Svuota carceri. I numeri

// INCHIESTA// 6// L’indulto ieri e oggi. L’Italia alle prese con l’emergenza carceri

Sovraffollamento, evasioni, episodi di violenza ed autolesionismo fino al suicidio. E’ il quadro, vergognoso, della vita nelle carceri italiane. E la Puglia ed il Salento non fanno eccezione (L’Italia rischia una multa salata da parte dell’Europa, se non risolverà urgentemente l’emergenza. Come? Svuotando le carceri, ad esempio. Ed infatti è attualmente al vaglio del Senato il decreto conosciuto come “Svuota carceri”. Il Senato lo dovrà approvare entro il 21 febbraio. Se ciò non accadrà esso decadrà dopo essere stato approvato alla Camera (il 6 febbraio scorso). E se accadrà? Circa 3mila detenuti potranno lasciare l’istituto di pena. E una volta che l’avranno fatto? Come evitare che ritornino a delinquere? // Indulto 2006: punto e a capo Prima dell`indulto del 2006 (Governo Prodi) i detenuti negli istituti di pena italiani erano 61.400. Con il provvedimento di clemenza, a partire dal luglio 2006, abbandonarono il carcere 26mila detenuti definitivi con una pena residua non superiore a tre anni. Ma per i quattro anni successivi, il ritmo di crescita delle presenze rimase molto elevato, con una media di oltre 7mila unità in più ogni anno, fino a giungere a un picco di oltre 69mila detenuti nel 2009, 30mila in più di quelli presenti dopo l`applicazione dell`indulto. In conclusione: dopo aver svuotato velocemente le carceri, l’indulto finì col riempirle nuovamente, ed ancora più di prima, probabilmente perché gli ex detenuti, trovatisi alle prese con la “vita di fuori”, non trovarono le giuste condizioni di reinserimento. // L’indulto oggi Quale sia la situazione carceraria oggi l’ha riferito recentemente la ministra alla Giustizia Annamaria Cancellieri nella sua relazione alla Camera sullo stato della giustizia in Italia nel 2013. Al 9 gennaio 2014, i detenuti in carcere erano 62.326. Ma le carceri sono cronicamente piene anche perché la giustizia italiana è cronicamente lenta. Alla data del 30 giugno 2013 si contavano 5.257.693 processi pendenti in campo civile e quasi 3 milioni e mezzo in quello penale, ha riferito Cancellieri. I detenuti che potrebbero usufruire oggi dell’indulto sono 3 o 4mila. A questi vanno aggiunti i circa 10mila detenuti che lasceranno il carcere in seguito all’abolizione da parte della Corte Costituzionale di due articoli della legge Fini-Giovanardi sulle droghe leggere. Qual è il rischio, con questi numeri? Che non siano state previste misure per il “dopo” e che, non trovando una propria collocazione nel “mondo”, queste persone, una volta fuori dagli istituti di pena, in mancanza di alternative, si rivolgano nuovamente agli ambienti della criminalità. E facciano ritorno in carcere. Come e più di prima. // Il decreto svuota carceri Il decreto è stato approvato alla Camera lo scorso 6 febbraio (296 i voti a favore, 183 i contrari e due gli astenuti) ed attende solo l’ok del Senato per essere convertito in legge. Le principali novità: 1) Viene introdotto come regola il braccialetto elettronico dal giudice che dispone gli arresti domiciliari, salvo casi particolari; questo alleggerirà anche il lavoro delle forze dell'ordine e scoraggiare l'evasione. 2) Per reati inferiori ai 18 mesi, il condannato può scontare la pena a casa propria, anche in caso di parte residua della condanna. Fanno eccezione coloro che si sono macchiati di reati gravi e coloro per i quali è acclarato il pericolo di fuga. 3) Per ogni sei mesi di pena inflitta, sale a 75 giorni la “detrazione” prevista nell’ambito delle liberazioni anticipate (oggi è di 45 giorni). Non possono usufruire dello sconto, i condannati per mafia e per delitti gravi come omicidio, violenza sessuale, rapina aggravata ed estorsione. 4) Il limite per l’affidamento in prova ai servizi sociali è aumentato a quattro anni. 5) Per i detenuti, nasce la figura del “garante nazionale”, composto da tre membri esperti in carica per cinque anni senza possibilità di rinnovo del mandato. Compito del garante è vigilare sul rispetto dei diritti umani nelle carceri e trasmettere al Parlamento una relazione sul suo operato che prevede accesso libero a strutture carcerarie e alla consultazione di documenti e richiesta di informazioni. 6) Droga: lo spaccio lieve diventa reato lieve. Viene anche meno il divieto di disporre per più di due volte l'affidamento terapeutico al servizio sociale dei condannati tossico/alcool dipendenti. Ai minorenni tossicodipendenti accusati per piccolo spaccio sono applicabili le misure cautelari con invio in comunità. 7) Espulsione stranieri: oltre ai condannati che devono scontare due anni, rientrano anche quelli che hanno commesso un delitto previsto dal testo unico sull'immigrazione (condanna inferiore ai due anni), per rapina o estorsione aggravate. Si velocizza la procedura di identificazione finalizzata, eventualmente, all'espulsione. Leggi anche: Paolo: ‘Il carcere? Un'altra vita' Liberi tutti. ‘Senza scarti' 'Ex detenuto? Oggi è uno di noi' Venuti: ‘Il Pit9, un inizio senza finale' Vitali: ‘Il territorio non ha saputo sfruttare il Pit9'

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