Servizio ambulanze 118. Negro interroga la Regione

Bari. Accusa un malore in ospedale; l’ambulanza arriva da un altro paese. Il presidente Udc chiede chiarimenti su quanto accaduto al “Perrino” di Brindisi

BARI – “Appare ingiustificato agli occhi del cittadino che le pratiche burocratiche impediscano ad un ambulanza e al personale medico di intervenire con immediatezza di fronte ad una persona che sta male. Tale comportamento, pur rispettoso delle procedure, può mettere a rischio la salute e finanche la vita di una persona”. È quanto ha scritto il presidente del Gruppo Regionale Udc, Salvatore Negro, in un’interrogazione rivolta al Governo regionale a proposito di quanto verificatosi due giorni fa nell’ospedale Perrino di Brindisi. L’episodio ha dell’incredibile: una donna che si trovava presso la camera mortuaria dell’ospedale brindisino avrebbe accusato un malore e alla richiesta di soccorso da parte dei presenti, il personale sanitario avrebbe risposto che non poteva intervenire perché per qualsiasi operazione di soccorso il protocollo prevede la chiamata alla centrale del 118 che smista i mezzi. Così la donna è stata soccorsa con un’ambulanza arrivata da Mesagne nonostante un automezzo fosse lì a poche decine di metri da lei, davanti al Pronto Soccorso dello stesso ospedale. “Un fatto grave”, ha detto il presidente del Gruppo Udc che, nell’interrogazione, ha chiesto al presidente Nichi Vendola e all’assessora alla Sanità Elena Gentile di “conoscere con esattezza cosa prevede il protocollo del servizio sanitario pugliese in casi di emergenza come quello verificatosi nell’ospedale di Brindisi; se in presenza di una persona in difficoltà si possa derogare alle norme dello stesso protocollo e quali provvedimenti eventualmente si intendano assumere se si dovesse verificare che in tale occasione vi erano gli estremi per prestare le immediate cure alla donna e successivamente avvertire la centrale”.

Sostieni il Tacco d’Italia!

Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.

Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.

Grazie
Marilù Mastrogiovanni

SOSTIENICI ADESSO CON PAYPAL

------

O TRAMITE L'IBAN

IT43I0526204000CC0021181120

------

Oppure aderisci al nostro crowdfunding

Leave a Comment