Sanità, la Puglia soffre ancora

 

Bari. Diffusa la classifica redatta dal ministero della salute sul livello della qualità sanitaria delle regioni. La Puglia soffre ancora

Bari. Estensione delle vaccinazioni, prevenzione degli incidenti sul lavoro, posti letto nelle residenze per anziani, percentuali di cesarei. I dati del ministero valutano la sanità delle Regioni italiane in base a 21 indicatori che si riferiscono all’attività del 2012. La Puglia è al 14° posto nella classifica redatta. Su questi dati soffre molto, ancora reduce dal piano di rientro ospedaliero. Peggio della nostra regione solo Calabria e Campania. In testa, conferma anche nel 2012 dell’Emilia Romagna. L’assessore alle Politiche della salute della regione Puglia, Elena Gentile commenta lo studio spiegando che “sono stati tre anni terribili, questi ultimi, per il sistema sanitario regionale. Non torno sulle cause e sulle responsabilità. Voglio invece, invitare a cogliere i segnali inequivocabili dell’inversione di tendenza rispetto al passato. Questi i fatti: I dati diffusi dal Ministero della Salute riguardano i punteggi ottenuti dalle Regioni negli anni 2011-2012 rispetto alla griglia Lea (livelli essenziali di assistenza), costruita attraverso indicatori che misurano quantitativamente le prestazioni sanitarie. Redigere una classifica tra Regioni ha ben poco senso. I contesti che producono i risultati sono estremamente diversi tra loro, in termini di risorse disponibili e di percorsi realizzati negli anni. La sanità, la buona sanità, si basa su un numero di operatori adeguato e la Puglia sconta ancora i vincoli posti dal piano di rientro. A noi interessa guardare i progressi che la Sanità pugliese sta compiendo, che sono misurabili e riconosciuti dalla stesso ministero. Guardando – ricorda Gentile – il tasso di ospedalizzazione, la Puglia è passata da 213 per 1000 abitanti nel 2010 a 176 nel 2012, una riduzione di 37 punti in soli due anni: questo risultato straordinario ci avrebbe portato a raggiungere la soglia indicata dal ministero pari a 180, se proprio nel 2012 (a metà anno) non fosse stata portata a 170. Abbiamo ridotto di 72mila i ricoveri inappropriati. La mobilità passiva extraregionale è scesa del 7% tra 2012 e 2011. Aver raggiunto questi obiettivi è l’effetto degli interventi di riordino sulla rete ospedaliera e dello sforzo che gli operatori stanno compiendo. I primi dati del 2013 sembrano confermare questi andamenti”.

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