Il partito del purché

A margine dell'accordo tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, nel Partito Democratico si ripete il mantra del 'purché si vinca', a tutti costi, anche calpestando l'etica pubblica

di Mario Toma E' impopolare, in questo momento, avere dei dubbi, dire o scrivere che l'incontro che “ha ridato visibilità, legittimità, agibilità politica” ad un pregiudicato come Silvio Berlusconi, è, eticamente, una vergogna. E, politicamente, un boomerang, per il centrosinistra. Scriverlo vuol dire remare controcorrente, rispetto all'opinione diffusa che, finalmente, anche a sinistra, ha trovato un condottiero vincente. Infatti, nel PD, è prevalente l'opinione, suffragata dal sostegno di molti giornali e dai loro opinionisti di punta (sia che appartengano a destra, sia a sinistra, sia a quelli della borghesia, per natura schierati “con chi vince!”), del “purché le riforme si facciano (sottinteso con chiunque e in qualunque modo!)”, del “purché si vinca (sottinteso con qualunque politica e qualunque mezzo)”, del “purché vada fuori tutto ciò che è vecchio, responsabile di ogni nefandezza (sottinteso… fuori tutti quelli che non si adeguano al nuovo corso dell'uomo solo al comando). Sono le stesse componenti e le stesse parole d'ordine che hanno permesso al Sindaco fiorentino di vincere, trionfando, alle primarie del PD. E, quindi, anteprima riproposta a giustificare la successiva mossa dell'incontro per le riforme Renzi-Berlusconi. Chi pratica in qualche modo i militanti del PD, soprattutto quelli di provenienza ex PCI, conosce la risposta che danno alle tue perplessità, semplice e netta: “… purché si faccia… purché si esca da questa palude… purché il PD ritorni protagonista… purché D'Alema e i suoi inciuci siano banditi per sempre… PURCHE' SI VINCA…”. Questo è “il mantra”, il nuovo senso comune che accompagna il nuovo corso del PD. Il partito del PURCHE'! Questo senso comune, questo schema di ragionamento ha travolto ogni argine. Chiunque, a sinistra, abbia voglia, ancora di discutere su che tipo di partito costruire, se la sinistra ha ancora diritto ad affermare i suoi valori, se ci sono idee alternative quelle del Segretario e dei suoi sostenitori sulle politiche del lavoro e del rilancio dell'economia, sulle perplessità che il modello di legge elettorale proposta dalla “PROFONDA SINTONIA” tra Renzi e Berlusconi, non sia, in fondo “un Porcellum in sedicesimo”, se l'accordo non sia una scialuppa di salvataggio per il declinante, colpito, diviso centrodestra e per Silvio Berlusconi, liquidato da … ” ma proprio voi parlate, che ci avete fatto un Governo con questi?”. Come dire… così fan tutti… Così avete fatto voi (sono i compagni e amici di partito o i loro elettori!). Avete sbagliato voi. Lo rifacciamo anche noi. Non emerge più un interrogativo: E L'ETICA PUBBLICA? E il tessuto civile e democratico distrutto da vent'anni di berlusconismo, e l'attacco ai poteri terzi dello Stato, e un uomo condannato per frode fiscale allo Stato, riportato al ruolo di “Padre COSTITUENTE?”. Non crea imbarazzo? Non suscita vergogna? O tutto questo rientra nel nuovo senso comune… Purché si faccia… e con chiunque. Io mi unisco a quelli che dicono di provare vergogna. E capisco meglio quanto si è scritto in questi ultimi anni sul PD. Un Partito mai nato, senza identità, un puro coacervo di correnti in lotta tra di loro, un raggruppamento puramente elettoralistico, tenuto insieme non dall'antiberlusconismo… ma da Berlusconi. A cui ogni volta che si è visto in difficoltò è arrivato ” IL SOCCORSO ROSSO”. Perché Berlusconi, che non ha saputo governare e tenere unito il suo schieramento, ha saputo compiere il miracolo di tenere in vita un partito inesistente, il PD! E ritorna la massima di Ovidio… “Nec tecum, nec sine te vivere possum!”.

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