esecutori materiali di Paola Rizzello ed Angelica Pirtoli, condannati all’ergastolo, non erano soli. Nuova inchiesta contro i complici
LECCE – E’ stato uno dei fatti di mafia più cruenti che il Salento abbia vissuto. Impossibile dimenticarlo per la ferocia con cui si svolse e perché a morire, sotto i colpi della follia cieca, furono mamma e figlia. Di 27 e due anni. Davvero troppo per non restarne turbati. Mamma, Paola Rizzello, 27 anni, e la figlioletta, Angelica Pirtoli, poco più di due anni, morirono insieme e poi vennero sotterrate brutalmente nelle campagne di Matino. Era il 1991. Dopo otto anni, il pm Giuseppe Capoccia ottenne l’ergastolo (poi divenuto definitivo in Cassazione il 30 aprile del 2003) per Luigi Giannelli, boss della Scu, e per la moglie, Anna De Matteis, rinominata “Anna morte” proprio in seguito a questo omicidio. Furono loro i mandanti della terribile esecuzione. Per semplice gelosia, perché lui aveva avuto una relazione con la Rizzello e lei voleva vendetta. Ad eseguire materialmente l’omicidio furono Donato Mercuri, che fece salire in macchina la Rizzello con la bimba – di lui la donna si fidava perché avevano avuto una relazione -; e Luigi De Matteis, cognato di Giannelli, che freddò la 27enne con un paio di colpi di fucile. La bimba venne ferita ad un piede e lasciata agonizzante sul corpo della madre, ma poi i killer tornarono indietro e la finirono, afferrandola proprio per quel piedino ferito e sbattendola ferocemente contro un muretto a secco. Temevano che potesse riconoscerli, raccontare qualcosa o dare un qualsiasi contributo alle indagini inconsapevolmente. Ergastolo anche per loro. Che, però, in quella casa di campagna non erano soli. Ed ora i complici si apprestano a pagare il proprio conto con la giustizia. Se serve a qualcosa, dopo così tanto tempo. Sarà un’inchiesta rapida, perché le accuse, le testimonianze ed i fatti sono quelli già analizzati nel primo processo. Il pm è lo stesso di allora, Giuseppe Capoccia, al quale l’inchiesta è tornata dopo essere passata per più mani. Articoli correlati: Storie di donne e bambini uccisi dalla mafia Donne e bambini. La mafia non ha codice d’onore
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