S.S. 275, un cammino controsenso

REPORTAGE. Un’assurdità e un’idiozia. In marcia verso Finibus terrae per ammirare tanta bellezza e denunciare le ferite inferte dalla strada al paesaggio e ai monumenti

di Gabriele Caforio

Si ringraziano Salvatore Lecciso per le foto e i ragazzi di infi.ma.blog per la testimonianza

Alberi d’ulivo secolari, antichi pozzi, vecchi tratturi, pajare e muretti a secco. Natura e storia che intrecciano le loro radici. Due frasi e la cartolina del Salento è fatta. Mettiamoci un B&b, un campeggio, il mare (la ciclabile sarebbe un azzardo ma in realtà basterebbe molto poco a farla) e la vacanza è servita. Mentre mezza Italia ricicla idee o cerca di dare un tocco di colore “verde” alle vacanze, perché oramai la parola “sostenibile” va anche di moda, in Salento basterebbe molto poco per fare turismo ed economia, senza abusi e sprechi di territorio. Eppure, quell’elenco di bellezze non è una cartolina, è l’elenco di ciò che si trova lungo il progetto del raddoppio della Statale 275. E’ una vicenda che dura da decenni, una statale che già esiste e che però lascia perplessi associazioni e cittadini sul suo allargamento. La scorsa settimana il Tacco è tornato a parlarne perché associazioni e cittadini si erano dati appuntamento per un cammino di due giorni, sabato 28 e domenica 29 settembre, lungo il percorso del nuovo progetto. Infatti, il Comitato S.S.275 e SWS Stalker Walking School, in collaborazione con l’associazione Cinema del Reale OfficinaVisioni e Oikos – il progetto per uno stile di vita sostenibile e sostenuti da diverse associazioni del territorio avevano lanciato un “SoS275. In cammino verso finibus terrae sulla strada senza senso”. Un cammino che segue i ritmi lenti della natura, 14 chilometri dalla stazione di Andrano – Castiglione fino alla Casa dei Pellegrini e poi altri 18 fino a Leuca. La Casa dei Pellegrini è un rudere che un tempo era punto di ristoro e riposo per gli antichi pellegrini che camminavano verso Leuca e che oggi è il presidio del Comitato S.S. 275 nel mezzo del tracciato della nuova strada. Abbiamo chiesto a Salvatore, uno dei ragazzi che si è messo in marcia lungo il percorso della strada fantasma, di testimoniarci la sua esperienza. Ci ha inviato alcune semplici foto, che descrivono già da sole l’argomento, i luoghi e anche le persone. La descrizione delle sensazioni, invece, la lasciamo alle parole dei ragazzi leveranesi di infi.ma.blog (infinitimarginali.it) che hanno preso parte anche loro al cammino.

Stazione Andrano-Castiglione

Stazione di Andrano-Castiglione: era qui l’appuntamento per la partenza. Arrivare con qualche minuto di anticipo aiuta ad intrecciare le prime relazioni, entrare nello spirito dell’iniziativa, incontrare coloro che da tempo si battono per questa terra e poi via in cammino per capire, per conoscere, per sapere.

14 chilometri. Tanti ne abbiamo percorsi tra sentieri di uliveti, vecchi tratturi, mirti, lentischi, frasche, pajare e muretti a secco da Andrano/Castiglione fino alle porte di Tricase; fino alla Casa dei Pellegrini. 

Il cammino

14 Chilometri. Li abbiamo voluti percorrere a piedi, insieme a tanti amici (…davvero tanti), per tracciare idealmente con i nostri passi quella ferita che già sanguina su un territorio da sempre lacerato e martorizzato. 

14 chilometri andando a costeggiare, ad incrociare, a percorrere quasi per intero quel primo tratto del progetto della nuova S.S. 275 (il secondo tratto Tricase-Santa Maria di Leuca per un totale di 18 km è stato percorso domenica) e cercare di comprendere fino in fondo la reale necessità, se mai ce ne fosse una, della realizzazione di questa nuova arteria stradale nel basso Salento, con un investimento iniziale stimato in 288 milioni di € ed uno sfruttamento del territorio che sarebbe senza precedenti qui nel Salento. 

Senza trascurare che una statale 275 già esiste. Basterebbe sistemare quella rete viaria, integrarla e metterla in sicurezza, anziché deturpare il territorio con enormi colate di cemento. Ne siamo usciti, dopo il cammino, con tanta polvere nelle scarpe, qualche spina nelle calze e negli occhi immagini confuse ed annebbiate da “un’assurdità ed un’idiozia” che oggi più di ieri ci risulta inspiegabile ed abnorme.

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