Tap. Il Comitato: ‘La Provincia gioca a nascondino’

Il comitato No Tap contesta l’atteggiamento della Provincia di Lecce sulla questione del gasdotto proposta dalla Trans Adriatic Pipeline. “Sono ormai tre sedute delle Commissioni congiunte che discutono del problema Tap – sostengono dal Comitato – che si chiede di convocare i sindaci. E si è raggiunto il grottesco motivando la cosa con la mancata comunicazione fra uffici. Ora si è deciso di convocare i sindaci di Melendugno e Vernole per lunedì 15, peccato che entrambi siano impegnati da tempo in un incontro a Bari per la regionale 8! Ormai e chiaro che in provincia ci sia la volontà di non decidere, già era sembrato strano il comportamento dell’Ente quando per definire il progetto ha fatto intervenire i tecnici di Tap. Che senso ha farsi spiegare un progetto dal proponente”? Si attende la risposta di Palazzo dei Celestini.

27 giugno 2013 Shah Deniz sceglie Tap. Il Comitato: ‘Vigileremo’

MELENDUGNO – “La battaglia si farà ancora più dura”, aveva annunciato ieri Alfredo Fasiello, del Comitato No Tap Salento, appena appresa la notizia della scelta del consorzio azero di Shah Deniz in favore di Tap. Lo ribadisce oggi il Comitato No Tap, che si dichiara molto preoccupato dalla scelta del consorzio azero di affidare a Tap il trasporto del gas proveniente dal medio Oriente. “Non esiste alcun progetto approvato per l’approdo del mega gasdotto in Italia – dicono dal No Tap – ed è lungi dall’esistere anche un accordo con le comunità locali e le istituzioni italiane. Ribadendo la necessità di una scelta razionale, che tenga conto della vocazione dei territori e del principio di autodeterminazione dei popoli, si ritiene improponibile una scelta unilaterale da parte degli azionisti del consorzio Shah Deniz”. Il Comitato fa dunque sapere fin da ora che continuerà ad opporsi al progetto con approdo a San Foca e vigilerà “affinché la voce dei cittadini non sia messa in sordina”.

26 giugno 2013 Shah Deniz ha scelto Tap
di Laura Leuzzi

MELENDUGNO – Tap batte Nabucco. La notizia non è ancora ufficiale, ma sembra circolare, in terra greca, come praticamente certa: il consorzio Shah Deniz per le forniture all’Europa del gas, che entro il 28 giugno avrebbe dovuto scegliere tra i due progetti di gasdotto per l’approvvigionamento del gas dall’Oriente all’Europa, ha scelto quello proposto dalla Trans Adriatic Pipeline. Si tratta del gasdotto che passa per la Grecia (ed ecco perché la notizia di fonte greca sarebbe fondata) per poi arrivare in Italia, nel Salento e proseguire fino all’Europa. Lo avrebbero annunciato oggi rappresentanti dello stesso consorzio incontrando il premier greco Antonis Samaras. Alle 18.30 dovrebbe esserci la comunicazione ufficiale, con la firma dell’accordo. Da parte greca, l’accordo sarà firmato dal ministro delle Finanze Yannis Stournaras e dal sottosegretario per l’Ambiente, Makis Papastravrou; per Tap a firmare sarà il Managing Director, Kjetil Tungland. Due settimane fa il ministro dell’Energia azero, Natig Aliyev, aveva preannunciato l’imminente decisione, spiegando che sulla scelta tra i due gasdotti avrebbe influito molto la variabile costi. “Adesso la battaglia diventerà ancora più forte”, ha annunciato Alfredo Fasiello, portavoce del Comitato No Tap Salento. “Metteremo da parte divisioni ed altre lacerazioni e lavoreremo tutti nell’unico impegno di impedire che il gasdotto venga realizzato. La necessità è di fare fronte comune per scongiurare il pericolo di un attentato al nostro territorio”. Un appuntamento della battaglia è stato già fissato: il 6 luglio, fuori dalla Camera di commercio. E’ quella la data prevista per la consegna delle targhe da parte del ministro Massimo Bray alle imprese turistiche salentine maggiormente impegnate nella promozione del territorio. A quelle aziende, in segno di protesta, il Comitato vorrebbe chiedere di rifiutare il premio per dare un segnale forte di contrarietà al progetto Tap.

20 giugno 2013 Tap, dentro l’incontro. Fuori, il sit in
(ph: Comitato No Tap)

LECCE – Dentro ai cancelli dell’Acaya Golf Club, il consiglio di amministrazione della Tap. Fuori, circa 100 manifestanti, del Comitato No Tap, ma anche alcuni proprietari di aziende che sorgono nei terreni dove è previsto il tracciato del gasdotto che la Trans Adriatic Pipeline vuole realizzare per trasportare il gas dall’Oriente all’Europa. Passando per il Salento.

Tap

Invitati all’incontro, ma assenti, anche i sindaci di Vernole e Melendugno, Luca De Carlo e Marco Potì. Le loro amministrazioni si sono già espresse sulla contrarietà all’infrastruttura. Assente, benché invitato, anche l’assessore regionale all’Ambiente Lorenzo Nicastro. Intanto è attesa per il 28 giugno la decisione sul consorzio Shah Deniz su quale gasdotto appoggiare, Tap o Nabucco.

18 giugno 2013 Incontro Tap a porte chiuse. Fuori, la protesta dei comitati

LECCE – Un nuovo incontro tra quattro mura e tra pochi intimi. Cioè, senza aver invitato i comitati ed i “portatori di interesse”. Tap ha organizzato un nuovo appuntamento con gli amministratori locali: domani all’Acaya Golf Club. Una nuova occasione per presentare il progetto e le ricadute previste dalla multinazionale sul territorio. Cittadini e comitati non sono stati contattati. Ma ci saranno ugualmente. Lì, proprio nel luogo scelto da Tap per l’incontro con gli amministratori, per manifestare la propria contrarietà di gasdotto. “Per l’ennesima volta – dicono – Tap rifiuta un confronto pubblico e lancia una provocazione all’intera popolazione salentina da sempre contraria al progetto. Il comitato ribadisce la contrarietà all’opera supportato da varie delibere comunali e regionali e organizza una manifestazione di protesta. Saremo li a guardare quali amministratori parteciperanno vendendo il nostro territorio”. In questo caso, sono tutti invitati.

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3 giugno 2013 Tap, anche Ecodem è contro

MELENDUGNO – “Non tutti i portatori di interesse sono d’accordo con un’opera pubblicizzata come rispettosa delle popolazioni locali”. E’ il commento del Comitato No Tap alla notizia che Ecodem Salento (Ecologisti democratici) ha fatto proprie le osservazioni contro il progetto di gasdotto della Trans Adriatic Pipeline già avanzate dell’associazione Tramontana e dallo stesso Comitato. “La presa di posizione di Ecodem – continuano gli ambientalisti – dà ancora più forza e ragione al Comitato nella sua battaglia mettendo al margine chi,forse superficialmente,aveva valutato positivamente il progetto”. Il progetto Tap ha incassato due delibere negative da parte del Comune di Melendugno e le delibere negative di Vernole, Caprarica di Lecce, Castrì, il parere negativo della Regione Puglia, di svariate associazioni salentine e di 5000 cittadini che hanno firmato la petizione pubblica per dimostrare la propria contrarietà al gasdotto progettato. “Le variazioni comunicate da Tap – aggiunge il Comitato -,sul posizionamento del Prt e sul tragitto, agli organi di stampa in questi giorni, non fanno altro che rafforzare i dubbi su un progetto presentato in maniera approssimativa e che non si fermerà come previsto ad Acquarica di Lecce ma taglierà il Salento fino a Mesagne”. Il Comitato No Tap chiede quindi al Governo di rivedere la propria posizione sull’infrastruttura. Ecco la lettera ufficiale inviata da Ecodem ai ministri interessati contenente le osservazioni al progetto:

24 maggio 2013 Governo Letta: la TAP s’ha da fare

ROMA – La “ragion di Stato” ma sulla pelle della popolazione salentina prevale anche ai tempi del governo Letta. Nel Consiglio dei ministri di stamane si è deciso di dare il via libera al progetto del gasdotto TAP che dai giacimenti del Mar Caspio porterà il gas naturale fino alla spiaggia di San Foca (marina di Melendugno – Le). Una forzatura dell’Esecutivo, in quanto la Trans Adriatic Pipeline non dispone ancora di tutte le autorizzazioni necessarie per avviare la procedura autorizzativa. Del resto lo schieramento a favore dell’opera è trasversale e molto ampio, spaziando dal Pdl (la prima proposta fu del governo Berlusconi) ai centristi di Monti (che col suo governo fu protagonista della prima accelerazione al progetto). Il ruolo decisivo è però giocato dal Pd con i ministri Andrea Orlando (Ambiente) e Flavio Zanonato (Sviluppo economico) in prima linea, e dai radicali, con l’impegno dell’ex parlamentare Zamparutti e il via libera di questa mattina che è arrivato su proposta della ministra Bonino (Esteri). La guerra dei gasdotti continua e si preannuncia bollente. 24 maggio 2013 Tap, un odg in Consiglio dei ministri L’iter per la realizzazione del gasdotto procede. Prevista per oggi la ratifica dell’accordo Italia-Grecia-Albania che ne stabilisce l’entrata in funzione nel 2018 ROMA – La Tap avanza velocemente. Si discuterà anche del gasdotto che la Trans Adriatic Pipeline intende realizzare dal largo di San Foca (Melendugno) al Consiglio dei ministri convocato per le 10 di oggi. All’ordine del giorno della riunione vi è infatti un decreto legge di recepimento della direttiva Ue sulla prestazione energetica in edilizia e la ratifica dell’accordo sul Tap. Si tratta dell’accordo firmato lo scorso dicembre a New York tra Italia, Grecia ed Albania con il quale si è indicato il gasdotto come il mezzo per aprire il Corridoio Sud per l’Italia e per l’Unione europea. Stando all’accordo, l’infrastruttura potrebbe entrare in funzione già nel 2018. Gli azionisti del Tap sono la svizzera Axpo, la norvegese Statoil e la tedesca E.On Ruhrgas. Quanto al decreto legge in discussione oggi, secondo le anticipazioni fornite ieri dal ministro dello Sviluppo Flavio Zanonanto all’assemblea della Confindustria, potrebbe contenere la proroga degli incentivi fiscali al 55% per l’efficienza energetica degli edifici.

14 maggio 2013 Ispezioni sulla terraferma. Il Tar dà ragione a Tap

MELENDUGNO – Il Comune non può ostacolare “a priori” le ispezioni di Tap sulla terraferma. La prima sezione del Tribunale amministrativo di Lecce ha accolto il ricorso presentato dalla multinazionale contro la decisione dell’Ufficio Tecnico del Comune di Melendugno di vietare il permesso alle indagini geofisiche in località San Foca. La decisione del Tar, nell’accogliere le motivazioni addotte dagli avvocati di Tap (Studio Legale Clarizio) a supporto del ricorso presentato, ha rilevato l’importanza strategica del progetto, a livello nazionale ed europeo: “Il Collegio – si legge nella sentenza – è dell’avviso che la pur indubbia significatività dell’intento manifestato (in base ai principi affermati nello Statuto Comunale) non può condurre alla determinazione di ostacolare ‘a priori’ la realizzazione dell’intervento, alla quale concorre l’attività dello Stato Italiano che, a sua volta, coopera allo sviluppo della rete energetica europea, nel cui ambito l’opera in questione assume rilevanza strategica (cfr. decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 13/03/2013).
L’esigenza della tutela della comunità da parte delle autonomie locali (in cui è senza dubbio annoverato il compito di promuovere le migliori condizioni di qualità della vita) non può rilevare in maniera isolata ed essere scissa dal contesto nazionale in cui si innesta il sistema delle autonomie”. Ha inoltre aggiunto che: “E’ fondato il motivo con cui si sostiene che non è configurabile un tale potere in capo al Consiglio comunale, organo di indirizzo e controllo politico-amministrativo, le cui competenze sono rigidamente fissate dall’art 42 del d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267, in base ad un’elencazione tassativa, che pertanto non può assumere provvedimenti annoverabili tra gli atti di gestione, rientranti tra i compiti della dirigenza, secondo quanto stabilito dall’art. 107, secondo comma, lett.f, del T.U. n. 267/2000”. Relativamente alla competenza sulla materia, il Tribunale ha stabilito che spetti al foro di Lecce, e non a quello di Roma, “non rinvenendosi una situazione di eccezionalità, da cui trarre la conclusione del rilievo di preminente interesse nazionale delle funzioni amministrative svolte”. “Accogliamo con soddisfazione questa decisione del Tar, nella ferma consapevolezza che il nostro progetto abbia tutte le caratteristiche necessarie per completare l’iter autorizzativo ed essere realizzato – ha commentato il Country Manager per l’Italia Giampaolo Russo –; Tap sottolinea comunque la propria volontà di cercare un dialogo costruttivo e trasparente con le amministrazioni interessate, così come sta facendo con le comunità locali”. Di tutt’altro avviso il Comitato No Tap che, pur accettando la sentenza del Tar, è tornato a sottolineare la scarsa attenzione di Tap nei confronti delle comunità del territorio. “Per l’ennesima volta Tap e i suoi uffici legali – hanno dichiarato dal Comitato – sbeffeggiano la volontà popolare facendo leva su tecnicismi giuridico legali. Speranzosi nella stessa giustizia che ha in questo momento dato ragione a Tap ricordiamo i danni prodotti dalle prospezioni in mare alle attività produttive mai pagati e su cui la Procura sta indagando. Ci viene difficile credere che Tap che si sta facendo spazio in Salento grazie ai suoi uffici legali – hanno aggiunto dal Comitato – possa avere con la popolazione locale un rapporto di ‘trasparente comunicazione’”. Infine, ribadendo la massima fiducia negli inquirenti, il Comitato ha nuovamente riferito come Tap continui a rifiutare “incontri pubblici con chi rappresenta un ostacolo al suo piano industriale”.

13 maggio 2013 Tap. La Procura indaga per danneggiamento

MELENDUGNO – Danneggiamento. E’ il reato ipotizzato dal sostituto procuratore Antonio Negro nell’inchiesta, al momento ancora a carico di ignoti, aperta dalla Procura di Lecce per far luce sull’attività di ispezione sottomarina svolta dalla multinazionale Tap al largo di Melendugno. Sotto la lente c’è ancora il gasdotto che la Trans Adriatic Pipeline vorrebbe realizzare per portare il gas dall’Oriente dall’Europa, passando per il Salento; ed in particolare le prospezioni in mare condotte negli scorsi mesi, a detta dei pescatori irrispettose dei luoghi e della loro attività. Più volte, appoggiati dalle associazioni ambientaliste e dal Comitato No Tap, hanno denunciato la distruzione o il danneggiamento delle reti da pesca e l’eccessivo avvicinamento alla costa da parte delle piattaforme incaricate di effettuare i sopralluoghi. Stavolta si tratta di nuove segnalazioni che provengono da altri pescatori; la questione, dunque, si allarga. E presto nuovi elementi potrebbero finire nelle mani degli inquirenti per ristabilire la verità. A breve, inoltre, su richiesta del Noe, dovrebbero partire delle indagini da parte di una squadra di sommozzatori della Capitaneria di Porto di Otranto chiamata a rilevare eventuali mutamenti sui fondali di San Foca. Intanto, sul fronte sondaggi sottomarini effettuati da parte di Saipem per conto di Tap, nell’informativa depositata in Procura, Arpa Puglia ha già rilevato come facciano riferimento a campioni “non accettabili”, in quanto realizzati con una procedura “in evidente difformità da quanto previsto”. L’attività di prelievo dei campioni, infatti, per decreto (decreto m ministeriale 24 gennaio 1996) sarebbe dovuta essere coordinata da un tecnico Arpa. Così, invece, non è stato. Ed ora, i 14 barattoli di sedimenti marini, potrebbero non essere processati dall’Agenzia regionale per l’ambiente in quanto la loro provenienza non è certificabile.

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15 aprile 2013 Gasdotti. La Turchia preferisce Nabucco a Tap

Nella battaglia tra gasdotti Nabucco-Tap, il primo è in vantaggio per due punti a zero. Dopo le dichiarazioni del ministro azero dell’Energia, che lo scorso dicembre ha riferito di preferire il Nabucco – il progetto che veicolerebbe 30 miliardi di metri cubi di gas proveniente dall’Azerbaijan dalla Turchia Occidentale in Austria attraverso Bulgaria, Romania ed Ungheria – anche il ministro dell’Energia turco, Taner Yildiz, nei giorni scorsi ha fatto di sapere di essere dello stesso parere. Yildiz ha riferito di considerare il progetto del Nabucco più vantaggioso rispetto a quello di Tap, che porterebbe in Italia, passando per l’Albania, 21 miliardi di metri cubi di gas dell’Azerbaijan dal confine tra Turchia e Grecia. La scelta spetta agli azeri del consorzio Shakh Deniz (composto da Socar, British Petroleum, Total e Lukoil) che dovranno esprimersi entro il prossimo giugno; tuttavia il parere della Turchia è vincolante perché entrambi i gasdotti concorrenti dovrebbero necessariamente collegarsi al gasdotto trans anatolico Tanap, che veicola il gas dell’Azerbaijan attraverso tutta la Turchia.

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10 aprile 2013 Arpa: ‘Tap, danni non misurabili. Chiuse le indagini’

MELENDUGNO – Le attività di ispezione sottomarina condotte da Tap al largo di San Foca sono state al centro di indagini da parte dell’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale). E’ la stessa Agenzia a comunicarlo ai pescatori della zona, rispondendo alla richiesta inviata, lo scorso 23 marzo, dalla cooperativa “Il delfino”. In quella lettera, i pescatori chiedevano di verificare la regolarità delle operazioni condotte dalla multinazionale e di valutarne gli eventuali danni ai fondali. E l’Arpa ha risposto, riferendo di aver già condotto proprie indagini e di aver trasmesso alle autorità competenti una “informativa circa la regolarità delle procedure utilizzate della stessa citata Società”. Inoltre, dice sempre l’Arpa, “data la presunta tipologia di perturbazione ambientale (eventuale trivellazione o carotaggio dei fondali) non è possibile il rilievo di eventuali danni, poiché i punti di carotaggio vengono spesso e velocemente ricoperti di sedimento, diventando pressoché impossibile la verifica”. Quindi, sulla regolarità delle operazioni di ispezione l’Arpa ha già indagato trasmettendo i risultati delle indagini agli organi competenti; quanto agli eventuali danni ai fondali, non sono misurabili. La certezza che l’attività ispettiva di Tap non stia provocando danni all’ecosistema, dunque, non c’è. Ecco la lettera inviata da Arpa ai pescatori

5 aprile 2013 Ricorso Tap. Potrebbe decidere il Tar del Lazio

LECCE – Potrebbe essere il Tar del Lazio ad esprimersi sul ricorso presentato da Tap contro la delibera con la quale il Comune di Melendugno ha impedito i rilievi sulla terraferma. Gli studi sui terreni dove è prevista la realizzazione del gasdotto sono necessari alla multinazionale per la redazione dell’Esia, la valutazione di impatto ambientale e sociale da presentare al Ministero dello Sviluppo economico entro il prossimo settembre. Ma nel corso dell’udienza di ieri davanti ai giudici del tribunale amministrativo salentino, è emersa la possibilità di inviare, entro i prossimi 15 giorni, tutte le carte a Roma e chiedere al Tar del Lazio di esprimersi in merito ad una questione che, trattando tematiche legate all’energia, dovrebbe essere di interesse nazionale e non solo locale. Tuttavia questa non è l’unica possibilità nelle mani del giudice. Che potrebbe invece decidere di entrare nel merito del ricorso ed emettere sentenza entro 40-45 giorni. Se anche il Tar dovesse accogliere il ricorso di Tap, poco cambierebbe, nei fatti. La società, prima di procedere a qualsiasi attività di ispezione e rilievo, sarebbe comunque legata alle autorizzazioni del Comune di Melendugno. Che molto probabilmente emetterebbe una nuova delibera contraria alle prospezioni, dal momento che, rispetto a quelle già emesse, le condizioni sono le stesse: la Trans Adriatic Pipeline non ha, come non aveva allora, l’ok del Ministero dei Beni culturali, che si è anzi espresso negativamente rispetto al depressurizzatore previsto nel Comune di Acquarica di Lecce; non ha l’ok di tutti i proprietari dei terreni interessati alle ispezioni; ha il parere negativo della Forestale e dell’Autorità di Bacino. In mancanza di queste autorizzazioni ad avviare le indagini sulle terraferma, l’attività di Tap è comunque bloccata.

4 aprile 2013 Tap, attesa per oggi la sentenza del Tar

MELENDUGNO – Potrà la Trans Adriatic Pipeline effettuare le ispezioni sulla terraferma? Sarà il Tar di Lecce a stabilirlo e la sentenza è attesa per oggi. La Tap ha infatti presentato ricorso contro la delibera con cui il Comune di Melendugno vieta, sul proprio territorio, le analisi e gli studi necessari per la redazione dell’Esia, lo Studio di impatto ambientale e sociale che la multinazionale dovrà consegnare entro settembre 2013 al Ministero per completare la documentazione sul progetto di gasdotto. Si tratta di una sentenza molto attesa da cittadini ed ambientalisti dell’intero Salento. Ed anche, naturalmente, dalla multinazionale, che ha sempre sostenuto la totale sicurezza delle indagini ed anche, in futuro, dall’attività del gasdotto. Alcuni mesi fa sembrava che la data della decisione del tribunale sarebbe stata determinante addirittura per il destino dell’infrastruttura. Il Ministero infatti aveva inizialmente fissato al 10 dicembre il limite massimo entro il quale la società avrebbe dovuto presentare la documentazione aggiuntiva relativa all’Esia; e, senza le ispezioni sulla terraferma, bloccate dal Comune, per la Tap sarebbe stato impossibile mantenere fede agli impegni presi presso il Ministero. Successivamente il Governo ha concesso altri nove mesi di tempo per adempiere agli obblighi; la data si è dunque spostata al settembre 2013. Il Tar avrà dunque tutto il tempo di esprimere il proprio parere sul ricorso. E, nel caso in cui dovesse accoglierlo, la Tap avrebbe tutto il tempo per implementare la documentazione.

14 marzo 2013 Comitato: ‘Con Tap non si tratta’

MELENDUGNO – Come sempre la comunicazione è veloce e viaggia on line. Il Comitato no Tap sbatte la porta in faccia, questa volta letteralmente, di fronte alle avance degli uomini della Tap, la Trans Adriatic Pipeline, il gasdotto che dal Mar Caspio dovrebbe sbarcare il Salento. “Non lo fanno per amore del Salento – scrive il Comitato No Tap, ma per portare documentazione in Ministero”. L’appello è: “Sbattetegli la porta in faccia! Buttateli fuori dalle vostre case”. “Giocano sporco”, scrive il Comitato. Ma a che cosa si riferiscono i cittadini che si oppongono all’imponente infrastruttura? Probabilmente all’offerta avanzata da Tap: 5 milioni di euro al Comune di Melendugno per combattere il fenomeno dell’erosione che nelle ultime settimane ha riguardato la falesia di Sant’Andrea, letteralmente sbriciolatasi sotto i colpi del maltempo. Il Comune non ha i fondi necessari per risolvere da solo l’emergenza e la stagione estiva è alle porte. La proposta della multinazionale potrebbe dunque apparire allettante. Ovviamente la condizione alla base dell’offerta è il “a osta” comunale al progetto di gasdotto. Ma il Comune ha già deliberato all’unanimità il suo no all’infrastruttura. Riuscirà a mantenere fede agli impegni presi, anche con i cittadini?

22 febbraio 2013 No al gasdotto. Cerimonia simbolica a San Foca

SAN FOCA – Si incontreranno alle ore 11.30 a San Foca, nei pressi della Torre. Poi porranno in mare una boa galleggiante con issata la bandiera nazionale italiana. E’ il gesto simbolico che cittadini ed ambientalisti salentini hanno programmato per ricordare alle istituzioni i loro doveri di tutela dei cittadini, della salute, del territorio e del mare. Al centro dell’iniziativa, il progetto del gasdotto Tap che interessa direttamente la costa di San Foca. “Contro la colonizzazione industrializzante del territorio a cui il territorio e i suoi cittadini stanno ormai da mesi dicendo no plebiscitariamente e con sempre maggiore forza – si legge nel comunicato diffuso dal Forum Ambiente & Salute -; contro i balletti volti a sfiancare gli operatori locali ed il cuore dei pacifici cittadini in merito alle varianti tecniche e di micro-ubicazione di una simile pericolosa abominevole infrastruttura non a dimensione di Salento, i cui impatti assolutamente non mutano al variare eventuale di questi micro-particolari con cui invece oggi si cerca di catalizzare l’attenzione della stampa, sviando il vero problema che è l’assoluta anacronistica scelta del basso Salento per il passaggio del mega-gasdotto”. Dopo il simbolico evento in mare, avrà luogo una conferenza stampa alla quale prenderanno parte la Elisabetta Zamparutti, componente la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati che ha presentato nei mesi trascorsi diverse interrogazioni parlamentari sul problema dei gasdotti e dell’ipotesi di un loro passaggio dal basso Salento, dalla costa otrantina, come da quella di Melendugno e Vernole; Sergio D’Elia, fondatore dell’associazione “Save Salento-Salviamo il Salento”, tra le primissime associazioni, insieme alla rete di comitati del Forum Ambiente e Salute, a lanciare l’allarme sul rischio gasdotto; rappresentanti degli operatori turistici di Melendugno; biologi per la difesa di un sito costiero dove ha luogo la nidificazione della tartaruga marina protetta Caretta caretta; i pescatori; i rappresentanti dei comitati ambientalisti; i rappresentanti delle Amministrazioni di Melendugno e Vernole.

11 febbraio 2013 Tap, in arrivo la terza piattaforma

MELENDUGNO – Due piattaforme Tap sono già al lavoro per effettuare i rilievi nel fondale marino di San Foca necessari alla compilazione dell’Esia (studio di impatto ambientale e sociale) del gasdotto e presto saranno raggiunte da una terza imbarcazione. E’ l’allarme lanciato dal Comitato No Tap che chiama in causa la politica a cui chiede di esprimersi, in maniera chiara, sul progetto della Trans Adriatic Pipeline. “Saranno poi i cittadini a decidere, in sede elettorale, a chi dare fiducia”. Il Comitato riferisce che le due piattaforme già impegnate nelle ispezioni, Bucentaur e Geosund, verranno presto raggiunte da Odin finder, che per ora è ormeggiata nel porto di Licata. “Ma – mette in guardia i,l Comitato – è solo l’inizio. Queste ‘creature’ dell’ingegno umano sembreranno gusci di noce se confrontate con le navi posa-tubi che arriveranno a progetto approvato, e i danni ammessi dalla stessa Tap in questi due mesi si moltiplicheranno e diventeranno devastazione”. Il Comitato elenca i danni che il progetto di gasdotto comporterebbe per il Salento. I danni di un PRT (terminale di depressurizzazione) che funzionerà per 1.600 ore all’anno, posizionato alle porte di Acquarica di Lecce, a poche decine di metri dal sito archeologico messapico di Pozzo Seccato. “Il PRT – si legge in una nota – sarà recintato da tradizionali muretti a secco, quasi a voler prendere in giro, oltre che danneggiare, una popolazione e i simboli della propria storia”. Ma anche i danni di una cicatrice sul terreno, larga 100 metri e lunga 5 km. E ancora, i danni a una scogliera che Tap dice di voler rinforzare e restituire alla balneazione. “Il caso di Porto Miggiano – chiede il Comitato – non ha insegnato niente”?

7 febbraio 2013 Tap non mantiene gli accordi: piattaforma sotto costa di notte
MELENDUGNO – I pescatori non la perdono mai d’occhio. Giorno e notte, la guardano. La controllano. Perché, di tanto in tanto, la piattaforma Geosund, che la Tap ha inviato nelle acque di Melendugno per effettuare i rilievi necessari a compilare l’Esia (lo studio di impatto ambientale e sociale) del gasdotto, si avvicina alla costa, tanto da far paura. Paura perché quando l’ha fatto, in altre occasioni, almeno due – l’1 e l’11 gennaio –, poi gli effetti si sono visti: migliaia di metri di reti da pesca distrutti. Attività danneggiate e danni non risarciti. Anche la scorsa notte la Geosund si è avvicinata sotto costa per effettuare le indagini marine. Può farlo: l’ordinanza 2/2013 della Capitaneria di porto, considerate le dimensioni non eccessive della piattaforma, glielo consente. Il punto è che quest’attività di “avvicinamento” avviene di notte. Quando, cioè, i pescatori calano le reti da pesca in mare. Proprio lì, dove c’è una secca molto ricca di pesce. Con il risultato che la piattaforma, nel passare, travolge e distrugge le reti dei pescatori, causando gravi danni alla loro attività.

mappa piattaforma Tap

Ecco la mappa satellitare che ha registrato la rotta seguita, la scorsa notta, dalla piattaforma Tap In realtà in un incontro tra Tap e pescatori, questi avevano chiesto al country manager della società, Gianpaolo Russo, di riservare le ispezioni sotto costa alle ore del giorno, evitandole di notte, quando in acqua ci sono le reti da pesca. Ed anche di calendarizzarle, informando i pescatori ogniqualvolta fosse previsto un nuovo “avvicinamento”. Questo accordo, come testimoniano le mappe satellitari pubblicate su facebook dal Comitato No Tap, non viene mantenuto. La Geosund continua ad effettuare i rilievi sottocosta di notte. Il danno è dei pescatori.

6 febbraio 2013 Tap: ‘Nessun danno al territorio’

LECCE – Il gasdotto Tap non sarà nocivo per il territorio, anzi potrebbe essere addirittura un vantaggio. E’ la tesi sostenuta dai rappresentanti della Trans Adriatic Pipeline nell’incontro che si è tenuto ieri presso la sede di Confindustria Lecce con una decina di operatori turistici del posto. Il country manager Gianpaolo Russo ed il senior regional stakeholder advisor Ernesto Somma hanno presentato ai gestori di lidi e albergatori alcuni dati statistici e documenti relativi ad altri gasdotti che sorgono in zone turistiche, sottolineando come queste non abbiano mai subìto danni dalla presenza dell0’infrastruttura. Quanto alla possibilità di esplosione, hanno detto, “in gasdotti di questo tipo non si sono mai verificati incidenti”. Tra i temi affrontati nel corso del dibattito, si è toccata anche la questione “compensazione per gli addetti al settore”. La società ha tuttavia precisato che non sono previsti rimborsi per le singole attività economiche ma per il territorio nel suo complesso, attraverso l’istituzione di fondo che sarebbe gestito dal Comune di riferimento. Ribadita, invece, l’intenzione di agire con azioni di miglioramento sui luoghi, come il consolidamento del costone roccioso nell’area di approdo, un intervento della portata di un milione di euro. All’incontro erano presenti anche i rappresentanti delle associazioni ambientaliste Giovanni Seclì (Forum Ambiente & Salute) e Alfredo Fasiello (Comitato No Tap Salento Acquarica Vernole), il quale, in particolare, ha sottolineato come l’ipotesi di collocare l’area di approdo del gasdotto a Brindisi non sia stata ancora scartata.

1 febbraio 2013 Tap. La piattaforma si avvicina a riva

MELENDUGNO – Vicina, molto vicina alla costa. La piattaforma che da alcune settimane sta ispezionando i fondali marini al largo di San Foca per produrre la documentazione necessaria ad integrare l’Esia, lo studio di impatto ambientale e sociale del progetto di gasdotto Tap è un “invasore” tenuto sotto costantemente controllo dai cittadini. Che lo guardano, lo scrutano, valutano la sua vicinanza o meno dalla riva. Una vicinanza che a volte si fa spaventosa. Ecco il video di Gabriele Marullo, postato sul gruppo facebook del Comitato No Tap. Documenta l’eccessiva vicinanza della piattaforma alla riva, una sorta di straniero in acque amiche. Intanto, stamattina, la piattaforma è stata avvistata ad una distanza di 740 metri dalla costa.

tap piattaforma

La piattaforma Tap, stamattina Troppo poco, per cittadini e pescatori, per sentirsi sicuri.

31 gennaio 2013 Tap a Vernole. Il Comune ribadisce il no

VERNOLE – Contrari al progetto senza “se” e senza “ma”. L’Amministrazione di Vernole ribadisce il proprio convinto no al gasdotto Tap. In una nota ufficiale del Gruppo di maggioranza pubblicata sul sito istituzionale del Comune si legge la piena contrarietà alla proposta della Trans Adriatic Pipeline. L’Amministrazione anzi si scaglia contro i media che “tendenti a rappresentare una presunta equivoca posizione dell’Amministrazione Comunale di Vernole rispetto alla realizzazione di un gasdotto denominato Trans Adriatic Pipeline”. Si tratta di un importante chiarimento, utile a fugare ogni dubbio sulla posizione del Comune riguardo la collocazione del terminale di ricezione del gasdotto in territorio comunale. Tuttavia, è il caso di precisare che sindaco e vicesindaco nei giorni scorsi avevano dichiarato di “non essere a conoscenza né formale, né informale di tale ipotesi”, invece, come abbiamo avuto modo di leggere nel documento Esia di Tap, ci furono degli incontri che la multinazionale definisce “fase di coinvolgimento delle parti interessate”, ai quali partecipò anche il Comune di Vernole, che addirittura avanzò delle proposte (poi scartate) sulla collocazione del Prt. Quella che segue è la nota del Comune in cui si ribadisce la contrarietà al progetto:

COMUNE di VERNOLE COMUNICATO STAMPA GRUPPO DI MAGGIORANZA

Con riferimento agli articoli di stampa pubblicati, in questi giorni, su diverse testate giornalistiche, tendenti a rappresentare una presunta equivoca posizione dell’Amministrazione Comunale di Vernole rispetto alla realizzazione di un gasdotto denominato Trans Adriatic Pipeline (TAP) con insediamento finale di un terminale di ricezione (Prt) sul territorio comunale, il Gruppo di Maggioranza ribadisce la netta, perentoria ed insindacabile contrarietà dell’Ente ad ogni tipologia di ipotesi progettuale. Tale convinto intendimento, già trasmesso per competenza a tutti gli organi istituzionali sovraordinati, trova formale, puntuale e specifica esplicitazione nella deliberazione n. 5 del 18/05/2012 con la quale, all’unanimità, il Consiglio Comunale, unico detentore della definizione delle volontà e degli indirizzi dell’Ente, ottemperando alla richiesta di parere della Regione Puglia, ha impegnato “gli Organi comunali a negare qualsiasi concessione, parere, autorizzazione o a osta comunque denominati relativi alla realizzazione del gasdotto” non solo, dunque, con riferimento all’area nei pressi di Acquarica, interessata dal progetto, ma “su tutto il territorio comunale”. E’ condannabile, pertanto, qualsiasi, evidentemente, pretestuosa, strumentale e fantasiosa “interpretazione” della chiara e decisa volontà dell’Amministrazione Comunale di diniego al progetto, in quanto, oltre a risultare una grossolana offesa alla verità, rischia di compromettere la necessaria opera di sollecitazione degli Organi ed Enti sovracomunali competenti, ed in particolare della Regione Puglia, affinché condividano le forti istanze, provenienti da questo Ente e dalla popolazione locale, di salvaguardia di un territorio ad alta valenza ambientale e paesaggistica, oltre che a forte richiamo turistico.

Vernole, 30 gennaio 2013

Il comitato no TAP si dice “contento del chiarimento e fiducioso della buona fede dell’amministrazione”. Resterebbero però alcuni punti sui quale fare chiarezza: il puntuale rispetto della delibera”anti TAP”; verificare se, come dichiarato da TAP stessa, si sia proceduto a prospezioni e valutazioni senza il permesso degli uffici comunali preposti; se questi uffici abbiano agito contro il volere della delibera.

30 gennaio 2013 Tap a Vernole. ‘Un Consiglio per fare chiarezza’

VERNOLE – Un consiglio comunale monotematico per fare chiarezza sugli eventuali accordi tra il Comune di Vernole e la multinazionale Trans Adriatic Pipeline. Lo chiede il consigliere di opposizione Marcello Corsano. Che nella lettera inviata al presidente del Consiglio Antonio Pascali e ad altri, ribadisce alcuni passaggi salienti della delibera di Consiglio del 18 aprile, quando all’unanimità si impose il diniego agli organi comunali ad autorizzare ogni intervento di Tap sul territorio comunale. Ecco la lettera di Corsano:

Al presidente del consiglio comunale di Vernole Antonio Pascali
Al sindaco Mario Mangione
Al capogruppo del Comune che vogliamo Letizia De Giorgi
Al comando dei Carabinieri di Vernole
Al comando dei Vigili Urbani di Vernole

Lettera aperta ai cittadini del Comune di Vernole

Oggetto: Centrale di depressurizzazione in zona PIP di Vernole

Il sottoscritto consigliere Marcello Corsano In merito alle notizie apparse sugli organi di stampa nei giorni scorsi, che riportavano la notizia di uno spostamento da parte della TAP, della centrale di depressurizzazione da Acquarica nella zona PIP di Vernole chiede notizie immediate da parte del sindaco e dei colleghi consiglieri in merito all’oggetto: c’è stata autorizzazione formale o informale alla TAP di fare dei sopralluoghi o rilievi? Dal comunicato del sito dell’ente sembrate tutti all’oscuro di tutto, e se questo è avvenuto è necessario aprire degli accertamenti e denunciare chi abusivamente l’ha fatto. Voglio ricordare a tutti voi che il consiglio comunale convocato dai 7 consiglieri di minoranza del 18 aprile del 2012 ha deliberato all’unanimità il seguente testo: “di impegnare gli Organi Comunali, per di rispettiva competenza e nel rispetto delle leggi vigenti disposizioni di legge, sia direttamente, sia nelle conferenze dei servizi che saranno eventualmente convocate nel procedimento autorizzativo, a negare qualsiasi concessione, parere, autorizzazione o a osta comunque denominati, relativi alla realizzazione del gasdotto proposto dalla società TAP (Trans Adriatic Pipeline) sul territorio del Comune di Vernole. Il Consiglio Comunale si impegna altresì a non approvare alcuna variante urbanistica che consenta la realizzazione della predetta infrastruttura”. Mi stupisce il fatto che questa società TAP con arroganza e prepotenza così come ha fatto già in passato si arroghi autonomamente di spadroneggiare sul territorio Vernolese, senza alcuna autorizzazione. Invito pertanto il presidente del consiglio Comunale a convocare un consiglio comunale monotematico sulla questione in modo che sia fatta chiarezza e ribadire il diniego a un’opera che andrebbe a compromettere e devastare, sia la salute pubblica che le poche risorse sane rimaste nel territorio. Concludo con una riflessione e un allarme: la condotta che approda da Punta Cassano sino alla centrale è oltretutto ad alta pressione; un eventuale danneggiamento provocherebbe la cancellazione dell’intero Salento con conseguenze irrimediabili. Non bastano ancora tutte le vicende di questi giorni: Ilva, Cerano, cementifici, ecc . E’ arrivato il momento di dimostrare che abbiamo una coscienza che và al di là delle parti e non abbiamo intenzione di mettere a rischio la salute e il futuro dei nostri figli. Marcello Corsano consigliere al comune di Vernole

29 gennaio 2013 Tap a Vernole. Le carte smentiscono il Comune

VERNOLE – Le carte smentiscono le parole. Anche se queste sono state affermate con decisione. Nei giorni scorsi il sindaco ed il vicesindaco di Vernole, Mario Mangione e Pantaleo Luigi Mangè, hanno dichiarato più volte ed attraverso vari canali (il sito internet del Comune e facebook, ad esempio) di non aver avuto alcun incontro con Tap e di non aver mai avuto comunicazioni, né formali né informali, sull’ipotesi della multinazionale di prevedere l’impianto di depressurizzazione del gasdotto nella zona industriale di Vernole (spostandolo dal luogo originariamente previsto, Melendugno, dove avrebbe un maggiore impatto ambientale e turistico). Eppure i documenti ufficiali affermano il contrario. Perché nell’Esia, lo Studio di impatto ambientale e sociale del progetto, la Tap riferisce di aver valutato varie ipotesi per la collocazione del Prt, cinque in tutto. E di aver ricevuto, in fase di “coinvolgimento delle parti interessate”, la richiesta, da parte dei rappresentanti del Comune di Vernole, di valutare la collocazione del Prt in “una nuova località nei pressi della futura Strada Regionale 8 pianificata – si legge nel documento – a sud dell’Opzione 1, tra Vernole e Acquarica. Questa opzione avrebbe consentito l’uso della servitù di passaggio di quella strada per il percorso del gasdotto”. Ecco il documento, andate a pg. 13

Come si legge, l’ipotesi avanzata dal Comune di Vernole viene comunque scartata da Tap, che riferisce di aver eseguito, sulla base di quel suggerimento, nuovi studi con l’obiettivo di identificare un’ubicazione idonea e di aver selezionato due potenziali ubicazioni, poi bocciate entrambe, in quanto la prima è “un’area agricola caratterizzata da una grande quantità di ulivi monumentali” e la seconda si trova “in un’area già occupata da un impianto fotovoltaico”. Così Tap sceglie di prevedere l’impianto di depressurizzazione tra Vernole e Melendugno, in un’area rurale ad Est di Acquarica. Ma il punto, al momento, non è questo. Il punto è che il Comune smentisce categoricamente di aver avuto contatti con la Trans Adriatic Pipeline. E La Trans Adriatic Pipeline, peraltro in documenti ufficiale, dice l’esatto contrario. Chi mente?

25 gennaio 2013 Tap a Vernole? Il Comune smentisce

VERNOLE – Il Comune di Vernole è all’oscuro di ogni intenzione di Tap di spostare lì il cuore del progetto attualmente previsto a Melendugno. Il sindaco Mario Mangione smentisce le notizie circolate ieri su internet ed anche su alcune testate giornalistiche, precisando che non vi è stata alcuna comunicazione né formale né informale da parte della Trans Adiatic Pipeline sull’idea di prevedere l’impianto di depressurizzazione del gasdotto nella zona industriale di Vernole, e non più a Melendugno, dove potrebbe arrecare danno all’ambiente ed al turismo. La smentita è comparsa ieri sulla pagina facebook del vicesindaco Pantaleo Luigi Mangè ed oggi sul portale istituzionale del Comune di Vernole.

24 gennaio 2013 Tap, il Tar decide sulle ispezioni a terra

MELENDUGNO –La data del 24 gennaio era appuntata da tempo nelle agende degli ambientalisti e dei cittadini di Melendugno e dell’intero Salento. Perché oggi il Tribunale amministrativo di Lecce si esprimerà sul ricorso presentato da Tap contro la delibera con cui il Comune di Melendugno vieta le ispezioni sulla terraferma. Si tratta di analisi e studi finalizzati alla redazione dell’Esia, lo Studio di impatto ambientale e sociale che la multinazionale dovrà consegnare entro settembre 2013 al Ministero per completare la documentazione sul progetto di gasdotto. Quello che dovrà portare il gas dall’Oriente all’Europa, passando per San Foca (Melendugno). Nel frattempo, se le ispezioni sulla terraferma sono state bloccate dalla delibera comunale, quelle in mare sono iniziate. Ne è la prova la piattaforma che i cittadini vedono al largo della costa ma che di tanto in tanto si avvicina pericolosamente a riva. Talmente vicine da distruggere, in varie occasioni, le reti dei pescatori, che dalla presenza di Tap sul territorio, stanno “guadagnando” oltre al danno di non poter svolgere la consueta attività – la Capitaneria di porto ha imposto di girare al largo della piattaforma ed ha inibito la pesca per due mesi in un’area molto vasta – anche la beffa di vedersi distruggere la strumento principale di lavoro. Chi pagherà? Non Tap, almeno per ora. Ameno non alla cooperativa Il Delfino, che raggruppa oltre il 70% della flotta totale della marineria. E che non ha ancora ricevuto – diversamente da quanto assicurato in passato da Tap – alcuna richiesta o proposta di accordo-risarcimento da parte della multinazionale.

14 gennaio 2013 Rilievi Tap. 1.500 metri di reti da pesca distrutte

MELENDUGNO – La denuncia arriva direttamente dai pescatori. E per la precisione dai pescatori della cooperativa Il Delfino. Lo scorso venerdì il Comitato No Tap ed Il Delfino hanno ripreso la piattaforma inviata dalla Trans Adriatic Pipeline al largo di San Foca per effettuare i rilievi necessari alla presentazione dell’Esia (Studio di impatto ambientale e sociale) del progetto di gasdotto. Nei video si faceva presente che la piattaforma stesse stazionando ad una distanza dalla costa inferiore ai 1000 metri. Ecco i video pubblicati su youtube che ritraggono la piattaforma in zona Fontanelle a San Foca:

Il giorno dopo, l’amara sorpresa: 1.500 metri di reti da pesca distrutti e non recuperabili. Chi risarcirà i pescatori?

reti distrutte Tap
reti distrutte Tap 2
reti distrutte Tap 3

I pescatori hanno dunque chiesto l’intervento della Capitaneria di porto che ha ordinato alla piattaforma di allontanarsi dalla costa, ma il danno è ormai irreparabile. Così è scattata la denuncia dell’accaduto da parte della cooperativa e del Comitato No Tap. Che intanto precisa che Tap ha effettivamente preso accordi per il risarcimento ai pescatori dei danni causati dall’inattività imposta dall’attività di rilievo sottomarini, ma esclusivamente con quelli riuniti sotto la cooperativa “Folgore” che rappresenta, dicono, un numero esiguo di imbarcazioni.

11 gennaio 2013 Gasdotto, ispezioni in mare. I pescatori: ‘Nessun risarcimento da Tap’

Tap

(ph: Comitato No Tap)

MELENDUGNO – La Tap avanza ed i pescatori sono costretti ad indietreggiare. Sono loro i primi, sul territorio, ad avvertire i disagi derivanti dal gasdotto. Ancor prima che l’infrastruttura venga realizzata. Da alcuni giorni sono iniziate le indagini sui fondali marini al largo di San Foca. Saranno quattro le piattaforme attive per effettuarle. La Capitaneria di porto ha pertanto inibito per due mesi la pesca in un’area molto vasta, chiedendo ai pescherecci di girare al largo delle piattaforme. Chi risarcirà i pescatori del danno subìto? La Tap aveva garantito che si sarebbe impegnata a farlo. Ma la cooperativa Il Delfino, presente a San Foca con più del 70% della flotta totale della marineria, riferisce di non aver ricevuto alcuna richiesta o proposta di accordo-risarcimento da parte della multinazionale. Inoltre, la cooperativa sottolinea come il “danno” al territorio ed alle attività legate alla pesca non sia quantificabile nel suo complesso: se infatti è possibile stimare la perdita monetaria legata al passaggio delle piattaforme sui fondali, non si può stabilire il danno che il gasdotto porterà all’ambiente ed al turismo. Sulla stessa lunghezza d’onda, il Comitato No Tap, che appoggia in pieno le considerazioni de Il Delfino e si dice preoccupato per l’evolversi della vicenda e chiede in che cosa consistano le “compensazioni” previste da Tap. “Gli accordi con chi sono stati fatti?”, chiede il Comitato attraverso la propria pagina facebook. “Non vorremmo che come in altre occasioni fosse in corso una compra vendita di opinioni a discapito del bene comune e dell’ambiente. Ci duole constatare da parte di TAP un lavoro che viene definito di ‘contatto e incontro con le comunità locali’ ma di fatto sembra più un tentativo maldestro di prendere in giro le categorie interessate”.

9 gennaio 2013 Tap, iniziano le indagini in mare

MELENDUGNO – Quattro piattaforme per ispezionare i fondali marini al largo di San Foca. Si chiamano Geosund, Geocat, Bucentaur e Odin Finder ed effettueranno le indagini geofisiche, geotecniche, magnetometriche e metocean che serviranno ad integrare la documentazione che la Trans Adriatic Pipeline ha presentato al Ministero relativamente al progetto di gasdotto per l’approvvigionamento di gas dall’Oriente. Una di esse è stata già avvistata dai cittadini ed è già al lavoro. Il Ministero alcune settimane fa ha concesso alla multinazionale ha concesso nove mesi in più per presentare lo Studio di impatto ambientale e sociale (Esia) che dunque andrà consegnato nel settembre 2013. Ed i cittadini, visto che le ispezioni sono partite, sono sul piede di guerra. Così come lo è il Comune di Melendugno, che si è sempre opposto al progetto ed infatti ha anche approvato una delibera con la quale nega ispezioni a terra nel proprio territorio. Proprio nei confronti di questa delibera la Tap ha presentato ricorso al Tar e, di rinvio in rinvio, ora si attende il 24 gennaio per sapere se i giudici accoglieranno la richiesta del suo anamento.

18 dicembre 2012 Tap, altri nove mesi per lo studio dell’impatto ambientale

MELENDUGNO – La Trans Adriatic Pipeline avrà nove mesi in più per presentare lo Studio di impatto ambientale e sociale (Esia) relativo al gasdotto che passerà per San Foca di Melendugno. E’ stato il ministero dell’Ambiente a concedere la sospensione di nove mesi della procedura che dunque andrà consegnata nel settembre 2013. La notizia è stata diffusa dalla stessa società attraverso il proprio sito internet, sul quale è presente anche un commento di Giampaolo Russo, Country Manager di Tap Italia: “É vitale che Tap prenda il tempo necessario per dare adeguata considerazione a tutti i commenti ricevuti dalle parti interessate – dice -. Posporre la presentazione dell’Esia darà tempo a TAP per continuare il dialogo sul territorio pugliese con tutte le autorità e le persone interessate al progetto, in modo da tenere ulteriormente in considerazione le opinioni ricevute. Nel frattempo, vorrei ringraziare il ministero dell’Ambiente e le autorità pugliesi per il supporto e la comprensione dimostrati, ci auguriamo di continuare questo dialogo costruttivo anche nel futuro”. Insomma, la motivazione della proroga starebbe nell’alto numero di osservazioni ricevute; e Tap intende sfruttare il tempo a disposizione per effettuare tutte le modifiche del caso e per “poter raccogliere le informazioni aggiuntive richieste – si legge ancora sul sito – calendarizzando i lavori necessari al di fuori dei mesi estivi, al fine di rispettare la stagione turistica dell’area di San Foca”.

5 dicembre 2012 Il Governo: ‘Tap attiva entro il 2018’ Il gasdotto Tap potrebbe funzionare già dal 2018.

E’ stato il sottosegretario allo sviluppo economico Claudio De Vincenti a riferirlo, a Bruxelles, al termine del Consiglio Ue energia. Dopo la firma dell’accordo a New York tra Italia, Grecia e Albania, ha dichiarato Vincenti, “ora stiamo definendo le norme specifiche” per il Tap, che dunque può essere il gasdotto che “aprirà il Corridoio Sud per l’Italia e per l’Ue”. Una dimostrazione del fatto che al Governo il progetto di un gasdotto per l’approvvigionamento energetico piace. E ciò, nonostante le tante battaglie degli ambientalisti, i pareri negativi dei Comuni e della Regione Puglia, ed il fatto che lo stesso ministero abbia ritenuto incompleta e carente la documentazione presentata dalla società Trans Adriatic Pipeline, che infatti adesso è chiamata ad integrarla entro il termine del 10 dicembre (ma il Comune di Melendugno ha negato l’autorizzazione ad effettuare rilievi nella zona interessata, bloccando di fatto l’attività della società; che, per questa ragione, ha presentato ricorso al Tar. L’udienza è fissata per il 12 dicembre, ovvero oltre la data di scadenza imposta dal ministero). Tuttavia la previsione di una entrata in funzione del gasdotto per il 2018, ovvero esattamente nei tempi previsti dalla Commissione Ue e dal governo azero, getta allarme tra coloro che avevano già cantato vittoria e dato per “ufficialmente bocciato” il progetto. Che, stando alle dichiarazioni del sottosegretario, diventa invece una infrastruttura strategica per il territorio nazionale.

28 novembre 2012 Tap. Il Comune ribadisce il ‘no’

MELENDUGNO – Con una nuova delibera il Consiglio comunale di Melendugno ha ribadito ieri la propria contrarietà al progetto di un gasdotto della società Trans Adriatic Pipeline. Una posizione già affermata all’unanimità dei presidenti durante la seduta della Commissione Consiliare del 26 ottobre scorso 2012. Nella delibera approvata ieri il Consiglio chiede un incontro all’assessore alla Qualità dell’Ambiente della Regione Puglia, Lorenzo Nicastro, ed agli altri rappresentanti istituzionali per coordinare l’azione politica da intraprendere in merito al progetto. Inoltre chiede alla Regione di prendere “formale e netta posizione politica di contrarietà al progetto proposto da Tap” e di coordinare “le iniziative in materia di realizzazione di infrastrutture energetiche e di sviluppo strategico del territorio”. Sempre alla Regione il Comune chiede di valutare la possibilità di richiedere alla Tap di proporre soluzioni alternative al progetto che interessino altre zone del territorio regionale “maggiormente indicate – si legge nella delibera – per approdi e realizzazioni di Terminali di Ricezione”. Ecco il testo integrale della delibera di Consiglio:

Oggetto: Gasdotto TAP. Determinazioni.

IL CONSIGLIO COMUNALE PREMESSO: che la società Trans Adriatie Pipeline AG Italia (TAP) ha in animo la realizzazione di un metanodotto per il trasporto di gas dall’Albania fino alla rete nazionale SnamReteGas attraverso il mare Adriatico; che in particolare l’approdo previsto da detto metanodotto interessa il territorio del comune di Melendugno: difatti la progettazione prevede che il punto di passaggio tra la condotta offshore e quella onshore è situato in corrispondenza del tratto compreso tra S. Foca e Torre Specchia Ruggeri, località marine del territorio di Melendugno; inoltre sempre nel territorio di Melendugno è prevista la realizzazione di un Terminale di Ricezione;

PRESO ATTO CHE: il Consiglio Comunale di Melendugno, con atto n. 5 del 29 febbraio 2012, ha deliberato di manifestare la propria contrarietà a detto progetto; analoghi provvedimenti sono stati adottati da altri Consigli Comunali di comuni limitrofi a vario titolo interessati dal progetto del quo; che il Comune di Melendugno, con nota del Sindaco ing. Marco Poti del 21 maggio 2012, ha trasmesso una memoria/parere nell’ambito del procedimento di valutazione di impatto ambientale alla regione Puglia, con la quale si confermava quanto già espresso con la sopra citata deliberazione consiliare, supportando la stessa con ulteriori argomentazioni e valutazioni di carattere tecnico; che la Regione Puglia, con Deliberazione della Giunta Regionale n. 1805 del 18 settembre 2012 (pubblicata sul BURP n. 142 del 02.10.2012), investita del potere di esprimere il parere di compatibilità ambientale sul procedimento, ai sensi del D.Lg.s n. 152/2006 e della L.R.Puglia n. 11/2001, ha deliberato, nell’ambito del procedimento ministeriale di V.LA. ed in conformità a quanto disposto dal Comitato Regionale per la V.I.A. nella seduta del 11.09.2012, “di esprimere …giudizio negativo di compatibilità ambientale per il progetto concernente il metanodotto per il trasporto di gas dall ‘Albania fino alla rete nazionale SnamReteGas attraverso il mare Adriatico, proposto dalla società Trans Adriatic Pipeline AG Italia”, tenedo conto anche di quanto espresso dal Comune di Melendugno con la nota del 21.05.2012; da fonti di stampa locale dei mesi scorsi (Quotidiano di Puglia del 29.09.20 12 e Gazzetta del Mezzogiorno del 29.09.2012), è trapelata la notizia che Autorità del Governo nazionale, in sede di incontri internazionali, avrebbero “assicurato” la fattibilità del progetto di TAP, in considerazione soprattutto del fatto che il gasdotto si inquadrerebbe nell’ambito del “Corridoio Meridionale del Gas”, generalmente indicato dalla Commissione Europea per la realizzazione di progetti relativi alla costruzione di infrastrutture per il trasporto del gas naturale dalle regioni del Mar Caspio e del Medio Oriente verso l’Europa; che detto “Corridoio” è identificato nella “Comunicazione sulle priorità per le infrastrutture energetiche per il 2020 e oltre” della UE (adottata il 17 novembre 2010), quale obiettivo strategico e di assoluta rilevanza per garantire l’approvvigionamento energetico di tutta l’Unione Europea; che i suddetti articoli di stampa parlano in particolare di un “memorandum d’intesa” firmato a New York a margine di lavori dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite tra Italia ( nella persona del Ministro degli Esteri Giulio Terzi), Albania e Grecia; – che comunque il procedimento di valutazione circa la realizzazione del progetto di cui trattasi continua nella sua attività istruttoria, come dimostrato dall’istanza presentata dalla TAP al Ministero dell’Ambiente (nota del Ministero dell’Ambiente in atti prot. del Comune n. 19697 del 04.10.2012) per una proroga dei termini relativi alla consegna della documentazione integrativa richiesta dalla Commissione ViA e VAS , atto concesso dal Direttore generale del Ministero dell’Ambiente, stabilendo un termine di scadenza al 10.12.2012; – che da ultimo è insorto un contenzioso giurisdizionale innanzi al TAR Lecce tra TAP e Comune in merito al diniego di una autorizzazione richiesta al fine cfl svolgere ulteriori indagini geofisiche sul territorio;

CONSIDERATO CHE: – l’Amministrazione Comunale di Melendugno permane nella sua totale avversione al progetto di gasdotto proposto dalla TAP, in sintonia col proprio programma amministrativo e in sostanza in accorso con la quasi totalità dei programmi amministrativi anche delle altre liste che hanno concorso alle elezioni amministrative del maggio scorso; – nella Commissione Consiliare del 26.10.2012 si è, all’unanimità, rinnovata la posizione di contrarietà alla realizzazione del gasdotto TAP, auspicando la convocazione di un Consiglio Comunale per l’adozione di un ordine del giorno finalizzato al coinvolgimento delle Istituzioni Regionali e successivamente Nazionali, al fine di provocare prese di posizione o atti di indirizzo analoghi a quelli adottati dal Comune di Melendugno ed a supporto degli stessi, con la possibilità, in subordine, di studiare soluzioni alternative al progetto in questione;

RITENUTO: – che l’avversità al progetto TAP derivi in particolare dall’assunto che il progetto contrasta con l’idea di sviluppo di questa Amministrazione, incentrata sul turismo balneare, sui prodotti agricoli di qualità, sul rispetto e tutela del paesaggio naturale, sulla tutela e la valorizzazione dell’Ambiente; – che scelte strategiche di sviluppo di un intero territorio non debbano essere “calate dall’alto”, ma, al contrario, debbano essere quanto più possibile condivise, soprattutto quando investono la naturale vocazione del territorio interessato e della sua gente; – che esistono evidentemente soluzioni alternative nella localizzazione della condotta sottomarina e soprattutto dello sbocco a mare, sicuramente più idonee perché maggiormente compatibili con località già destinate ad insediamenti industriali esistenti, come evidenziato anche nel parere della Regione richiamato in premessa; – di condividere le perplessità già manifestate dall’amministrazione comunale di Cavallino con nota prot. n. 8525 del 3.7.2012, indirizzata fra gli altri al Ministero dell’Ambiente, circa la mancata individuazione nel progetto de quo del tracciato tra la stazione di misurazione fiscale sita nel territorio di Melendugno ed il collettore finale sito in Provincia di Brindisi;

DATO ATTO che la Regione Puglia, per situazioni in qualche modo analoghe e collegate alle trivellazioni del mare Adriatico nei pressi del Gargano, ha preso posizione contro dette operazioni;

VISTO che sulla presente deliberazione non è stato acquisito il parere di regolarità tecnica di cui all’art. 49 del TUEL in quanto atto di mero indirizzo;

DELIBERA Di ribadire la ferma contrarietà al progetto proposto dalla Trans Adriatic Pipeline AG Italia di realizzazione di un metanodotto per il trasporto di gas dall’Albania fino alla rete nazionale SnamReteGas attraverso il mare Adriatico con approdo nel territorio di Melendugno; Di richiedere formalmente un incontro all’Assessore alla Qualità dell’Ambiente della Regione Puglia, dr. Lorenzo Nicastro, ed agli altri rappresentanti istituzionali competenti, al fine di coordinare l’azione politica in merito al progetto TAP; Di fare voti affinché la Regione Puglia: – prenda formale e netta posizione politica di contrarietà al progetto proposto da TAP e di coordinare, esercitando le proprie prerogative istituzionali, le iniziative in materia di realizzazione di infrastrutture energetiche e di sviluppo strategico del territorio; – in subordine, di valutare la possibilità di richiedere alla società Trans Adriatie Pipeline AG Italia proposte alternative di gasdotto che interessino altre aree regionali, maggiormente indicate per approdi e realizzazioni di Terminali di Ricezione; Di trasmettere la presente deliberazione:

al Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola;
al Presidente del Consiglio Regionale della Puglia, Onofrio Introna;
all’Assessore Regionale alla Qualità dell’Ambiente, dr. Lorenzo Nicastro;
al Ministro dell’Ambiente, dr. Corrado Clini;
alla società Trans Adriatie Pipeline AG Italia.

DELIBERA Di dichiarare la presente immediatamente eseguibile.

23 novembre 2012 Tap. Il Tar rinvia la decisione oltre il tempo massimo

LECCE – E’ un rinvio ma di fatto è una bocciatura. Perché in questo caso il tempo fa la differenza. Ed il 12 dicembre, la data alla quale il Tar di Lecce ha rinviato la discussione del ricorso presentato dalla Tap contro il Comune di Melendugno, è troppo tardi. Per la precisione il 12 dicembre è due giorni dopo la data limite imposta dal Ministero per l’Ambiente alla società Trans Adriatic Pipeline per presentare l’integrazione alla documentazione del progetto relativo al gasdotto che dovrebbe passare per San Foca. Il ricorso in questione è stato presentato contro la delibera del Consiglio comunale di Melendugno con cui si vieta alla società di effettuare rilievi sul territorio finalizzati allo studio del progetto. Non potendo fare i rilievi, la Tap non può nemmeno integrare la documentazione, così come richiesto dal ministero. Ecco il motivo dell’azione davanti al Tribunale amministrativo. Ed ecco perché la società aveva chiesto di considerare il ricorso con la maggiore celerità possibile, al fine di poter “stare nei tempi” imposti da Roma. Ma all’udienza di ieri il Comune di Melendugno, difeso dall’Avvocato Alberto Durante, ha presentato una nota integrativa nella quale venivano illustrati, punto per punto, i motivi del “no” al progetto ed alle ispezioni. Ciò ha imposto al presidente Antonio Cavallari la necessità di prendere più tempo per decidere e di spostare l’udienza al 12 dicembre. Troppo tardi per il ministero. Il Comitato “No Tap” ha preso il rinvio come una vittoria. Aggiungendo:“ritenendo la volontà popolare che ha inspirato la delibera insormontabile, speriamo il giorno 12 dicembre in una sentenza avversa al ricorso Tap”.

21 novembre 2012 Tap: ricorso al Tar contro il no del Comune ai rilievi

MELENDUGNO – Senza il via libera del Comune di Melendugno ad effettuare le indagini geospettive nell’area “scelta” per il passaggio del gasdotto, la Tap non sarà mai in grado di presentare al Ministero per l’Ambiente il progetto aggiornato entro il 10 dicembre. E’ questa la motivazione per la quale la Trans Adriatic Pipeline lo scorso 14 novembre ha presentato ricorso al Tar contro il Comune di Melendugno. Il 10 dicembre è la data ultima per la consegna del materiale integrativo sull’infrastruttura, richiesta dal Ministero che ha giudicato insufficienti le “carte” fornite dalla società. Ma se non potrà eseguire i rilievi (in mancanza dell’autorizzazione da parte del Comune), allora Tap non potrà nemmeno fornire l’integrazione alla documentazione. Il ricorso sarà discusso domani. La società ha infatti chiesto al Tribunale di prendere in considerazione l’istanza il prima possibile. Questo è il ricorso presentato dalla Tap:

E questa è la delibera, approvata all’unanimità, con cui il Consiglio comunale di Melendugno nega l’autorizzazione alle ispezioni sul proprio territorio. Il ricorso della Trans Adriatic Pipeline si rivolge contro questa delibera:

Proposta congiunta dei gruppi consiliari avente ad oggetto: “GASDOTTO TAP – DINIEGO DI AUTORIZZAZIONI, NULLAOSTA, PARERI, VARIANTI URBANISTICHE DI COMPETENZA DEL COMUNE DI MELENDUGNO”.

PREMESSO — che la società privata Trans Adriatic Pipeline (TAP) ha in animo di realizzare un gasdotto per il trasporto di gas metano estratto dal giacimento di Shah Deniz in Azerbaijan; – che l’ipotesi progettuale prospettata dai rappresentanti del consorzio Tap – se originariamente prevedeva di veicolare il gas direttamente nella zona industriale costiera di Brindisi attraverso un percorso completamente via mare – nella nuova formulazione prevede che la imponente infrastruttura energetica, dopo un percorso off shore nel mare Adriatico, dall’Albania approdi sulla costa di San Foca in località “Punta Cassano”, per poi proseguire nell’entroterra melendugnese, sino ad un impainto di depressurizzazione e di misurazione fiscale; — che, peraltro, accanto ed alternativamente all’ipotesi progettuale sopra richiamata, sussiste altro progetto di gasdotto proveniente dai medesimi giacimenti, ma con approdo nel tratto costiero ricadente nel Comune di Otranto; — che il progetto da ultimo richiamato è ancora potenzialmente realizzabile, seppur, si ribadisce, in maniera alternativa e non cumulativa al “progetto TAP”;

CONSIDERATO — che Melendugno è un Comune a forte vocazione turistica, conosciuto ed apprezzato oltre che per le ricchezze storiche, artistiche ed archeologiche dell’entroterra, anche e soprattutto per un lungo tratto di costa suggestivo ed incontaminato, per merito del quale lo stesso Comune è stato più volte insignito negli ultimi anni della Bandiera Blu d’Europa e di altri importanti riconoscimenti ambientali e turistici; — che, pertanto, l’attraversamento del territorio del Comune di Melendugno ad opera di un gasdotto, mal si concilia, ovvero contrasta inevitabilmente, con la predisposizione naturale del territorio medesimo ad una fruizione turistico-balneare come quella appena richiamata, nonché con l’interesse della comunità ivi residente all’incremento dello sviluppo turistico-ricettivo e delle attività, non solo commerciali o di natura economica, ad esso collegate o comunque connesse; — che, oltretutto, la presenza di una simile infrastruttura potrebbe provocare un serio nocumento all’immagine dei luoghi in oggetto, con possibili ripercussioni negative sui flussi turistici;

RITENUTO — che lo sviluppo socio-economico, conseguito con impulso sempre maggiore dal territorio melendugnese nel corso degli ultimi decenni, basato prevalentemente sullo “sfruttamento” delle proprie potenzialità naturali, prime fra tutte il mare incontaminato, gli arenili, le scogliere ed il clima mite, ha un’importanza strategica nel progresso non solo economico, ma anche sociale e culturale della comunità residente, e che la preservazione di questi “interessi”, unitamente alla tutela di tutto ciò che ne costituisce la fonte, non può essere compensata con alcuno indennizzo e/o contropartita di tipo economico; — che, l’Amministrazione Comunale, interpretando il sentimento della popolazione da essa rappresentata e facendosi parte attiva nella promozione delle istanze espresse dai cittadini, dalle associazioni e dagli operatori economici, intende esprimere, come in effetti con la presente mozione esprime, la propria netta contrarietà all’ipotesi progettuale della società TAP di realizzazione di un gasdotto, nella parte in cui prevede l’approdo ed il conseguente attraversamento del territorio comunale di Melendugno ad opera dell’infrastruttura in oggetto. — che, d’altro canto, l’Amministrazione Comunale non può esimersi dall’esprimere viva preoccupazione in ordine alla potenziale allocazione di altro gasdotto, sebbene in alternativa a quello appena citato, in un territorio attiguo a quello melendugnese come il Comune di Otranto, ad esso naturalmente ed inscindibilmente connesso. — visto l’art. 1 commi 2 e 3 dello Statuto del Comune di Melendugno, il quale dispone che: “Nella cura degli interessi della Comunità gli Organi del Comune assicurano la promozione dei valori culturali, sociali ed economici che costituiscono il suo patrimonio di storia e di tradizioni… Curano, proteggono e accrescono le risorse ambientali e naturali che caratterizzano il territorio ed assumono iniziative per renderle fruibili dai cittadini, per concorrere all’elevazione della loro qualità di vita”.

VISTO — che i gruppi consiliari di maggioranza e di opposizione, nonché il Presidente del Consiglio Comunale, hanno presentato sull’argomento in oggetto mozioni aventi nella sostanza lo stesso tenore e la stessa manifestazione di volontà di impedire la realizzazione del gasdotto TAP sul territorio comunale di Melendugno; — che è volontà di tutti i consiglieri comunali di addivenire ad un deliberato unitario e condiviso e che, pertanto, si ravvisa l’opportunità di ritirare le rispettive proposte e di giungere ad una posizione unanime che rispecchi la volontà della popolazione. Tanto premesso e considerato, si propone di deliberare quanto segue: “Il Consiglio Comunale delibera di impegnare gli organi comunali, per quanto di rispettiva competenza, a negare, nel rispetto delle vigenti disposizioni di legge, sia direttamente sia nelle conferenze dei servizi che saranno eventualmente convocate nel corso del procedimento autorizzatorio, qualsiasi concessione, parere, autorizzazione o aosta comunque denominati, relativi alla realizzazione del gasdotto proposto dal Consorzio TAP (Trans Adriatic Pipeline) sul territorio del Comune di Melendugno. Il Consiglio Comunale si impegna altresì a non deliberare alcuna variante urbanistica che consenta la realizzazione della predetta infrastruttura energetica e dei relativi impianti e stabilimenti in zone agricole sottoposte a vincolo paesaggistico e comunque in zone con destinazione urbanistica non conforme al carattere industriale delle opere da realizzare. Il Consiglio Comunale esorta altresì la Regione Puglia ad esercitare la massima vigilanza affinché un territorio di chiara vocazione turistica ed ambientale, insignito di importanti riconoscimenti ambientali e turistici (bandiera blu d’Europa, 4 vele Legambiente), peraltro posto a ridosso dell’area naturalistica Oasi Nazionale delle “Cesine” non venga trasformato in area industrializzata. Dispone che la presente delibera venga trasmessa al Presidente del Consiglio e Ministro all’Economia e alle Finanze, Professor Mario Monti, al Ministro all’ Ambiente e alla Tutela del Territorio e del Mare, Corrado Clini; al Ministro ai Beni e Attività Culturali, Lorenzo Ornaghi; al Ministro alla Salute, Renato Balduzzi; al Ministro alla Coesione territoriale, Fabrizio Barca; al Ministro allo Sviluppo Economico e Infrastrutture e Trasporti, Corrado Passera, al Ministro alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Mario Catania; alla Regione Puglia: Presidente Nichi Vendola, Assessore all’Ambiente, Lorenzo Nicastro; Assessore all’Assetto del Territorio, Angela Barbanente; Assessore all’Agricoltura Dario Stefano; ARPA Puglia -Agenzia Regionale per la Prevenzione e l’Ambiente, e al suo direttore Prof. Giorgio Assennato; Alla Provincia di Lecce; ai sindaci di Vernole, Castrì di Lecce, Lizzanello, Cavallino, San Donato di Lecce; Alla Capitaneria di Porto di Otranto”. Melendugno, 29 febbraio 2012

9 novembre 2012 Gasdotti. Il South Stream non passerà da Otranto

OTRANTO – “Nel Sud Italia non c’è abbastanza mercato e nel gas esistono già progetti concorrenti”. Sono le parole con cui Leonid Chugunov, capo dei progetti di Gazprom, ha motivato la decisione di non far passare il gasdotto South Stream per Otranto. L’infrastruttura, dunque, porterà in Europa il metano russo aggirando l’Ucraina, senza compiere alcuna deviazione verso l’Adriatico e la Puglia. Ed i lavori cominceranno il prossimo 7 dicembre. L’approdo verrà spostato a Tarvisio, in Friuli Venezia Giulia. Il tratto di gasdotto che sarebbe dovuto approdare ad Otranto avrebbe dovuto avere un percorso di 1,5 chilometri a terra (on-shore). Il progetto è stato molto contrastato per l’importanza archeologico-paesaggistica della città idruntina. Si tratta del secondo “abbandono” da parte di un progetto di gasdotto in terra d’Otranto. Lo scorso febbraio infatti, il consorzio Shah Deniz, per lo sviluppo di un giacimento offshore di gas naturale in Azerbaijan, aveva ristretto le sue opzioni per le forniture di gas verso l’Europa escludendo il progetto di interconnessione Itgi Poseidon (Interconnessione Turchia-Grecia-Italia) la cui condotta sarebbe dovuta approdare ad Otranto, preferendogli il gasdotto Tap (Trans Adriatic Pipeline) che interesserà direttamente le coste di San Foca. Venuto meno anche South Stream, ora la Tap ha la strada spianata verso la realizzazione. L’eccessiva concentrazione di progetti di gasdotti era infatti una delle motivazioni apportate per un’eventuale bocciatura del progetto. Ma, senza “concorrenti”, ora il progetto sembra incontrastato.

10 ottobre 2012 Tap. Procura in Comune, acquisite le carte

MELENDUGNO – Fare chiarezza una volta per tutte sul progetto relativo al gasdotto che la Trans Adriatic Pipeline vorrebbe realizzare per portare in Italia il gas dell’Adzerbajan. Con quest’intento la Procura stamattina ha fatto visita al Comune di Melendugno ed ha acquisito tutta la documentazione relativa alla Tap. L’iniziativa della Procura (pm Antonio Negro) è scaturita dall’esposto presentato lo scorso 4 luglio da parte di Alfredo Fasiello dell’allora comitato “No Tap”. Secondo quanto affermato da Fasiello nell’esposto, negli incontri con i cittadini e con la stampa finalizzati ad illustrare nel dettaglio il progetto, la Tap avrebbe fornito false informazioni e troppe “notizie rassicuranti” sull’opera per renderla più “accettabile” agli occhi dell’opinione pubblica. La società avrebbe insomma volutamente organizzato una campagna di “informazione deviata e/o di vera e propria disinformazione al fine di conseguire i propri interessi”. Un’accusa pesante, sostenuta da una lunga serie di episodi riportati come esempio della presunta scorretta comunicazione da parte di Tap. Ma quella di Fasiello non è l’unica denuncia presentata attorno al gasdotto Tap. I proprietari dei terreni che sorgono nei luoghi dove è prevista l’infrastruttura hanno infatti sporto denuncia contro ignoti per invasione di suoli privati: hanno notato nei propri terreni i segni di ispezioni e sopralluoghi. Alla loro azione è seguita quella del comitato “No Tap Salento” che sostiene che i terreni interessati da tali invasioni sono proprio quelli che sorgono lungo il tragitto previsto per il gasdotto. Ecco l’esposto di Fasiello per “false dichiarazioni a mezzo stampa”:

Ill.mo Sig. Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lecce

ATTO DI QUERELA Il sottoscritto signor Alfredo Salvatore Fastello nato XXXX il XXXX ed ivi residente alla via XXXXXX in proprio e quale rappresentante del Comitato No Tap espone e domanda quanto appresso:

PREMESSO
1) che la società multinazionale TAP intende realizzare un gasdotto per l’importazione dal Caucaso  e precisamente dall’Azerbaijan) di gas naturale.
2) Che tale gasdotto attraverso parte della Turchia , della Grecia e dell’Albania dovrebbe essere ricongiunto con la penisola Salentina attraversando il fondo del mare Adriatico e sfociando nella marina turistica di San Foca nei pressi di una zona che lambisce l’oasi naturale protetta delle “Cesine”.
3) Che dalla costa il metanodotto dovrebbe, secondo il progetto essere convogliato presso una erigenda centrale di depressurizzazione che Tap intende realizzare in agro di Acquarica di Vernole (in una zona ricca di uliveti e muretti a secco in prossimità di un sia pur modesto sito archeologico (da lì passava una diramazione dell’antica strada romana denominata Traiana-Calabra e vi sono resti di importanti insediamenti messapici unitamente a vestigia dell’evo medio).
4) Che, l’opera così come concepita e di fatto “imposta” ai cittadini dei comuni limitrofi anche a cagione di una non opportuna e trasparente campagna di informazione (per quanto appresso si dirà) presenta notevoli “punti oscuri” non adeguatamente chiariti dalla multinazionale TAP , la quale sta di fatto creando attraverso i media una campagna sistematica di false informazioni con l’obiettivo di ottenere dalla gente dei luoghi acquiescenza o quanto meno non manifesta ostilità allo sciagurato progetto.
5) Tale campagna sistematica realizzata di fatto fornendo notizie rassicuranti ma sostanzialmente false in merito alla erigenda centrale ed ai pericoli per la comunità locale e per le generazioni future , stanno sostanzialmente ottenendo lo scopo prefissato: quello di tranquillizzare la pubblica opinione nella quale è invalsa da ultimo una forma tutta meridionale di rassegnazione di fronte ad uno sciagurato progetto imposto per esclusive finalità di lucro e senza il benché minimo rispetto delle incolpevolmente ignare comunità locali.
6) Fornendo dunque false notizie alla stampa locale e non e sovvertendo in tal modo i canoni della realtà oggettiva, TAP a mezzo dei propri rappresentanti sta creando di fatto volutamente una campagna di informazione deviata e/o di vera e propria disinformazione al fine di conseguire i propri fini.
7) A titolo meramente esemplificativo e non esaustivo vengono qui succintamente richiamati alcuni rilevanti aspetti della questione Tap , che a sommesso parere del sottoscritto meriterebbero approfondimenti (anche di natura giudiziaria):
8) Relativamente agli impatti derivanti da emissioni sonore in fase di cantiere non vi è tutt’oggi una “Valutazione dei requisiti acustici delle sorgenti sonore ai sensi del DPCM 16 aprile 1999 n. 215 e di uno studio di impatto acustico revisionale”.
9) In merito alla compatibilità dell’intervento con il “Piano di Bacino Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del Territorio (PAI) si evidenzia così come rappresentato nelle cartografie ufficiali IGM , la presenza di reticolo idrografico (canale della Palude di Cassano) e pertanto si evidenzia la circostanza che le aree oggetto della erigenda centrale risultano vincolate dalle disposizioni degli artt. 6 e 10 delle norme tecniche di attuazione del Piano di assetto idrogeologico dell’autorità di bacino della Regione Puglia ( sul punto si richiama il contenuto della relazione – parere di impatto ambientale del 17/05/2012 a firma dell’Arch.Salvatore Petrachi responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Melendugno ( All. I )
10) Altro aspetto poco chiaro della vicenda e per il quale si chiede l’immediato intervento della Procura della Repubblica di Lecce , è la circostanza che la zona ove la centrale dovrebbe sorgere è come detto una zona di alto valore paesaggistico ed anche archeologico in virtù della circostanza che ivi risultano esservi stati i primi insediamenti messapici e vi sono di fatto vestigia e resti dell’evo medio.
11) I saggi di verifica che la Sovrintendenza avrebbe dovuto effettuare non sono stati realizzati, in violazione della normativa vigente e si chiede pertanto che la zona venga adeguatamente monitorata sotto tale profilo.
12) Poca chiarezza è sostanziale disinformazione è stata inoltre effettuata intenzionalmente da TAP avvalendosi delle modalità sopra descritte in merito alle emissioni della centrale di depresrizzazione (PRT).
13) Sul punto si precisa che il gas , prima di potere essere immesso nella Rete di Distribuzione, deve subire una riduzione di pressione. Il processo come noto , comporta la necessità di un riscaldamento supplementare del detto gas onde garantire le specifiche di fornitura dette dal gestore del servizio di distribuzione.
14) Tale riscaldamento come riportato in progetto, verrebbe effettuato con il calore generato dalla combustione di gas naturale. Sulla specifica questione risultano carenti sia i dati forniti in merito alle emissioni in atmosfera generate a tale processo privo di una appropriata valutazione di tipo quantitativo sia quelli forniti sotto il profilo qualitativo delle emissioni prodotte nelle condizioni di esercizio a regime (portata pari a 20 mld. di mc/anno e pressione massima di esercizio). A tal proposito si richiama ancora la relazione parere emessa dall’ Ufficio Tecnico del Comune di Melendugno a firma dell’Arch.Petrachi.
15) Sul punto il dr. Paolo Pasteris country manager di Tap ha dichiarato invece falsamente sulla stampa locale che il depressurizzatore non sarebbe altro che “un misuratore fiscale di gas” e non piuttosto come in effetti è uno strumento fornito di ben 3 turbine atte a pressurizzare il gas ( spiegare meglio tale aspetto).
16) Ma non è tutto, per immettere infatti questo gas nella Rete Nazionale è necessario raggiungere il più vicino punto di raccordo , sito in Mesagne (Br). Sarà dunque necessario depositare lungo il territorio salentino ulteriori condutture per un lunghezza pari ad almeno alla distanza in linea d’aria fra Acquarica e Mesagne, e dunque per ben 54,918 Km. Non è ancora chiaro quale sarà il tracciato seguito da tali condutture , perché nessun progetto o relazione preliminare è stata presentata in merito. Al 18 maggio 2012 nessuna documentazione sul punto è stata prodotta. Ovviamente anche con riferimento a tale area andranno effettuati i saggi archeologici laddove il tracciato dovesse incrociare come in effetti sembrerebbe zone ricadenti in tale categoria classificatoria.
17) Ciò che ulteriormente stupisce del progetto TAP è inoltre la circostanza che, il gasdotto dovrebbe essere realizzato attraverso un tunnel al fine di minimizzare l’impatto sulla costa. La trivellazione orizzontale richiede una sezione di 2,5 m per una lunghezza di 1,3 km., oltre lo scavo di due pozzi, uno nel punto di partenza on-shore e l’altro alla fine del tunnel, sul fondale marino ad una profondità di circa 27 m e ad una distanza dalla costa di circa 1 km., previo dragaggio dello stesso fondale da eseguire a mezzo di escavatore così da preparare il fondo marino per la posa del metanodotto recuperare la testa fresante. Sebbene le dimensioni dell’opera lo richiedano , il progetto non approfondisce i possibili rischi di crollo, a seguito della trivellazione delle falesie carsiche di San Foca già soggette a forti segni di erosione.(All. II : vedasi sul punto le Osservazioni inviate al Ministero dell’Ambiente a firma del Dott. Alberto Santoro , Presidente dell’Associazione Tramontana).Sul punto si chiede alla Procura della Repubblica di verificare attraverso l’acquisizione documentale dagli organismi istituzionali a ciò preposti e/o dall’Istituto di Geofisica la compatibilità del progetto TAP con il territorio previa verifica dell’impatto sul territorio anche in riferimento a problematiche di natura idrogeologica.
18) In ultimo ma non per ultimo va evidenziato come presso la spiaggia di San Basilio ove il gasdotto dovrebbe sfociare, (al pari di tutte le altre spiagge delle marine di Melendugno)sia conosciuto come luogo di nidificazione della fragile specie protetta delle tartarughe caretta caretta. E’ documentata la schiusa di 41 uova nel 2007 su tale spiaggia di San Basilio a pochi metri dal punto di approdo del gasdotto. Anche sul punto si chiede un adeguato intervento atto alla luce della normativa vigente a valutare l’impatto fortemente invasivo dell’opera che TAP intende realizzare 19) In ultimo ma non per ultimo la salvaguardia dell’ecosistema marino e della palude di Cassano
20) Quanto innanzi, qualora non adeguatamente monitorato provocherà non solo danni esiziali al settore turistico locale attualmente in piena espansione e conseguentemente all’ economia del territorio di Melendugno basata essenzialmente su turismo ed agricoltura biologica di fatto incompatibile con la realizzazione di una infrastruttura le cui conseguenze avranno un grave impatto a medio-lungo termine sulla stessa salute dei cittadini.
21) Non possono all’uopo essere ignorate le normative in tema di rischio ambientale, ed il concetto di danno ambientale così come codificato a livello della stessa disciplina europea (direttiva 2004/35 CE) che il progetto TAP sembra ignorare del tutto inquadrando la realizzazione del gasdotto nel più ampio disegno geopolitico di approvvigionamento di gas naturale dai paesi caucasici di guisa da fare dell’Italia un paese “impo/esportatore”.
22) Tale gas metano verrebbe approvvigionato in epoche estive con acquisto a basso costo , stoccato presso la erigenda centrale e successivamente rivenduto a prezzi tali da realizzare lucro ingente per la società multinazionale e per lo stesso Governo italiano: sull’altare dell’economia non possono essere sacrificati la tutela della salute dei cittadini, quella del territorio e quant’altro sopra descritto, tanto più che il fabbisogno nazionale di gas è già ampiamente soddisfatto dalle forniture esistenti. Tutto ciò premesso il sottoscritto signor Alfredo Fasiello anche nella sua qualità di rappresentante del movimento NO TAP con il presente atto formalizza espressamente formale denunzia ed ove occorra querela con istanza di punizione verso tutti i soggetti ritenuti responsabili delle illiceità penali di cui sopra e per tutti i reati che la S.V. ill.ma riterrà di ravvisare nell’illegittimo loro comportamento. Nomina quale proprio difensore l’avvocato Vincenzo Savino Vantaggiato con studio in Lecce. Chiede di essere notiziato ai sensi dell’art. 408 cpp nel caso di archiviazione. Con osservanza Alfredo Fasiello

4 ottobre 2012 Tap, ratificato l’accordo Italia-Grecia-Albania

MELENDUGNO – A a sono serviti i pareri negativi della Regione Puglia, dei Comuni di Vernole e Melendugno, di ConfCommercio Lecce, dell’associazione Tramontana ed il grande attivismo del Comitato “No Tap”. L’Italia ha ratificato nei giorni scorsi a New York l’accordo definivo con Albania e Grecia per l’approvvigionamento del gas tramite gasdotto Trans Adriatic Pipeline. Ciò significa che la Tap ha compiuto un importante passo in avanti, essendo tra l’altro inserita tra le oltre 300 infrastrutture europee – 56 coinvolgono l’Italia – considerate di interesse strategico dall’Unione europea, ovvero i cosiddetti “Pic”, Progetti d’Interesse Comune. Insomma l’Europa ed il Governo italiano considerano la Tap tra le infrastrutture fondamentali per lo sviluppo futuro del territorio. Un’opera dalla portata annua di 20 miliardi di metri cubi di gas che gli azionisti del progetto (la svizzera EGL, la norvegese Statoil e la tedesca E.ON Ruhrgas) considerano indispensabile per “una maggiore sicurezza di approvvigionamento per il mercato europeo” del gas. E ciò, nonostante il Comitato Via della Regione Puglia abbia espresso parere negativo nella proceduta di Valutazione d’impatto ambientale, giudicando l’infrastruttura “un intervento fortemente impattante per il territorio eppure corredato di una documentazione non sufficientemente dettagliata in ordine alle conseguenze che lo stesso avrebbe per il territorio, in relazione alle realtà paesaggistico-ambientali e storico-culturali del Canale d’Otranto e del territorio nel Comune di Melendugno che insieme al comune di Vernole avevano espresso parere sfavorevole all’opera. Il comitato ha fatto sue le perplessità contenute nei pareri dei Comuni e delle osservazioni della ConfCommercio di Lecce e dell’associazione Tramontana”.
Il Comitato No Tap non si dà per vinto e, dopo aver raccolto oltre 500 firme, ora vuole fare pressione a livello ministeriale per bloccare la realizzazione di un’opera che, nel territorio in cui dovrebbe sorgere, sarebbe tutt’altro che utile e “strategica”. Comitati e cittadini hanno inoltre la possibilità di presentare osservazioni sottoforma di commento. Entro e non oltre il 4 ottobre 2012. Oggi. E chissà se questa volta le osservazioni varranno a qualcosa.

18 settembre 2012 Tap. La Regione delibera: ‘No al gasdotto’

BARI – La Regione Puglia ribadisce il suo “no” al gasdotto Tap. Tenendo conto del parere negativo espresso dal Comitato Via regionale, infatti, la Giunta di Via Capruzzi oggi ha approvato una delibera di contrarietà alla realizzazione di un gasdotto che colleghi il Mar Caspio all’Italia in zona San Foca. “Si tratta di un passaggio importante – ha spiegato l’assessore all’Ambiente Lorenzo Nicastro – soprattutto in relazione alla scelta, oggi nuovamente ribadita dal Consiglio Regionale con l’approvazione della legge sulle fonti rinnovabili, di continuare ad investire su energia pulita”. “La Puglia ha dato molto, in termini di pressione sul territorio e di investimenti, alle fonti rinnovabili di energia – ha aggiunto -. Ricordo 31mila impianti per 2300 Mw di potenza installata per il solo fotovoltaico. E’ il segno di una via, ecosostenibile, imboccata e dalla quale scegliamo di non tornare indietro. Per questo l’idea di una mega opera a forte impatto sul territorio, con aree e volumi di grande importanza asservite all’approvvigionamento, se non in termini ipotetici anche allo stoccaggio, di una fonte fossile non è compatibile con le scelte strategiche che la Regione sta compiendo. Il Comitato Via – ha spiegato l’assessore – ha espresso dubbi tecnici soprattutto in relazione al terminale di ricezione e riduzione della pressione del gas con capacità prevista di 20 miliardi di mc all’anno e che interesse un’area di 92mila metri quadrati, oltre che valutazioni non sufficientemente convincenti sulle scelte di localizzazione, di impiego delle tecnologie”. Secondo Nicastro, la delibera di Giunta rappresenta oggi la scelta politica “di una Puglia che rifiuta le aggressioni al territorio in nome di una fantomatica autonomia energetica del nostro paese da rincorrere sempre e soltanto attraverso un aggravio della pressione ambientale sulla nostra regione”.

18 settembre 2012 La Tap prepara gli studi sui ‘luoghi del gasdotto’

MELENDUGNO – La Trans Adriatica Pipeline si prepara a studiare i siti interessati dal tracciato dal gasdotto. Nel Salento, si tratta della zona compresa tra San Foca e Torre Specchia Ruggeri nel comune di Melendugno. La notizia stride con l’emozione per la schiusa di 16 uova di Caretta Caretta, specie protetta di tartaruga marina, sulla costa di Torre Sant’Andrea. Eppure si tratta dell’annuncio ufficiale che compare da ieri sulla home page del sito internet della società. Dove viene specificato che, per l’approdo del gasdotto sulla costa salentina saranno osservate tutte le precauzioni del caso: “La sezione di approdo del gasdotto sarà costruita con la tecnologia del micro-tunnel in modo da rispettare l’ambiente marino (Posidonia oceanica) e non contribuire all’erosione della costa”. “Il primo studio – si legge nel comunicato ufficiale – è un’analisi della resistenza del terreno in prossimità della sezione di approdo, esso servirà ad identificare e valutare la possibile presenza di cavità sotto la superficie in modo da assicurare che la rotta del gasdotto sia la più sicura possibile. I lavori saranno realizzati dal progetto TAP con il supporto del partner D’Appolonia, azienda italiana leader nel comparto ingegneristico con specializzazioni nelle aree dell’ingegneria civile, geotecnica, ambientale oltre a quelle della geologia, geofisica, idrologia e idraulica”. “Paolo Pasteris, Country Manager TAP Italia – si legge ancora – ha detto: ‘I nostri ingegneri vorrebbero ulteriormente analizzare in dettaglio la rotta che è stata proposta per il gasdotto in modo da sincerarsi che il terreno è adatto per la costruzione. Raccoglieremo nuovi dati ed informazioni per assicurare che la rotta proposta per il gasdotto è stata analizzata con cura e che non comporterà impatti nel lungo periodo sull’ambiente ed il paesaggio”. Ma non è tutto. Perché, sempre sul sito internet della Tap, si annuncia che nei mesi autunnali verranno condotti altri studi sia in mare che sulla terraferma, con l’analisi delle condizioni del sottosuolo sia lungo la rotta proposta che vicino al Terminale di Ricezione del gasdotto, oltre a valutazioni sui livelli di rumore nella zona”.

12 settembre 2012 La Regione boccia la Tap

BARI – “No alla Tap”. Parola del Comitato Via (valutazione di impatto ambientale) della Regione Puglia che ieri ha bocciato il progetto per la realizzazione del gasdotto al largo di San Foca presentato dalla multinazionale Trans Andriatic Pipeline. No, ha spiegato l’assessore regionale all’Ambiente Lorenzo Nicastro, per “tutelare il territorio da una aggressione su più fronti in nome di una autonomia energetica del paese che ha tutto il sapore di una corsa allo sfruttamento esasperato delle fonti fossili”. Il Comitato regionale, nell’esprimere la propria contrarietà alla Tap, ha fatto proprie le osservazioni avanzate dai Comuni di Melendugno e di Vernole, il cui territorio è direttamente interessato dal progetto, e dalle associazioni ambientaliste, uniformandosi alla posizione del Ministero dell’Ambiente che, lo scorso giugno, ha sollevato perplessità di carattere ambientale circa l’infrastruttura richiedendo alla società titolare del progetto documentazione integrativa che chiarisse i dubbi. Tuttavia, ha aggiunto Nicastro, l’azienda on avrebbe mai prodotto “un progetto definitivo da valutare come previsto dalla legge”. Secondo l’assessore pugliese quello della Tap sarebbe “un intervento fortemente impattante per il territorio eppure corredato di una documentazione non sufficientemente dettagliata in ordine alle conseguenze che lo stesso avrebbe per il territorio, in relazione alle realtà paesaggistico-ambientali e storico-culturali del Canale d’Otranto e del territorio nel Comune di Melendugno che insieme al comune di Vernole avevano espresso parere sfavorevole all’opera. Il comitato ha fatto sue le perplessità contenute nei pareri dei Comuni e delle osservazioni della ConfCommercio di Lecce e dell’associazione Tramontana (Melendugno) esprimendo parere negativo nella procedura di Valutazione di Impatto Ambientale incardinata presso il Ministro competente”. “La carente documentazione tecnica – ha riferito Nicastro – soprattutto in relazione al terminale di ricezione e riduzione della pressione del gas con capacità prevista di 20 miliardi di metri cubi all’anno e che interesse un’area di 92mila metri quadrati, oltre che valutazioni non sufficientemente convincenti sulle scelte di localizzazione, di impiego delle tecnologie, hanno determinato questa scelta”. L’assessore ha sottolineato in particolare i rischi di incidente rilevante dell’impianto progettato, l’ipotesi della realizzazione di una centrale termoelettrica a gas a ridosso dell’impianto con le ricadute sul territorio in termini di sicurezza, l’impatto del gasdotto sull’ecomuseo di Acquarica e sulla riserva naturale statale “Le Cesine”, l’attraversamento di zone ricche di Posidonia Oceanica e Cymodocea oltre che di aree individuate come di nidificazione della tartaruga caretta caretta. “Infine – ha concluso – le valutazioni espresse dal soggetto presentatore in relazione alla diversificazione delle fonti energetiche in una ottica strategica per il nostro paese appaiono in contraddizione sia con le autorizzazioni concesse per le prospezioni sismiche in Adriatico sia con l’attuale situazione della nostra Regione che, proprio in quelle aree, ha degli impianti di produzione energetica da fonti fossili a forte impatto ambientale. Il nuovo impianto si aggiungerebbe agli esistenti con un aumento delle emissioni. Il tutto in una Puglia che, lo ripetiamo ancora una volta, ha già dato molto, in termini di diversificazione energetica, con le rinnovabili. Da tempo abbiamo fatto scelte diverse e intendiamo perseguirle”. Grande la soddisfazione per la decisione del Comitato Via regionale espressa dal Comitato No Tap e rimbalzata su tutti i social network, dove la battaglia contro il gasdotto ha preso corpo in questi mesi e si è rafforzata. “Un risultato impensabile all’inizio – si legge in una nota dal Comitato -, ottenuto anche grazie alle controdeduzioni formulate dall’associazione Tramontana in stretta collaborazione con lo stesso Comitato e dalla volontà popolare che ci ha sostenuto (e rafforzati dalle 5000 firme finora raccolte). Il lavoro del Comitato comunque va avanti: il prossimo obiettivo è di fare pressione a livello ministeriale, allargando il nostro ambito di azione, ancor più stimolati a non permettere che l’interesse di pochi abbia la meglio sulla collettività e sul nostro territorio”.

3 luglio 2012 San Foca, sprofonda il terreno a 3 metri dalla riva

SAN FOCA – Una voragine profonda circa 3 metri a pochi passi dalla riva. E’ accaduto a San Foca, nei giorni scorsi. L’area è stata subito messa in sicurezza e circoscritta da alcune boe, in quanto rappresenta un pericolo per i bagnanti. Ma il dubbio è che quanto accaduto possa avere un collegamento con l’attività della Tap, e con il gasdotto che vorrebbe realizzare proprio in quell’area. Da alcuni mesi è infatti presente al largo di San Foca una piattaforma che sta studiando i fondali marini. La paura dei cittadini è che l’attività di trivellazione da parte della multinazionale abbia preso il via.

29 giugno 2012 Tap. Il ministero chiede nuovi documenti

MELENDUGNO – Documentazione integrativa nei prossimi 90 giorni. L’ha chiesta il ministero dell’Ambiente alla Trans Adriatic Pipeline, giudicando insufficienti le “carte” presentate relativamente al progetto di un gasdotto per portare il gas dell’Oriente dall’Europa con approdo a San Foca. La nota ministeriale è del 19 giugno scorso e dunque la Tap dovrà presentare i documenti integrativi entro il 17 settembre prossimo. Ecco la comunicazione sul sito del ministero

20 giugno 2012 Caprarica: ‘No alla Tap, impatto anche sull’entroterra’

CAPRARICA DI LECCE – Sono quattro i Comuni salentini che hanno deliberato il proprio parere contrario alla realizzazione del gasdotto Tap. L’ultimo in ordina di tempo è il Comune di Caprarica di Lecce che, benché non toccato direttamente dall’infrastruttura, ha voluto comunque ufficializzare la propria posizione sul progetto. La delibera di Consiglio è stata approvata all’unanimità lo scorso 6 giugno. Il consigliere Francesco Falco, nel presentare la delibera, ha spiegato le considerazioni che l’hanno determinata, sostanzialmente l’impatto che la Tap avrebbe sul turismo e sull’ambiente, non solo quello costiero ma dell’entroterra e quindi anche di Caprarica. La delibera di Consiglio impegna gli organi comunali a non autorizzare alcuna variante urbanistica che possa facilitare l’iter del progetto e la Regione Puglia alla massima vigilanza.

8 giugno 2012 Tap. No di Caprarica

CAPRARICA – Il Consiglio comunale di Caprarica ha detto il suo “no” al gasdotto dalla multinazionale Trans Adriatic Pipeline. Mercoledì 6 giugno, con delibera unanime, il Consiglio ha affermato la propria contrarietà all’opera. Si tratta di un altro passo in avanti nella battaglia condotta dal comitato “No Tap” e dal fronte degli oppositori dell’infrastruttura. Il no di Caprarica si aggiunge a quelli già deliberati dai Comuni di Melendugno, Castrì e Vernole. Ma non finisce qui. Nella giornata di martedì 12 giugno, la delegazione No Tap presenterà tutta la documentazione, assieme alle oltre 4.000 firme raccolte in pochi giorni, alla Commissione Regionale V.I.A., organo deputato alla valutazione dell’impatto ambientale. L’auspicio del Comitato è che venga attuato il “principio dell’azione preventiva” in base al quale la migliore politica ambientale consiste nel prevenire le conseguenze negative legate alla realizzazione dei progetti industriali anziché combattere successivamente gli effetti diretti e indiretti sul territorio. “Crediamo che il processo decisionale non debba avvenire in ambienti imprenditoriali ma attraverso l’azione partecipata delle istituzioni locali con la popolazione direttamente interessata”.

6 giugno 2012 Tap invita all’incontro a porte chiuse. No degli ambientalisti

MELENDUGNO – La Tap chiede agli ambientalisti un incontro a porte chiuse; loro rifiutano e rilanciano l’idea di un pubblico confronto. Scopo dell’incontro, sarebbe quello di chiarire presunte inesattezze divulgate in questi mesi, dai giornalisti a mezzo stampa. Ma dopo il grande successo dei cittadini alla manifestazione di domenica 27 maggio sul lungomare Matteotti di San Foca, alla quale hanno preso parte migliaia di persone e durante la quale sono state raccolte più di 1.800 firme, escludere i cittadini dal confronto è sembrata una richiesta inaccettabile. Così il comitato “No Tap” in una lettera di risposta, ha proposto che l’incontro avvenga a San Foca nei prossimi mesi estivi, garantendo così accesso all’informazione a tutta la cittadinanza ed alle associazioni che vogliano prendere parte all’iniziativa. “Il Comitato No Tap – si legge in una nota – informa delle decisioni assunte, dopo aver ricevuto notifica via lettera, nelle persone di Alfredo Fasiello e Oreste Caroppo, della volontà da parte della società interessata alla realizzazione del mega gasdotto Trans Adriatic Pipeline, di incontrare i sindaci di Vernole e Melendugno, insieme ai rappresentanti delle associazioni ambientaliste del territorio, inclusi i rappresentanti del Comitato No Tap stesso, al fine di spiegare le eventuali imprecisioni che in ambito giornalistico sarebbero state divulgate, a detta della società, una richiesta questa inviata anche al Prefetto di Lecce”. “Il Comitato ritiene del tutto sconveniente far sì che questo incontro si svolga a porte chiuse – continua il Comitato -, fondando tutta la nostra azione sulla massima trasparenza e partecipazione, chiediamo pertanto pubblicamente con questa lettera aperta-comunicato stampa, al prefetto di Lecce e ai sindaci chiamati in causa, di far sì che tale eventuale incontro avvenga in pubblica piazza. Tale aspetto, oltre a garantire la massima trasparenza nei confronti di una questione che riguarda da vicino, non soltanto le sensibilissime associazioni ambientaliste e comitati, ma tutte le comunità interessate, nonché numerosissime associazioni di categoria, dal settore turistico al settore agroalimentare etc., risponde anche all’esigenza stessa, manifestata da Tap, di esporre quelle che riterrebbe essere ‘imprecisioni giornalistiche’. Quale migliore luogo allora per svolgere questo incontro?” “Si ritiene opportuno organizzare il suddetto incontro nei prossimi mesi estivi – concludono dal comitato “No tap” -: l’occasione permetterebbe al prefetto di Lecce, la sensibilissima Dott.ssa Giuliana Perrotta, massima rappresentante locale del Governo, di rendersi conto personalmente della bellezza ed assoluta inadeguatezza del lungomare salentino di S. Foca, quale sito di approdo di una tale infrastruttura industriale, e di toccare con mano la florida affluenza turistica nei nostri splendidi lidi, non a caso insigniti del riconoscimento ‘Bandiera Blu’. Il Comitato No Tap ritiene che la scelta di tenere questo incontro comunque in pubblico, al di là della sede specifica e della data, sia una condizione fondamentale auspicabile dalle stesse pubbliche amministrazioni e figure istituzionali coinvolte per la loro più trasparente partecipazione; ritiene altresì che il clima pacifico con cui si sono svolte tutte le precedenti manifestazioni, in merito al gravissimo problema del gasdotto nel massimo rispetto dell’ordine pubblico, corrobora ancor di più la necessità ed importanza di organizzare questi incontri in modo da consentire il massimo democratico coinvolgimento”.

28 maggio 2012 Tap. 1.800 no

SAN FOCA – 1.800 firme in poche ore. Altri 1.800 no al progetto di gasdotto dalla Trans Adriatic Pipeline che prevede approdo sulla costa di San Foca e centrale di depressurizzazione al confine con Acquarica di Lecce. Si vanno ad aggiungere alle 900 firme raccolte in giro per le piazze in occasione delle assemblee delle ultime settimane. Ha riscosso la partecipazione sperata la manifestazione di ieri a San Foca. Hanno aderito tutte le associazioni ambientaliste regionali oltre alle cooperative di pescatori “Delfino” e “La Folgore”.

Tap San Foca
Tap San Foca 2
Tap San Foca 3
Tap San Foca 4

Il progetto è al momento in fase di studio sul tavolo del Ministero che analizzerà anche la valutazione di impatto ambientale e sociale redatta dalla società che propone il progetto. I Comuni di Castrì e Vernole hanno deliberato il proprio no all’infrastruttura.

18 maggio 2012 Tutto sul gasdotto. Il comitato ‘No Tap’ scende in piazza

ACQUARICA DI LECCE – Proseguono le iniziative del comitato “No Tap”, per ostacolare la costruzione del gasdotto della Trans Adriatic Pipeline, che dall’Azerbaijan dovrebbe approdare, secondo il progetto depositato presso il ministero dell’ambiente in data 13 marzo 2012, a poco più di un chilometro a nord di San Foca. Il comitato denuncia principalmente mancanza di trasparenza e d’informazione relativamente al progetto, sul quale spesso neppure le istituzioni locali sarebbero in grado di fornire ai cittadini i chiarimenti richiesti. Proprio per colmare questo vuoto informativo, il comitato ha organizzato l’appuntamento di oggi, che avrà luogo, a partire dalle ore 19.30 in piazza Malta ad Acquarica di Lecce. L’incontro è stato fortemente voluto dai cittadini data la vicinanza della cabina di depressurizzazione di 16 ettari (paragonabile all’intero paese), che, secondo il progetto preliminare, dovrebbe sorgere a poco meno di 800 metri dal nucleo abitato ed avere emissioni paragonabili a quelle di una centrale a gas. Il comitato, in concomitanza con l’incontro, avvierà una raccolta firme per scongiurare la costruzione dell’infrastruttura. Resta confermata per domenica 27 maggio la manifestazione con corteo sul lungomare di San Foca a partire dalle ore 16.30. Intanto, sul piano istituzionale, si riunirà oggi alle 16.30 il Consigilo comunale di Vernole per discutere due punti sull’argomento “Tap”: deliberazione contro la realizzazione del gasdotto e diniego delle autorizzazioni di competenza comunale sull’opera.

17 maggio 2012 Tap. Capone anticipa il no della Regione

BARI – Cresce il fronte del “no” attorno al gasdotto che la Trans Adriatic Pipeline vorrebbe far passare dal mare di San Foca e si infittiscono le iniziative di protesta organizzate sul territorio da enti e comitati cittadini. La Regione è ancora nella fase di “raccordo” e di raccolta di tutte le osservazioni ed i parer negativi da parte di enti ed associazioni nei confronti del progetto. Tuttavia il suo punto di vista è già nettamente chiaro ed è di opposizione all’infrastruttura. Le parole della vicepresidente Loredana Capone in un’intervista rilasciata a Telebari sono chiare: la Regione si opporrà in ogni modo al progetto, esprimendo il proprio parere negativo, “che tuttavia – precisa Capone – non è vincolante ma solo indicativo. La decisione spetta sempre al ministero”. E non è detto che sia la decisione che il territorio salentino e pugliese si aspettano. “Aspettiamo prima a vedere come il ministero intenderà muoversi e poi decideremo che cosa fare”, ha aggiunto la vicepresidente intervistata sulla questione, facendo intendere che Via Capruzzi è pronta ad ogni forma di opposizione, anche dura, e sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista legale e giuridico.

14 maggio 2012 Tap. Manifestazione contro

MELENDUGNO – Un nuova manifestazione per dire di no alla Tap, il progetto di gasdotto che la Trans Adriatic Pipeline vorrebbe far passare dalla costa salentina ed in particolare da San Foca. L’appuntamento è per domenica 27 maggio, alle ore 16.30, sul lungomare di San Foca. Gli inviti “girano” in rete e tramite tam tam sulle bacheche facebook. La manifestazione prevede un grande corteo al quale sono ammessi tutti. “Passate parola – si legge sulle bacheche dei più attivi oppositori del progetto -, fatevi accompagnare dai vostri cani e dai vostri gatti, sono ammessi bambini in passeggino, nonni e nonne, padri e madri, venite in bici, moto e in barca. Accorriamo tutti per partecipare il nostro dissenso alla Tap ed al suo mostruosissimo progetto. Salentini tutti, vi aspettiamo,non lasciate il vostro cuore chiuso in casa”.

23 aprile 2012 Gasdotto. Tap. Castrì delibera il suo ‘no’ al progetto

CASTRI’ – Il Comune di Castrì dice “no” al gasdotto Tap. E lo fa approvando una delibera in cui dichiara la sua contrarietà al progetto della Trans Adriatic Pipeline. Il Consiglio comunale ha discusso lo scorso sabato, in seduta ordinaria, la mozione presentata dal gruppo di minoranza “Castrì cambia”, approvandola a maggioranza. “Abbiamo discusso molto – ha dichiarato il sindaco Fernando Capone – ed alla fine siamo stati tutti d’accordo nel riconoscere che una infrastruttura del genere non può portare a di buono al nostro Comune, tutt’altro”. A Vernole si attende ancora, invece, la convocazione di un Consiglio monotematico per deliberare il “no” al progetto. Alcuni giorni fa la richiesta di convocazione dell’assise cittadina da parte dei consiglieri di minoranza al sindaco Mangione.

19 aprile 2012 Tap, l’opposizione incalza Mangione

VERNOLE – Protocollato ieri il documento con cui l’opposizione di Vernole chiede al sindaco una posizione chiara e netta sul gasdotto Tap: un “no” senza mezzi termini. In particolare i consiglieri di minoranza Cesare Barrotta, Giovanni De Giorgi, Letizia De Giorgi, Luca Doria, Ferdinando Pedaci, Marcello Corsano e Cristian Verri chiedono la convocazione di un Consiglio comunale monotematico con all’ordine del giorno la deliberazione di un atto di indirizzo contro la realizzazione dell’infrastruttura. Ecco la lettera inviata dall’opposizione:

Al Presidente del Consiglio Comunale di Vernole
Al Segretario Generale del Comune di Vernole Sede

Oggetto: richiesta convocazione seduta del Consiglio Comunale

Si richiede, ai sensi dell’art. 24, comma 1 del Regolamento del Consiglio comunale, la convocazione di un Consiglio comunale monotematico con all’ordine del giorno: Deliberazione di Atto di Indirizzo contro la realizzazione del gasdotto come da progetto della società TAP (Trans Adriatic Pipeline) per le parti relative all’approdo a terra in località San Basilio, all’attraversamento previsto del territorio di Melendugno e al finale insediamento del c.d. Terminale di Ricezione (PRT) in territorio di Acquarica.

Si allega schema di deliberazione
I Consiglieri Comunali
BARROTTA Cesare
DE GIORGI Giovanni
DE GIORGI Letizia
DORIA Luca
PEDACI Ferdinando
CORSANO Marcello
VERRI Cristian

PREMESSA La società privata T.A.P. (Trans Adriatic Pipeline) intende realizzare un gasdotto destinato a raccordare, a partire dalla località greca di Komotini, la rete di trasporto del gas proveniente dai giacimenti di Shaz Deniz in Azerbaijan con l’Italia, in previsione di un raddoppio della capacità estrattiva di detto giacimento (Shaz Deniz II). Il percorso di tale gasdotto attraverserebbe Grecia e Albania e, con una condotta sottomarina, approderebbe poco a Nord di San Foca, in località Punta Cassano, spiaggia di San Basilio. Percorrerebbe quindi l’agro di Melendugno per terminare in agro di Acquarica con uno stabilimento c.d. PRT (Terminale di ricezione del gasdotto – stazione di depressurizzazione e misurazione fiscale), con un tratto onshore di Km. 4,9. A quel punto si collegherebbe con la rete di SNAM Rete Gas. Perseguendo tale intendimento la società TAP è da tempo attiva sui territori, direttamente interessati dal progetto e limitrofi, per attività di studio e progettazione, e per promuovere incontri con le comunità locali allo scopo di guadagnare il loro consenso per il proprio progetto. Il 15 marzo la TAP ha presentato al Ministero dell’Ambiente la ESIA (Studio di Impatto Ambien-tale e Sociale). Va evidenziato che esiste, ed appare essere in una fase autorizzativa avanzata, un altro progetto di gasdotto che, partendo dalla stessa località greca di Komotini, in prosecuzione della stessa rete turca che attinge dagli stessi giacimenti in Azerbaijan, attraverserebbe la Grecia (IGI onshore) e con una tratta offshore (IGI Poseidon) approderebbe ad Otranto. Questo progetto, direttamente alternativo a TAP, manterrebbe in termini generali i medesimi vantaggi di apertura dei mercati e della concorrenza, senza impattare traumaticamente con i nostri territori. Ancora, pare certo che entro la fine dell’anno sarà cantierizzato l’atteso “South Stream”: un gasdotto che. collegando i giacimenti della Russia meridionale attraverso il Mar Nero e approdando a Varna, in Bulgaria, passerebbe anch’esso dalla Grecia arrivando ad Otranto. Quest’ultima società, che fa capo allla russa Gazprom, è partecipata al 20% da ENI.
CONSIDERAZIONI Il progetto T.A.P. interessa direttamente il territorio di Vernole poiché l’allocazione del PRT è prevista al confine tra Melendugno e l’agro di Acquarica. Esso occuperebbe 16 ettari di terreno adiacente al lato sud della strada comunale Acquarica-Specchia, confinando con l’”Ecomuseo dei Paesaggi di Pietra”. Le vestigia messapiche di “Pozzoseccato” distano 560 mt. dal perimetro del PRT, che va considerato come un vero e proprio stabilimento industriale. Il Comune diVernole non può restare indifferente a ciò che succede a 1,76 Km (distanza dal tracciato del gasdotto) a sud delle Cesine, che è Area SIC, Area IBA, Area ZPS. Né ignorare ciò che accade sul confinante territorio di Melendugno, al quale è simbioticamente unito da continuità paesaggistica, ambientale, storica, culturale ed economica. A tal punto che i due territori sono uniti da un destino comune nell’obbligo di preservare l’ambiente e il paesaggio di quella piccola ma estremamente significativa fascia di terra da qualsiasi deturpamento. Il tracciato del gasdotto ricade su un territorio ristretto, dove in pochi metri quadrati si accumulano in grande contiguità gli elementi tipici del paesaggio salentino. L’idea di poter circoscrivere e sterilizzare ogni singolo elemento con misure di minimizzazione e mitigazione degli impatti, pur con meticolosa e scientifica cura, è il classico rimedio peggiore del male. E non eluderebbe la percezione complessiva di un paesaggio stravolto nella sua naturalità e tipicità, elementi sui quali consapevolmente si punta, e che ancor più s’intendono valorizzare in futuro, come attrattori di flussi turistici. “Un posto dove poter vivere bene” (anche se per una sola settimana), così raccontiamo il nostro territorio: clima mite, rapporto empatico con la natura, le tracce e le storie dei popoli misteriosi che nelle varie epoche hanno abitato queste terre, quel mare dal cui orizzonte scaturivano talvolta le vele dei pirati saraceni, e dove ora ci si può bagnare confortati dalle bandiere blu d’Europa e dalle vele di Legambiente. Si perde qualcosa o no ad ammirare una pagliara, o i resti di una masseria messapica, con sullo sfondo un impianto industriale? O a fare il bagno sapendo che sotto la sabbia del fondo passa il tubo del gas? La questione gasdotto ci interroga molto seriamente su quali benefici possiamo attenderci da questa operazione: non ne intravediamo nessuno! Anzi, accettare il gasdotto significa probabilmente rinunciare alla nostra più seria prospettiva di sviluppo, per sempre.
VISTO L’Art. 4 dello Statuto Comunale Comma 3: “In particolare il Comune ispira la sua azione ai seguenti principi: c) recupero, tutela e valorizzazionedelle risorse naturali, ambientali, storiche, culturali e delle tradizioni locali; d) sostegno delle iniziative tendenti alla cura, protezione ed accrescimento delle risorse ambientali e naturali che caratterizzano il territorio, garantendo uno sviluppo ecologicamente sostenibile fondato sulla salvaguardia dell’ambiente e la valorizzazione del territorio”.
Che esiste e si diffonde sempre più tra le popolazioni locali un moto di ribellione nei confronti della possibilità di allocare l’approdo del gasdotto come previsto nel progetto TAP, manifestatosi anche con la nascita di numerosi comitati spontanei locali.
Che tutte le associazioni ambientaliste hanno preso posizione contro il progetto in questione.
Che alcune forze politiche nazionali e regionali hanno già assunto una fortissima posizione di rigetto del progetto.
Che il Comune di Melendugno all’unanimità, in data 29 febbraio 2012, ha deliberato contro la realizzazione del gasdotto.
Che la REGIONE PUGLIA – AREA POLITICHE PER L’AMBIENTE, LE RETI E LA QUALITA’ URBANA (etc.) – nel suo ruolo di collettore nell’ambito della Procedura di Valutazione di Impatto Ambientale di competenza statale – Progetto Trans Adriatic Pipeline- ha inviato in data 6 aprile 2012 a questa amministrazione richiesta di parere.
Che la delibera del Comune di Melendugno coincide totalmente con i nostri intendimenti, e che la circostanza che entrambi i Comuni interessati assumano identica posizione è sicuramente rafforzativo, per cui proponiamo di adottare nella sostanza la medesima delibera, pur con i dovuti adattamenti.
Tanto premesso e considerato Il Consiglio Comunale di Vernole DELIBERA – di impegnare gli organi comunali, per quanto di rispettiva competenza e nel rispetto delle vigenti disposizione di legge, sia direttamente, sia nelle conferenze dei servizi che saranno eventualmente convocate nel procedimento autorizzativo, a negare qualsiasi concessione, parere, autorizzazione o a osta comunque denominati, relativi alla realizzazione del gasdotto proposto dalla società TAP ( Trans Adriatic Pipeline) sul territorio del Comune di Vernole.
– Il Consiglio Comunale si impegna altresì a non approvare alcuna variante urbanistica che consenta la realizzazione della predetta infrastruttura energetica e dei relativi impianti e stabilimenti in zone agricole sottoposte a vincolo paesaggistico o altrimenti destinate dagli strumenti urbanistici, vigenti o in via di adozione (PUG), ad usi diversi non conformi al carattere industriale delle opere da realizzare.
– Di considerare l’ atto di indirizzo di cui alla presente deliberazione impegnativo nella formulazione delle note di risposta alla citata lettera di richiesta di parere sull’oggetto inviata dalla Regione in data 6 aprile u.s.
– Di esercitare sulla Regione Puglia e, specificatamente, sul competente Assessorato all’Ambiente, una costante sollecitazione affinchè, per quanto di Loro competenza, le istanze espresse da questo Consiglio siano tenute nella giusta considerazione e possibilmente condivise, al fine di salvaguardare un territorio particolarmente ricco di valenze ambientali, paesaggistiche ed archeologiche.

19 aprile 2012 Gasdotto Tap. Incontro pubblico a Vernole

VERNOLE – Continuano le iniziative promosse dal comitato di tutela del territorio “No Tap” contro la realizzazione del gasdotto della Trans Adriatic Pipeline con attracco sulla costa di San Foca. Oggi alle 19 presso la sala conferenze della scuola elementare ”Armando Diaz” di Vernole, il comitato ha convocato un’assemblea informativa sulla realizzazione dell’infrastruttura. L’evento, fortemente voluto dal presidente della Pro Loco del posto Livio De Carlo, è stato organizzato in collaborazione con quelle di Acquarica di Lecce, Pisignano e Strudà, per portare i cittadini a conoscere nel dettaglio il progetto e le conseguenze che esso potrebbe avere sul territorio. Relatori della serata saranno alcuni membri dell’associazione “Tramontana“. Tra pochi giorni infatti, verrà resa pubblica la decisione del consorzio che controlla il giacimento di gas azero di Shah Deniz, in merito all’assegnazione dell’opera, o a Tap – già in testa rispetto alle altre concorrenti, e che prevede la realizzazione di un progetto che corre lungo il corridoio meridionale passando per il Salento -, oppure a Nabucco o Seep, condotte alternative studiate per portare in Europa il gas passando invece dall’Austria. Se il progetto andasse in porto, dunque, Tap che nei mesi scorsi ha avuto la meglio già sull’interconnettore Grecia-Italia “Itgi”, sarebbe il quinto gasdotto realizzato in Italia, ma il primo ad approdare in un area turistica balneare densamente abitata, tanto da spingere cittadini ed ambientalisti a richiedere che l’intera area, diventi un Sito d’Interesse Comunitario (Sic). Domani alle 19, inoltre, presso la Sala Raffaello dell’Hotel Tiziano a Lecce avrà luogo un pubblico dibattito dal titolo “Le Vie del Gas”, al quale prenderà parte anche l’assessore regionale all’Ambiente Lorenzo Nicastro.

30 marzo 2012 No Tap. Assemblea cittadina a Castrì

CASTRI’ – I cittadini di Castrì si incontreranno, stasera alle 18, presso la sala delle Tabacchine in piazza Municipio. Al centro del dibattito c’è la il gasdotto che la società Trans Adriatic Pipeline vuole realizzare per l’approvvigionamento del gas naturale dell’Oriente con attracco a San Foca, marina di Melendugno. La Tap ha depositato ufficialmente alcuni giorni fa lo studio di Via (valutazione di impatto ambientale) al Ministero dell’Ambiente. Tanti comitati civici territoriali impegnati nella tutela dell’ambiente e della salute, oltreché la stessa Amministrazione della Città di Melendugno, si sono scagliano contro il progetto che considerano “fisiologicamente impattante” per un’area naturale, agricola, abitativa e turistica e che vive di un turismo di qualità come testimoniato dai riconoscimenti “Bandiera Blu” più volte conseguiti. Dai cittadini riuniti nei comitati, connessi in rete tra loro, l’appello si rivolge ai sindaci dei Comuni di Vernole e di Melendugno. Al Comune di Vernole e al suo sindaco chiedono di adottare e varare la delibera già adottata all’unanimità nei giorni scorsi dal Comune di Melendugno per il no a qualsiasi autorizzazione o parere favorevole al gasdotto Tap. Chiedono inoltre di mobilitare gli Uffici tecnici dei Comuni interessati per l’invio di dettagliate osservazioni nella procedura di Via. Al sindaco di Melendugno chiedono l’“instaurazione di quel dovuto sistema vincolistico che solo può fermare validamente lo sbarco del gasdotto nelle marine di Melendugno attraverso la deliberazione della richiesta alle autorità competenti Regione Puglia e Ministero dell’Ambiente dell’istituzione di quei Sic (Siti di Interesse Comunitario) ad oggi ancora mancanti”. Quello in mare per l’estesa presenza di praterie di Posidonia oceanica; quello per la tutela degli arenili come quelli di Torre dell’Orso e di San Basilio, dove è ormai certificata la nidificazione della tartaruga marina Caretta caretta. Proprio sulla spiaggetta di San Basilio nel 2007 da un nido di tartaruga nacquero ben 41 tartarughine. Quello a tutela delle macchie mediterranea retrodunali con le aree pinetate e l’estesa Palude di Cassano.

22 marzo 2012 Tap. Consegnato lo studio di impatto ambientale e sociale

ROMA – Il percorso della Tap va avanti. Il 15 marzo infatti la società Trans Adriatic Pipeline ha ufficialmente consegnato al Ministero dell’Ambiente lo Studio di impatto ambientale e sociale (Esia) del progetto. Il documento di Esia descrive la configurazione più aggiornata del gasdotto per l’approvvigionamento di gas dall’Azerbaijan all’Europa occidentale, attraverso l’Italia e la Puglia in particolare, dove il progetto prevede che l’infrastruttura approdi sulla costa di San Foca (Melendugno). // Il progetto Tap In Italia, il progetto prevede una condotta lunga circa 5 km sulla terraferma (interrata) e circa 45 km in mare sino a un Terminale di Ricezione (PRT) in provincia di Lecce. Il gasdotto avrà una capacità di 10 miliardi di metri cubi di gas all’anno, ma potrebbe arrivare fino a 20 miliardi di metri cubi all’anno. L’approdo del gasdotto è previsto sulla costa tra San Foca e Torre Specchia Ruggeri, tramite tecnologia di micro tunnel, scelta per permettere al gasdotto di passare sotto la “Posidonia Oceanica” (habitat protetto) presente nell’area e, sotto la linea di costa. Il gasdotto si collegherà alla Rete Nazionale di Snam Rete Gas. “Vorrei sottolineare che il dialogo con le autorità regolatorie e le organizzazioni non governative, iniziato nel gennaio 2011, continuerà – ha dichiarato Paolo Pasteris, country manager di Tap per l’Italia -. Tap ha inoltre avviato un dialogo con la comunità locale e la ringrazia per il valido contributo dato sino ad ora e per i commenti forniti. Tap organizzerà altri incontri pubblici per sincerarsi che tutti gli interrogativi posti fino ad ora abbiano avuto una risposta e per trovare soluzioni alle questioni sollevate”. Martin Ferguson, responsabile di Tap per Ambiente, Salute e Sicurezza, ha aggiunto che “la consegna dell’Esia alle autorità italiane è un passo importante nella realizzazione del progetto di Tap”. “Abbiamo utilizzato un gruppo di esperti italiani e stranieri per effettuare una valutazione completa dei potenziali impatti ambientali e sociali e al fine di individuare i passi necessari per minimizzare o eliminare i potenziali impatti negativi. Attendiamo con piacere il momento per discutere ulteriormente con le comunità locali e con gli esperti, al fine di mantenere i più alti standard per la realizzazione di questo progetto. Sono fiducioso che Tap otterrà le autorizzazioni necessarie secondo i tempi previsti e permetterà il primo trasporto di gas dai giacimenti di Shah Deniz II nel 2017/2018”.

1 marzo 2012 Gasdotto Tap. Consiglio unito sul no

MELENDUGNO – Alla fine ha prevalso l’amore per il territorio. Il Consiglio comunale di Melendugno ieri ha deliberato all’unanimità l’intenzione di negare ogni tipo di autorizzazione per la realizzazione del gasdotto Tap. Maggioranza e opposizione si sono ritrovate unite sul testo di deliberazione congiunto ed esteso alle varie mozioni presentate dai gruppi consiliari. Il Comune di Melendugno si impegnerà a bloccare il percorso del gasdotto non concedendo “a osta” al progetto, non deliberando alcuna variante urbanistica che consenta la realizzazione dell’infrastruttura in zone agricole sottoposte a vincolo ed anzi chiedendo alla Regione la massima vigilanza sul territorio a chiara vocazione turistica e più insignito degli importanti riconoscimenti della “bandiera blu d’Europa” e delle “4 vele Legambiente”. Ecco la delibera approvata ieri dal Consiglio:

Delibera di Consiglio comunale Proposta congiunta dei gruppi consiliari avente ad oggetto: “GASDOTTO TAP – DINIEGO DI AUTORIZZAZIONI, NULLAOSTA, PARERI, VARIANTI URBANISTICHE DI COMPETENZA DEL COMUNE DI MELENDUGNO”. PREMESSO — che la società privata Trans Adriatic Pipeline (TAP) ha in animo di realizzare un gasdotto per il trasporto di gas metano estratto dal giacimento di Shah Deniz in Azerbaijan; – che l’ipotesi progettuale prospettata dai rappresentanti del consorzio Tap – se originariamente prevedeva di veicolare il gas direttamente nella zona industriale costiera di Brindisi attraverso un percorso completamente via mare – nella nuova formulazione prevede che la imponente infrastruttura energetica, dopo un percorso off shore nel mare Adriatico, dall’Albania approdi sulla costa di San Foca in località “Punta Cassano”, per poi proseguire nell’entroterra melendugnese, sino ad un impianto di depressurizzazione e di misurazione fiscale; — che, peraltro, accanto ed alternativamente all’ipotesi progettuale sopra richiamata, sussiste altro progetto di gasdotto proveniente dai medesimi giacimenti, ma con approdo nel tratto costiero ricadente nel Comune di Otranto; — che il progetto da ultimo richiamato è ancora potenzialmente realizzabile, seppur, si ribadisce, in maniera alternativa e non cumulativa al “progetto TAP”;
CONSIDERATO — che Melendugno è un Comune a forte vocazione turistica, conosciuto ed apprezzato oltre che per le ricchezze storiche, artistiche ed archeologiche dell’entroterra, anche e soprattutto per un lungo tratto di costa suggestivo ed incontaminato, per merito del quale lo stesso Comune è stato più volte insignito negli ultimi anni della Bandiera Blu d’Europa e di altri importanti riconoscimenti ambientali e turistici; — che, pertanto, l’attraversamento del territorio del Comune di Melendugno ad opera di un gasdotto, mal si concilia, ovvero contrasta inevitabilmente, con la predisposizione naturale del territorio medesimo ad una fruizione turistico-balneare come quella appena richiamata, nonché con l’interesse della comunità ivi residente all’incremento dello sviluppo turistico-ricettivo e delle attività, non solo commerciali o di natura economica, ad esso collegate o comunque connesse; — che, oltretutto, la presenza di una simile infrastruttura potrebbe provocare un serio nocumento all’immagine dei luoghi in oggetto, con possibili ripercussioni negative sui flussi turistici;
RITENUTO — che lo sviluppo socio-economico, conseguito con impulso sempre maggiore dal territorio melendugnese nel corso degli ultimi decenni, basato prevalentemente sullo “sfruttamento” delle proprie potenzialità naturali, prime fra tutte il mare incontaminato, gli arenili, le scogliere ed il clima mite, ha un’importanza strategica nel progresso non solo economico, ma anche sociale e culturale della comunità residente, e che la preservazione di questi “interessi”, unitamente alla tutela di tutto ciò che ne costituisce la fonte, non può essere compensata con alcuno indennizzo e/o contropartita di tipo economico; — che, l’Amministrazione Comunale, interpretando il sentimento della popolazione da essa rappresentata e facendosi parte attiva nella promozione delle istanze espresse dai cittadini, dalle associazioni e dagli operatori economici, intende esprimere, come in effetti con la presente mozione esprime, la propria netta contrarietà all’ipotesi progettuale della società TAP di realizzazione di un gasdotto, nella parte in cui prevede l’approdo ed il conseguente attraversamento del territorio comunale di Melendugno ad opera dell’infrastruttura in oggetto. — che, d’altro canto, l’Amministrazione Comunale non può esimersi dall’esprimere viva preoccupazione in ordine alla potenziale allocazione di altro gasdotto, sebbene in alternativa a quello appena citato, in un territorio attiguo a quello melendugnese come il Comune di Otranto, ad esso naturalmente ed inscindibilmente connesso. — visto l’art. 1 commi 2 e 3 dello Statuto del Comune di Melendugno, il quale dispone che: “Nella cura degli interessi della Comunità gli Organi del Comune assicurano la promozione dei valori culturali, sociali ed economici che costituiscono il suo patrimonio di storia e di tradizioni… Curano, proteggono e accrescono le risorse ambientali e naturali che caratterizzano il territorio ed assumono iniziative per renderle fruibili dai cittadini, per concorrere all’elevazione della loro qualità di vita”.
VISTO — che i gruppi consiliari di maggioranza e di opposizione, nonché il presidente del Consiglio Comunale, hanno presentato sull’argomento in oggetto mozioni aventi nella sostanza lo stesso tenore e la stessa manifestazione di volontà di impedire la realizzazione del gasdotto TAP sul territorio comunale di Melendugno; — che è volontà di tutti i consiglieri comunali di addivenire ad un deliberato unitario e condiviso e che, pertanto, si ravvisa l’opportunità di ritirare le rispettive proposte e di giungere ad una posizione unanime che rispecchi la volontà della popolazione. Tanto premesso e considerato, si propone di deliberare quanto segue: “Il Consiglio Comunale delibera di impegnare gli organi comunali, per quanto di rispettiva competenza, a negare, nel rispetto delle vigenti disposizioni di legge, sia direttamente sia nelle conferenze dei servizi che saranno eventualmente convocate nel corso del procedimento autorizzatorio, qualsiasi concessione, parere, autorizzazione o aosta comunque denominati, relativi alla realizzazione del gasdotto proposto dal Consorzio TAP (Trans Adriatic Pipeline) sul territorio del Comune di Melendugno. Il Consiglio Comunale si impegna altresì a non deliberare alcuna variante urbanistica che consenta la realizzazione della predetta infrastruttura energetica e dei relativi impianti e stabilimenti in zone agricole sottoposte a vincolo paesaggistico e comunque in zone con destinazione urbanistica non conforme al carattere industriale delle opere da realizzare. Il Consiglio Comunale esorta altresì la Regione Puglia ad esercitare la massima vigilanza affinché un territorio di chiara vocazione turistica ed ambientale, insignito di importanti riconoscimenti ambientali e turistici (bandiera blu d’Europa, 4 vele Legambiente), peraltro posto a ridosso dell’area naturalistica Oasi Nazionale delle “Cesine” non venga trasformato in area industrializzata.

Dispone che la presente delibera venga trasmessa al Presidente del Consiglio e Ministro all’Economia e alle Finanze, Professor Mario Monti, al Ministro all’ Ambiente e alla Tutela del Territorio e del Mare, Corrado Clini; al Ministro ai Beni e Attività Culturali, Lorenzo Ornaghi; al Ministro alla Salute, Renato Balduzzi; al Ministro alla Coesione territoriale, Fabrizio Barca; al Ministro allo Sviluppo Economico e Infrastrutture e Trasporti, Corrado Passera, al Ministro alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Mario Catania; alla Regione Puglia: Presidente Nichi Vendola, Assessore all’Ambiente, Lorenzo Nicastro; Assessore all’Assetto del Territorio, Angela Barbanente; Assessore all’Agricoltura Dario Stefano; ARPA Puglia -Agenzia Regionale per la Prevenzione e l’Ambiente, e al suo direttore Prof. Giorgio Assennato; alla Provincia di Lecce; ai sindaci di Vernole, Castrì di Lecce, Lizzanello, Cavallino, San Donato di Lecce; alla Capitaneria di Porto di Otranto”.

29 febbraio 2012 Tap. Il vicesindaco: ‘Chiedo al Consiglio un no compatto’
di Laura Leuzzi

MELENDUGNO –In un Comune che si prepara alle Amministrative, succede che il “no” al gasdotto Tap diventa occasione di scontro politico. La cosa sarebbe normale se non fosse che tutte le forze politiche presenti in Consiglio sono contrarie all’infrastruttura. Allora, il gioco diventa una battaglia a chi è più solerte nell’intraprendere azioni che dimostrino pubblicamente il proprio dissenso al progetto. Il che, in alcuni casi, può anche far scivolare la questione in una situazione di stallo. Come sta accadendo a Melendugno in queste ore. Ecco i fatti: il Comune di Melendugno è compatto nel dirsi contrario al gasdotto della Trans Adriatic Pipeline. Dopo l’incontro pubblico del 16 febbraio scorso durante il quale i vertici della Tap hanno illustrato ai cittadini i dettagli del progetto, è emerso fortissimo il dissenso dei cittadini, delle associazioni ed anche degli amministratori nei confronti dell’infrastruttura. L’Amministrazione ha dunque deciso di deliberare la propria contrarietà all’opera. Così nella Commissione consiliare di due giorni fa si è discussa la volontà di opporsi al progetto e di presentare un documento unitario in cui il Consiglio si dicesse contrario alla Tap. Nel frattempo però il gruppo di minoranza “Uniti per Melendugno e Borgagne” ha presentato una mozione urgente da discutere al primo Consiglio comunale utile. Che è fissato, e confermato, per le 17 di oggi. “Un atto di grave scorrettezza politica – secondo il vicesindaco Mauro Russo – perché eravamo già tutti d’accordo a presentare un atto unitario condiviso dall’intera assise comunale. Adesso – aggiunge Russo – faremo la figura dei matti, perché la maggioranza sarà costretta, in Consiglio, a presentare un emendamento alla mozione, per correggere alcune espressioni che riteniamo troppo dure, come ‘atto terroristico’ e simili, e successivamente approvare l’emendamento. Insomma, quello che doveva essere la presa di posizione convinta dell’intero Consiglio diventerà un atto più timido e meno incisivo di quanto avremmo voluto”.
Il Consiglio è comunque compatto nel “no” alla Tap?
“Certamente sì;non possiamo non tener conto della volontà dei cittadini e, naturalmente, anche degli interessi del nostro territorio. Siamo un Comune a forte vocazione turistica ed una infrastruttura del genere ci danneggerebbe seriamente”.
Come sarà possibile superare questa apparente ‘spaccatura’ che si è originata in seno al Consiglio?
“Abbiamo convocato un incontro dei capigruppo in cui chiederemo al gruppo che ha presentato la mozione di ritirarla per presentare un documento unitario. Mi auguro di non dover arrivare alle discussioni ed ai litigi ma che il Consiglio si dimostri maturo e consapevole del fatto che dagli atti che intraprenderemo in questo delicato momento può dipendere la sorte del nostro Comune”.

28 febbraio 2012 Tap. Domani la mozione in Consiglio

MELENDUGNO – Il Consiglio di Melendugno si prepara a deliberare il suo “no” al gasdotto Tap sulle coste di San Foca. Se tutto andrà come previsto, l’assise cittadina, che si riunirà domani alle 18, approverà la mozione presentata dal gruppo consiliare “Uniti per Melendugno e Borgagne” e che consiste proprio nel rigettare l’ipotesi dell’approdo del gasdotto sulle coste comunali. Al momento tutto lascia credere che sarà questa la posizione del Consiglio, anche perché in tal senso si è svolta la Commissione consiliare di due giorni fa. Soddisfatto il comitato “No Tap” che in una nota dichiara di apprendere “con grande soddisfazione l’impegno degli amministratori di Melendugno a ricacciare l’ipotesi del gasdotto, soprattutto dopo la cattiva accoglienza della popolazione locale nei confronti dei delegati Tap nell’incontro del 16 febbraio scorso”. Intanto anche a Vernole, Comune limitrofo, si muove il fronte del no in seno al Consiglio. Il gruppo consiliare “Il Comune che vogliamo” ha infatti fatto richiesta di un consiglio monotematico urgentissimo, per respingere il progetto Tap. Il comitato No Tap ha inoltre fatto sapere di voler organizzare un incontro con i cittadini, per “spiegare le motivazioni del no” ed una manifestazione popolare sul luogo di approdo del gasdotto.

21 febbraio 2012 Gasdotti. Ok a Tap, no a Igi

MELENDUGNO – Sì a Tap, no a Igi Poseidon. Shah Deniz, consorzio per lo sviluppo di un giacimento offshore di gas naturale in Azerbaijan, ha ristretto le sue opzioni per le forniture di gas verso l’Europa escludendo il progetto di interconnessione Itgi (Interconnessione Turchia-Grecia-Italia) la cui condotta sarebbe dovuta approdare ad Otranto e preferendogli il gasdotto Tap (Trans Adriatic Pipeline) che interesserà direttamente le coste di San Foca. A rivelarlo è stata British Petroleum, società petrolifera britannica che insieme alla norvegese Statoil controlla il pacchetto di maggioranza del giacimento di Shah Deniz II. “La squadra di negoziatori guidati dalla Socar, la società energetica dell’Azerbaijan, ha preso la decisione di avviare trattative in esclusiva con Tap su un oleodotto che attraversa l’Italia meridionale”, ha affermato a Dow Jones Newswires un portavoce di BP, spiegando che la proposta di Itgi “non sarà più considerata”. Restano ancora in piedi altri due progetti, il Nabucco e South East Europe Pipeline, entrambi progettati per trasportare il gas verso l’Europa centrale. E infatti la prossima scelta del consorzio sarà quella tra Nabucco e Seep. Da ciò che è trapelato, potrebbe essere stata la complicata situazione finanziaria di Grecia ed Italia a far scartare il progetto del Poseidon (presentato dalla joint venture “Igi Poseidon S.A.” costituita dalla Edison e dalla società statale greca Depa). E infatti i governi di Roma ed Atene, in una nota congiunta, hanno ribadito “il sostegno al progetto Itgi come mezzo più appropriato per la realizzazione del Corridoio Sud”, definendolo “il più avanzato” e pertanto quello che può raggiungere più velocemente l’obiettivo di una rapida realizzazione dell’infrastruttura. I lavori per il gasdotto Tap, se tutto dovesse andare come programmato dalla società, non potrebbero partire prima del 2015, a differenza di quelli per il gasdotto Poseidon il cui inizio era previsto per il 2013. Il giacimento Shah Deniz II dovrebbe raggiungere entro il 2018 circa 16 miliardi di metri cubi di produzione annuale, di cui 10 miliardi destinati all’esportazione verso l’Unione Europea. Bp e Statoil detengono entrambi il 25,5% di Shah Deniz, mentre Socar, Lukoil, Total e la National Iranian Oil sono titolari del 10% ciascuno e la turca Tpao possiede il restante 9%.

17 febbraio 2012 Gasdotto: i cittadini chiedono il referendum consultivo

MELENDUGNO – Sarebbe dovuto essere l’incontro chiarificatore, quello che avrebbe dovuto rasserenare gli animi. E invece li ha infiammati di più. In una serata fredda fuori, ma caldissima all’interno della sala conferenze della scuola media di Melendugno. Perché a confrontarsi c’erano i cittadini e la multinazionale Tap, titolare del progetto di un gasdotto per portare il gas dall’Oriente fino all’Europa, passando per il Salento e dalla costa di Melendugno in particolare. In quella sala c’erano 400 persone, tra cui anche alcuni sindaci ed assessori dei paesi più direttamente coinvolti dell’infrastruttura, oltre naturalmente ai gruppi ambientalisti, agguerriti più che mai ed intenzionati a bloccare in ogni modo la realizzazione del gasdotto. Il clima è stato teso da subito. Ed a poco sono servite le rassicurazioni del country manager della Tap, Paolo Pasteris, che ha garantito la massima attenzione ed il massimo rispetto per misure di sicurezza. Pasteris ha anche illustrato il progetto e le variati al tragitto del gasdotto. Marcello Seclì di Italia Nostra ha lamentato la scarsa comunicazione ai cittadini da parte dei sindaci dei Comuni interessati. Una polemica fine a se stessa e senza riscontro nella realtà, perché i sindaci, lì presenti, hanno ricordato di aver convocato consigli comunali straordinari con unico punto all’ordine del giorno. Poi sono stati gli stessi primi cittadini a lamentare scarsa informazione sulla variante al progetto e sulla parte nelle mani di Snam. Alla base delle preoccupazioni dei cittadini e del comitato “No Tap” le possibili conseguenze ambientali in caso di guasto o di malfunzionamento dell’opera. Oltre a Pasteris, country manager Tap, erano presenti anche l’ing. Lorenzo Bertolè della Erm, che ha curato la relazione sulla valutazione di impatto ambientale, e l’ing. Carlo Magliola della Saipem, estensore del progetto. I tre tecnici hanno illustrato nel dettaglio il progetto e le sue varianti, rispondendo alle domande del pubblico. Dal dibattito è venuto fuori un giallo clamoroso sulle emissioni previste dal gasdotto: nella relazione di ‘scoping’ infatti vengono indicate emissioni pari a quelle di un grande impianto di produzione di gas, ma ieri sera i tecnici Tap hanno ammesso che si è trattato di un errore di stesura. Senza spiegare però come si faccia a commettere un smile abbaglio. Altro giallo, quello della lunghezza della conduttura: in una prima versione del progetto si prevedeva una lunghezza di 22 km, poi diventati, 4-5. In realtà, e si è capito ieri sera, la conduttura non si è accorciata, ma dopo essersi estesa per 4-5 kilometri nelle campagne, la responsabilità della gestione della conduttura passa alla Snam. Quindi nel progetto la Tap ha inserito solo la lunghezza di sua competenza, cioè 4.5 kilometri. A questo punto però le informazioni fornite si fermano, perché tutto ciò che è di competenza della Snam ancora è in via di definizione, compresa la “cabina di misura fiscale”, cioè un grande impianto collettore previsto ad Acquarica di Lecce. Sul punto di approdo poi i tecnici della Tap hanno spiegato le ragioni del perché è stato spostato da Brindisi a San Foca. Hanno spiegato di aver valutato quattro diversi percorsi alternativi, tutti scartati per le praterie di posidonia, oppure perché avrebbero richiesto una curvatura acuta dei tubi, oppure perché il porto di Brindisi avrebbe comportato una serie di problemi legati alla sicurezza. Il rumore, la flora, 3 ulivi monumentali da spostare, l’impatto sull’agricoltura: tutto è stato valutato nella relazione sull’impatto ambientale redatta dai tecnici Tap. Sono previsti indennizzi, infine, sia ai Comuni sia agli agricoltori, ma è tutto da negoziare. “Se sono previsti indennizzi – è intervenuta Sabrina Sansonetti – evidentemente è perché c’è un danno. E se c’è un danno si deve chiedere ai cittadini dei Comuni interessati se vogliono subirlo o meno”. Una considerazione che ha spiazzato i tecnici della Tap, ma che ha accolto il favore di tutta l’assemblea, che per ‘ovazione’ ha deciso sul referendum consultivo. C’è ora da vedere se e come sarà possibile farlo. E soprattutto se la volontà dei cittadini sarà ascoltata. Al termine del confronto, durato circa tre ore, alcuni partecipanti hanno consegnato a Pasteris una bandiera nera raffigurante il simbolo della “Bandiera blu”, riconoscimento ottenuto dalla marina di San Foca negli ultimi anni. Intanto i parlamentari Zamparutti, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci e Maurizio Turco presenteranno un’interrogazione al ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, al ministro dello Sviluppo economico, al ministro per i Beni e le attività culturali, al ministro per il Turismo. Nell’interrogazione chiedono per quali motivi sia stata proposta la variante dell’originario progetto che prevedeva l’attracco del gasdotto a Brindisi e direttamente nella zona industriale costiera; quali azioni si intendano promuovere per evitare la realizzazione dell’ultima variante progettuale inerente il passaggio del gasdotto sulla terraferma; quali iniziative si intendano promuovere per la riconversione delle centrali Cerano-Federico II di Enel e Brindisi Nord di EdiPower dal fossile al gas; se siano all’esame soluzioni alternative all’approdo del gasdotto Tap, considerando anche che, si legge nel documento, “il basso Salento si troverebbe inoltre in una situazione di assurdo concentramento cumulativo di più gasdotti poiché un secondo gasdotto della ditta South Stream è già in progetto di sbarco, sempre a partire dai Balcani, nella rada di Otranto”. Ecco il testo dell’interrogazione:

Premesso che
– il progetto di costruzione, da parte della società Trans-Adriatic-Pipeline (TAP), di un gasdotto che dall’Albania dovrebbe approdare sulle coste pugliesi, originariamente prevedeva di portare in Italia il gas dal Caucaso, conducendo l’infrastruttura energetica direttamente a Brindisi e direttamente nella zona industriale costiera, attraverso la realizzazione di un tracciato completamente via mare (off-shore);
– per motivi in gran parte ignoti, la TAP ha inteso proporre una variante atta a realizzare l’attracco a San Foca (Lecce), in località denominata «Punta Cassano», per poi proseguire con un ulteriore scavo (on-shore) di circa ben 20 chilometri sulla terraferma, fino a raggiungere il territorio di San Donato, dove si allaccerebbe alla rete Snam;
– la TAP, aveva proposto inizialmente l’infelicissima soluzione di approdo a Punta Penne a Nord di Brindisi, area di pregio balneare e l’attraversamento da lì in poi, per un tratto di 16 chilometri, di campi e vigneti prima dell’allacciamento finale il che fece sollevare associazioni e la camera di commercio di Brindisi, che ne evidenziarono, nel marzo 2010, l’incompatibilità con la vocazione agricola e turistica dell’area; a seguito delle proteste del giugno del 2010, la società TAP confermò di esser tornata a sposare definitivamente l’opzione di approdo del gasdotto a Sud di Brindisi, direttamente nell’area industriale delle centrali a carbone, di cui si auspica da decenni proprio la virtuosa loro riconversione al gas fossile per minimizzarne gli impatti in termini di emissioni al camino e di polveri sollevatesi dal carbone nei magazzini e durante la sua mobilitazione. Un’area inoltre industriale predisposta urbanisticamente ad accogliere simili infrastrutture la cui notevole intrinseca pericolosità le rende inidonee in zone balneari e turistico-insediative nonché agricole; qui infatti si trovano grosse centrali elettriche a carbon fossile, in particolare la centrale di Cerano-Federico II di Enel e la centrale Brindisi Nord di EdiPower; entrambe centrali a combustione di carbone fossile, e oggi in Cerano anche CDR (combustibile solido da rifiuti), fonti impareggiabilmente più inquinanti del gas fossile, tanto che popolazioni e ambientalisti, ma anche associazioni mediche come la LILT (Lega italiana per la lotta ai tumori) chiedono da molti anni di riconvertire quelle centrali dal carbone al gas, per migliorare gli standard di qualità dell’aria;
– anche a giudizio delle associazioni ambientaliste Save Salento, Tramontana e Forum Ambiente e Salute, opportunamente contattate ed informalmente incontrate dalla TAP, quello oggetto dell’ultima variante che prevede l’approdo a San Foca, costituisce un infelicissimo percorso combinato off-shore/on-shore, che, oltre al tratto marino, comporta anche la realizzazione di un enorme disastroso serpentone di gasdotto sulla terraferma, che comporta lo sventramento, danneggiamento e messa in stato di pericolo, di aree di altissima valenza insediativa, turistica, agricola, ambientale e culturale, assolutamente non industrializzate e vergini del basso Salento ed in particolare dei territori di Melendugno, Vernole, Castrì, Lizzanello, Cavallino e San Donato;
– notevoli preoccupazioni si evidenziano, pertanto, per ciò che concerne il tracciato su terra, che dovrà snodarsi sul territorio della provincia per ben 20 chilometri, un’enormità, superando con una trivellazione orizzontale (circa 800 metri) una falesia, quella di Punta Cassano, già interessata da fenomeni di erosione, e quindi tagliando trasversalmente una buona metà della penisola salentina, con un cantiere che avrà un’ampiezza compresa tra i 23 e i 30 metri e una profondità di 4 metri. Il tutto comporterà inevitabilmente una notevole movimentazione di terra, suolo e vegetazione, con l’interessamento di una fascia di territorio della costa e dell’entroterra massimamente protetta dai vincoli di carattere ambientale e paesaggistico previsti dal Piano urbanistico territoriale tematico (PUTT), nonché caratterizzata da elementi archeologici di cui l’Ecomuseo dei paesaggi di pietra di Acquarica di Lecce è testimonianza; -in seguito alla chiusura dei lavori, la fascia di rispetto (servitù) del gasdotto consisterebbe in 4 metri a destra e 4 metri a sinistra della conduttura (per 8 metri complessivi) che si dovrebbe mantenere scevra da qualsiasi opera o presenza arborea (in primo luogo ulivi), al fine di consentire le necessarie operazioni di manutenzione, di controllo e di intervento in caso d’emergenza con l’ulteriore conseguenza di consumo di suolo agricolo, in un’area, caratterizzata da piccoli insediamenti diffusi, con una infrastrutturazione che può comportare la nascita di centrali di deposito gas e soprattutto nuove centrali termoelettriche a gas fossile, e che va dunque conservata alla sua attuale vocazione rurale, turistica e balneare;
– inoltre forte sarebbe l’impatto determinato dal passaggio del cantiere nella porzione di territorio interessata dalla presenza di boschi di uliveto secolare «ogliarola» presenti nelle contrade Campana e Filandra, tra Castrì, Pisignano e Vernole, ulivi tutelati da un forte quadro normativo in materia;
– si tratta di un’area già interessata da un oneroso progetto di impianto di 11 mega-torri eoliche, per la cui difesa i cittadini e le associazioni del Salento hanno dato vita ad un’intensissima mobilitazione proprio a partire dall’inizio del 2011. L’effetto combinato delle due opere di infrastrutturazione porterebbe ad uno sconvolgimento intollerabile dell’attuale cifra ambientale e paesaggistica dell’area e a preoccupanti ripercussioni sulla praticabilità quotidiana e sulla fruibilità di quei luoghi da parte di cittadini, agricoltori, proprietari, turisti e studiosi; le contrade Campana e Filandra si avvierebbero così a rappresentare il caso esemplare del paradosso energetico vissuto dal Salento: contrade attraversate da un gasdotto per il trasporto di combustibile fossile e contemporaneamente interessate da torri eoliche che dovrebbero scongiurare l’utilizzo di combustibile fossile, senza contare poi il grave impatto e consumo di nuovo suolo agricolo per la realizzazione di tutte le ulteriori necessarie infrastrutture industriali-impiantistiche e di servizio al gasdotto lungo il suo percorso; -con la realizzazione dell’ultima variante del gasdotto della TAP, il basso Salento si troverebbe inoltre in una situazione di assurdo concentramento cumulativo di più gasdotti poiché un secondo gasdotto della ditta South Stream infatti è già in progetto di sbarco, sempre a partire dai Balcani, nella rada di Otranto e che dovrebbe comportare un percorso di 1,5 chilometri a terra (on-shore), che è comunque tanto considerata la ovvia pericolosità di questi gasdotti, la frequentazione di Otranto, e l’importanza archeologico-paesaggistica di Otranto; per quali motivi sia stata proposta la variante dell’originario progetto che prevedeva l’attracco del gasdotto a Brindisi e direttamente nella zona industriale costiera; se e quali azioni si intendono promuovere per evitare, secondo una logica di opportunità tecnica e geologica, di economicità, ed ambientale la realizzazione dell’ultima variante progettuale del gasdotto della TAP inerente il passaggio lungo la terraferma, nel cuore del territorio salentino, del pericoloso e impattante gasdotto; se e quali iniziative si intendano promuovere per la riconversione delle centrali Cerano-Federico II di Enel e Brindisi Nord di EdiPower dal fossile al gas; se siano all’esame soluzioni alternative all’approdo del gasdotto della ditta
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16 febbraio 2012 Gasdotto Tap. Oggi l’incontro con i cittadini

MELENDUGNO – Società e cittadini faccia a faccia. Da una parte la Tap, Trans Adriatic Pipeline, che vuole realizzare il gasdotto per portare il gas dall’Oriente fino all’Europa, passando per il Salento e dalla costa di Melendugno in particolare. E che assicura che il progetto predisposto non avrà alcun effetto negativo sui luoghi e sulle persone. Dall’altro i cittadini, i residenti nella zona o in altri Comuni del Salento. Che da questa infrastruttura si sentono messi a rischio; che temono di dover scontare i danni, in futuro, di un’opera che non vogliono, adesso. Oggi l’appuntamento tanto atteso. Alle 17 nella sala conferenze della scuola media di Melendugno le due parti interessate si incontreranno. Sarà l’occasione, per i cittadini, di fare domande e chiarire dubbi, avanzare perplessità, spiegare che cos’è che non accettano. Per la società, l’occasione di chiarire, di farsi conoscere più da vicino, di tranquillizzare gli animi. In un’intervista che abbiamo pubblicato ieri, il country manager della Tap, Paolo Pasteris ha garantito che non ci sono motivi per temere il gasdotto e che saranno prese le massime precauzioni e tutte le operazioni di costruzione dell’infrastruttura saranno realizzate nella massima attenzione (leggete in basso). Ma queste rassicurazioni convincono poco, se è di appena un mese fa la notizia dell’esplosione di un gasdotto in Lunigiana. Leggete che cosa ha scritto a questo proposito, sempre dalle pagine del nostro quotidiano on line, Giovanni D’Agata dello Sportello dei diritti di Italia dei valori (Gasdotti a rischio esplosione).

15 febbraio 2012 Gasdotto Tap. La società: ‘Nessun rischio’

MELENDUGNO – “L’incontro di domani sarà l’occasione per tranquillizzare tutti i salentini sulla sicurezza del gasdotto Tap”. A parlare è Paolo Pasteris, country manager della società in Italia. Che per domani ha organizzato un incontro pubblico nella sala convegni della scuola media di Melendugno (ore 17) nella quale spiegherà da vicino ai cittadini i dettagli del progetto che tocca le coste salentine e risponderà a dubbi e perplessità sull’opera. Obiettivo è inserire osservazioni nella valutazione di impatto ambientale e sociale che sarà presentata al ministero dell’Ambiente entro febbraio. Nell’attesa della domande dei salentini, abbiamo fatto noi le nostre domande a Pasteris.

Paolo Pasteris

Paolo Pasteris Che cosa si aspetta dall’incontro di Melendugno?
“L’incontro di Melendugno fa parte di un programma in corso per il coinvolgimento di tutte le parti interessate che ha avuto inizio più di un anno fa e proseguirà per tutta la fase di sviluppo del progetto. Il nostro intento è quello di informare la comunità sul progetto, dare loro la possibilità di fare domande e di ottenere informazioni il più possibile dettagliate al riguardo. L’incontro inoltre darà a Tap l’opportunità di raccogliere il riscontro della comunità, fondamentale per noi al fine di identificare eventuali problemi e affrontarli nello sviluppo della Valutazione d’Impatto Ambientale e Sociale prima di sottoporla al Ministero dell’Ambiente. Questo incontro sarà l’occasione per presentare alla comunità locale il progetto Tap e per raccogliere idee su come migliorare il nostro lavoro. Per questo ci aspettiamo grande partecipazione e molte domande”.

Quali reazioni ha percepito da parte dei cittadini?
“Siamo consapevoli delle numerose preoccupazioni circa l’impatto ambientale del nostro progetto da parte dei residenti locali. Vorrei innanzitutto assicurare loro che indirizzeremo ogni nostro sforzo per ridurre l’impatto sull’ambiente. Invito tutti a partecipare alla riunione di giovedì dove potranno avere maggiori informazioni al riguardo e dove cercheremo di chiarire loro ogni dubbio”.

In che cosa si sente di tranquillizzarli?
“Tap fornirà tutti i dettagli tecnici del progetto e spiegherà approfonditamente cosa stiamo facendo per ridurre al minimo l’impatto ambientale. Maggior chiarezza rassicurerà la popolazione”.

Quali rischi esistono per il Salento con l’insediamento di questa infrastruttura? “Tap non rappresenta un rischio per la regione Salento. Sarà una conduttura come già ne esistono nella provincia di Lecce e che forniscono gas per uso domestico ed industriale”.

Quali misure di sicurezza sono state previste?
“Tap rispetterà tutte le leggi italiane e internazionali in termini di sicurezza. I nostri azionisti, Statoil ed Eon – che stanno gestendo la parte ingegneristica del progetto – hanno molti anni di esperienza nello sviluppo e nella realizzazione di gasdotti e operano con i più alti standard di sicurezza”.

In quali punti il progetto è stato modificato? Perché?
Durante la fase di perfezionamento del percorso, Tap aveva identificato un percorso a terra di 21 chilometri per raggiungere la rete nazionale Snam nei pressi di Lecce. Dopo diverse consultazioni anche con Snam Rete Gas è stato deciso che il gasdotto TAP sarebbe terminato dopo soli 5 km (a terra) in corrispondenza della cabina di misura fiscale dove Snam prenderà quindi in custodia il gas”.

Come è previsto l'”attacco” del gasdotto nel Salento? Sarà sotterraneo? Sarà necessario perforare la costa?
“Sarà utilizzata una procedura speciale chiamata micro tunneling – già impiegata da Saipem a Livorno, Ibiza e in molti altri casi – che garantisce la totale assenza d’impatto sul paesaggio. Il micro tunnel inizierà a terra a 300 metri dalla costa e terminerà a circa 1 km dalla riva”.

Che cosa si vedrà da fuori?
“Il tunnel non sarà visibile del tutto. La condotta uscirà dal tunnel a una profondità di 25 metri”.

Una volta che il gasdotto sarà realizzato, saranno vietate la balneazione e la navigazione?
“Non ci sarà alcuna restrizione alla balneazione e alla pesca, fatta eccezione per il breve periodo – sarà questione di giorni – durante il quale la nave posatubi collocherà la condotta all’ingresso del tunnel. I lavori inoltre saranno realizzati durante la stagione invernale”.

Dove è previsto lo stoccaggio del gas? A Brindisi o è diretto verso lo stoccaggio di Ferrandina in Basilicata? Ed a che punto è la realizzazione delle stazioni di stoccaggio?
“Tap è in una gara con altri tre progetti per ottenere il diritto di trasporto del gas prodotto in Azerbijan dal consorzio di Shah Deniz. Due di questi progetti si propongono di portare il gas in Italia, l’altro ha indicato altri mercati. Stiamo valutando possibili stazioni di stoccaggio del gas in Albania. Nessuna stazione di stoccaggio di gas è prevista in Italia”. Se ad aprile il progetto Tap verrà selezionato dal Consorzio di Shah Deniz in Azerbaijian come la soluzione preferita per il trasporto del gas, la costruzione del gasdotto dovrebbe iniziare nel 2015.

// La Tap in Italia Il progetto prevede un tratto di circa 5 km sulla terraferma con terminale di ricezione (PRT). Il progetto avrà capacità di 10 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno con la possibilità di estenderla a 20 miliardi di metri cubi. L’approdo del gasdotto è previsto sulla costa tra San Foca e Torre Specchia Ruggeri nel Comune di Melendugno. L’approdo verrà costruito utilizzando un sistema di micro-tunneling portando il gasdotto a una profondità di circa 6 metri sotto terra. Il metanodotto Tap si connetterà con la rete gas italiana, gestita da Snam Rete Gas. Il percorso attuale della Trans Adriatic Pipeline, è stato identificato dopo tre anni di lavoro sul campo in Italia. “Dopo aver analizzato numerose alternative – si legge in una nota ufficiale della società – la squadra di Tap ha selezionato il percorso ottimale per il gasdotto che evita di attraversare zone ecologicamente sensibili, come le praterie di Posidonia oceanica”. Il gasdotto Tap sarà lungo in tutto circa 800 chilometri (Grecia 466 km; Albania 204 km; tratto off-shore Mare Adriatico 110 km; Italia 4 km). Il trasporto avrà inizio nei pressi della frontiera greco-turca (Komotini), attraverserà l’Albania e il Mar Adriatico, e si connetterà con il sistema italiano di distribuzione del gas naturale nei pressi di San Foca.

// L’esplosione in Lunigiana Sulla questione sicurezza, intanto, interviene Giovanni D’Agata, dello Sportello dei diritti di Italia dei valori, che ricorda, proprio in vista dell’incontro “rassicuratore” di domani, l’esplosione del gasdotto in Lunigiana (nel Comune di Tresana in provincia di Massa Carrara) avvenuta lo scorso 19 gennaio. Il gas è fuoriuscito da una condotta di metano saldata male; una scintilla ha fatto il resto, determinando lo scoppio.

4 febbraio 2012 Tap. Su facebook nasce il Comitato del no

MELENDUGNO –La protesta viaggia in rete. Per la precisione, viaggia sui social network. Sempre più spesso facebook è il canale di sfogo ed il luogo di aggregazione di persone sotto il vessillo di un comune sentire. L’ultimo dei comitati “salentini” (ma circoscrivere ad un territorio, un comitato che nasce in rete è quasi una contraddizione) costituitosi grazie alla rete è il “No Tap”. Richiamandosi ai No-Tav della Val Di Susa, il gruppo mette in guardia gli utenti sul possibile ennesimo scempio ambientale delle coste salentine che si affacciano sull’Adriatico. Il gruppo, costituitosi da pochi giorni e con più di 900 membri, nasce con questo obiettivo: “La Trans Adriatic Pipeline ha avviato martedì 24 gennaio, un sondaggio marino vicino alla costa nei pressi di San Foca – si legge sulla pagina face book del gruppo -. Lo scopo dell’indagine è quello di raccogliere campioni dal fondale marino lungo il possibile percorso del gasdotto che prevede di portare il gas dal Mar Caspio sino all’Italia meridionale. Un progetto folle in un’area protetta. Il gruppo mira a coordinare una linea comune organizzativa al fine di evitare che lo scempio di compia”. Intanto la Tap sul sito aziendale si dichiara pronta a presentare la Valutazione d’impatto ambientale e sociale in Italia con un percorso più breve. Il nuovo tracciato prevede una sezione di 5 km sulla terra ferma, rispetto ai 22 km iniziali, e il cambiamento del punto di allacciamento alla rete nazionale tramite Snam Rete Gas. Tale modifica si rifletterà nella prima stesura della Valutazione d’impatto ambientale e sociale (Esia) la cui presentazione alle autorità italiane (Ministero dell’Ambiente) è prevista entro il mese di febbraio. Intanto Tap continua nella raccolta delle osservazioni e dei commenti dei residenti locali e di tutte le parti interessate. Sempre a febbraio, il 16 (ore 17.30, presso Nuovo Cinema Paradiso), Tap ha organizzato un incontro pubblico con cittadini di Melendugno per presentare la proposta di tracciato del gasdotto. Se ad aprile il progetto sarà selezionato dal Consorzio di Shah Deniz in Azerbaijian come la soluzione preferita per il trasporto del gas, la costruzione del gasdotto dovrebbe iniziare nel 2015. TAP invita la comunità locale a discutere la prima bozza della Valutazione d’Impatto Ambientale e Sociale in un incontro pubblico con i residenti locali che si terrà a Melendugno giovedì 16 febbraio alle ore 17.30 presso il Nuovo Cinema Paradiso

26 gennaio 2012 Gasdotto Tap. Via alle indagini sul fondale salentino

SAN FOCA – Ci siamo. Lo scorso martedì la Trans Adriatic Pipeline ha avviato un sondaggio marino lungo la costa nei pressi di San Foca, allo scopo di raccogliere campioni dal fondale marino lungo il possibile percorso del gasdotto che prevede di portare il gas dal Mar Caspio sino all’Italia meridionale. Il fine dell’indagine è perfezionare il percorso del gasdotto, che prevede l’approdo sulla costa tra San Foca e Torre Specchia Ruggeri nel Comune di Melendugno. Lo studio è realizzato attraverso una piattaforma sollevabile vicino alla riva per eseguire un’analisi geotecnica del terreno. I campioni di terreno verranno analizzati sia direttamente sulla piattaforma, sia in un secondo momento in laboratorio. I campioni verranno prelevati sino ad una profondità massima di 20 metri sotto il livello del mare. A seconda delle condizioni metereologiche, la piattaforma dovrebbe completare la propria attività entro la prima metà di febbraio. Quando il lavoro della piattaforma sarà terminato, si passerà alle analisi scientifiche attraverso una chiatta che rimarrà nella zona fino alla metà di marzo. L’indagine sottomarina è svolta da Tap con il supporto della società appaltatrice D’Apollonia, azienda italiana dei settori di ingegneria civile, geotecnica ed ambientale; geologia e geofisica; idrologia e idraulica. In una nota ufficiale, Paolo Pasteris, country manager Tap per l’Italia assicura ai residenti “che le indagini sottomarine sono effettuate seguendo i più alti standard internazionali in materia di ambiente e sicurezza e non causeranno alcun danno al territorio e all’ambiente” e precisa che “Tap ha richiesto e ottenuto l’autorizzazione per quest’operazione sia dal Comune di Melendugno sia dall’Autorità Portuale di Otranto”. Poi conclude dichiarando che la società apprezza “la disponibilità e la cooperazione dimostrata al team dalla comunità e dalle autorità locali”. A febbraio Tap organizzerà un incontro pubblico con cittadini di Melendugno per presentare la proposta di tracciato del gasdotto. Entro la fine di febbraio la società presenterà la sua Valutazione di Impatto Ambientale e Sociale al Ministero dell’Ambiente. Se ad aprile il progetto Tap verrà selezionato dal Consorzio di Shah Deniz in Azerbaijian come la soluzione preferita per il trasporto del gas, la costruzione del gasdotto dovrebbe iniziare nel 2015.

// La Tap in Italia Il progetto prevede un tratto di circa 5 km sulla terraferma con terminale di ricezione (PRT). Il progetto avrà capacità di 10 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno con la possibilità di estenderla a 20 miliardi di metri cubi. L’approdo del gasdotto è previsto sulla costa tra San Foca e Torre Specchia Ruggeri nel Comune di Melendugno. L’approdo verrà costruito utilizzando un sistema di micro-tunneling portando il gasdotto a una profondità di circa 6 metri sotto terra. Il metanodotto Tap si connetterà con la rete gas italiana, gestita da Snam Rete Gas. Il percorso attuale della Trans Adriatic Pipeline, è stato identificato dopo tre anni di lavoro sul campo in Italia. “Dopo aver analizzato numerose alternative – si legge nella nota della società – la squadra di Tap ha selezionato il percorso ottimale per il gasdotto che evita di attraversare zone ecologicamente sensibili, come le praterie di Posidonia oceanica”.

// Il progetto Tap Trans Adriatic Pipeline è un consorzio costituito per la progettazione e realizzazione di un nuovo gasdotto trans-adriatico che trasporterà gas naturale dalla regione del Caspio attraverso Grecia, Albania e Mar Adriatico fino all’Italia meridionale e all’Europa occidentale. Il progetto ha lo scopo di garantire maggiore sicurezza e diversificazione nell’approvvigionamento di gas ai mercati europei. Con l’apertura del nuovo “Southern Gas Corridor”, Tap aprirà un nuovo mercato per il gas naturale proveniente dalla zona del Mar Caspio. Il progetto è stato concepito affinché la quantità di gas trasportato possa passare da 10 a 20 miliardi di metri cubi all’anno a seconda della capacità di produzione. Il progetto Tap prevede inoltre un flusso inverso fisico fino all’80% della sua capacità e la creazione d’impianti di stoccaggio in Albania al fine di garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico in caso d’interruzioni. Gli azionisti Tap sono la svizzera Egl(42,5%), la norvegese Statoil (42,5%) e la tedesca E.On Ruhrgas (15%). Il gasdotto Tap sarà lungo circa 800 chilometri (Grecia 466 km; Albania 204 km; tratto off-shore Mare Adriatico 110 km; Italia 4 km). Il trasporto avrà inizio nei pressi della frontiera greco-turca (Komotini), attraverserà l’Albania e il Mar Adriatico, e si connetterà con il sistema italiano di distribuzione del gas naturale nei pressi di San Foca. I gasdotti al largo del Salento sono al centro dell’inchiesta realizzata da Maria Luisa Mastrogiovanni sul Tacco d’Italia di dicembre-gennaio

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