Torre Veneri, si indaga sul traffico illecito di rifiuti

 

// INCHIESTA// 3// Lecce. La Commissione d’inchiesta ha negato la presenza di proiettili all’uranio impoverito nel poligono di Torre Veneri, ma conferma l’assenza di adeguate operazioni di bonifica. La Procura ha aperto un fascicolo

LECCE – “Stiamo attentamente analizzando la situazione dei poligoni di tiro, soprattutto quelli di Salto di Quirra, in Sardegna, e Torre Veneri nei pressi di Lecce” ci disse il Presidente dell’ultima Commissione d’inchiesta, il senatore Rosario Giorgio Costa, durante la nostra intervista del 20 ottobre 2012. Aree, quelle di Salto di Quirra e di Torre Veneri, dove per anni si è “giocato alla guerra”. Bellezze sacrificate per testare armamenti e compiere operazioni di addestramento. In Sardegna addirittura il più grande poligono europeo, 12.000 ettari, affittato per anni dal Ministero della Difesa a ditte ed eserciti stranieri al prezzo giornaliero di 1 milione e 200mila euro. Potendo ovviamente contare sul segreto militare delle operazioni. Ma mentre da una parte, come si suol dire, si “faceva cassa”, dall’altra tra i ragazzi operanti nel poligono nonché tra allevatori, abitanti e bambini del luogo si sarebbero ben presto diffuse neoplasie, stati morbosi e linfomi. Una situazione già evidenziata nel 2004 ma che fu deliberatamente lasciata nel cassetto. La Procura di Lanusei che indaga sull’area di Quirra ha chiesto il rinvio a giudizio di 20 persone tra Generali e responsabili militari del poligono, medici e amministratori locali ma la decisione ha già subito due rinvii, l’ultimo al 14 giugno 2014. Ma veniamo a Torre Veneri, situazione che, ovviamente, ci riguarda più da vicino e oggetto, durante la scorsa legislatura, di molti sopralluoghi compiuti dal Capitano Paride Minervini, esperto balistico e consulente della Commissione d’Inchiesta. Durante le ispezioni Minervini appurò la massiccia presenza, sia a terra che nel mare circostante, di residuati delle attività di esercitazione, evidenziando la necessità di una maggiore applicazione delle norme di tutela ambientale e l’esigenza che le bonifiche fossero effettivamente realizzate alla fine di ogni operazione. Sulla scia della crescente e giustificata preoccupazione dell’opinione pubblica e della nostra inchiesta dell’ottobre 2012, anche la politica cominciò a muovere i primi passi, con il Consigliere Comunale di “Lecce Bene ComuneCarlo Salvemini che presentò la richiesta per un campionamento veterinario sull’area del poligono. L’omonimo comitato di cittadini sarebbe successivamente stato audito dalla Commissione d’inchiesta. Durante l’audizione i rappresentanti dell’associazione “Lecce Bene Comune” ribadirono la necessità di un accurato studio epidemiologico e ricordarono i casi di tre militari salentini che, di stanza a Torre Veneri, avevano contratto gravi patologie tumorali dopo aver maneggiato, senza alcun tipo di protezione, vari tipi di munizioni. Nella Relazione Finale, la Commissione Costa avrebbe escluso la presenza di proiettili all’uranio impoverito nel poligono di Torre Veneri, ma avrebbe confermato l’assenza di adeguate operazioni di bonifica e nel febbraio 2013, a seguito di tre esposti presentati dall’associazione “Lecce Bene Comune”, saranno la Procura di Lecce ed il Pubblico Ministero Elsa Valeria Mignone ad aprire un fascicolo di indagine per traffico illecito di rifiuti, dopo aver acquisito tutta la documentazione prodotta dalla Commissione d’inchiesta e le risultanze dei rilevamenti effettuati, nelle settimane precedenti, dai Carabinieri del Noe. I recenti risultati delle analisi effettuate dall’Arpa su alcuni campionamenti di sabbia dell’arenile e sui sedimenti marini antistanti il poligono, hanno confermato la presenza di un’alta concentrazione di metalli pesanti, soprattutto alluminio e piombo e i materiali rinvenuti sono per lo più classificabili come residui di proiettili. Una Bellezza, l’area di Torre Veneri, situata tra l’Oasi Naturale delle Cesine e il Parco di Rauccio, che è stata teatro in questi anni di costanti violazioni delle disposizioni di legge sul divieto di abbandono dei rifiuti e sull’obbligo di bonifica dei siti. “Attendiamo le decisioni della Procura – ci dice Carlo Salvemini – che dovrà chiudere le indagini, formulare ipotesi di reato ed individuare eventuali responsabili, nonché attivare iniziative atte a tutelare i cittadini, ma la bonifica non è più rinviabile”. Leggi anche: Morto per linfoma. Il tribunale: ‘Colpa del vaccino militare’ Dall’uranio ai vaccini: 2.800 militari ammalati Sfoglia l’inchiesta del Tacco d’Italia “Il metallo del disonore”, uscita nel novembre 2011 Articoli correlati: Costa: ‘Al Poligono, traffico clandestino di metalli pericolosi’ Poligono di Torre Veneri: esposto in Procura Torre Veneri. La Scuola di Cavalleria smentisce Guido Salvemini, a Torre Veneri presenti metalli pesanti

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