Lecce. La rabbia popolare dopo l'espianto di 220 ulivi dalla via vecchia per Novoli è occasione per una riflessione del consigliere comunale
Riceviamo e pubblichiamo la nota di Carlo Salvemini: L’espianto avvenuto lo scorso giugno, di 220 alberi di ulivo in un terreno agricolo posto ai margini della città lungo la via vecchia Novoli ha giustamente acceso l’attenzione di residenti e associazioni ambientaliste impegnate nella tutela del paesaggio di quella bellissima porzione dei margini occidentali della città. Sono note da tempo, infatti, le preoccupazioni legate alla presenza di attività estrattive: diffondersi di polveri, traffico indiscriminato di mezzi pesanti; degrado del paesaggio di cave dismesse e mai recuperate. Un insieme di disagi che le comunità hanno provato a combattere attraverso la richiesta di interventi a tutela del paesaggio esistente e al recupero di quello degradato, proponendo proposte progettuali protocollate in comune anche da Lecce Bene Comune negli scorsi mesi ai fini del nuovo PUG. E che pongono come centrale la risoluzione del tema della prossimità tra la residenza e gli insediamenti produttivi delle cave, da definire con un doppio approccio: nell’immediato, attraverso un progetto di riclassamento viario che allontani gli spostamenti dei mezzi pesanti dalla provinciale Lecce-Novoli; e, nel futuro, attraverso il nuovo Piano Urbanistico Generale, con una attenta riflessione sulla possibilità di aprire nuovi insediamenti produttivi nel contesto di riferimento del progetto. Sull’area attualmente non c’è un rischio incombente di una centrale biodisel o di uno stabilimento artigianale o produttivo, bensì un’autorizzazione all’espianto degli ulivi per un legittimo permesso al proseguimento di un’attività estrattiva, in passato sospesa, presente anche nel catasto cave della Regione. L’Amministrazione Comunale, per voce dell’assessore Martini, nel rispondere alla richiesta di chiarimenti espressa da residenti e associazioni ambientaliste, non fa alcun cenno ai perimetri riportati nelle tavole del DPP del nuovo PUG dei Bacini di Completamento estrattivi del Piano Regionale, che coinvolgono ampie porzioni di suoli agricoli in un contesto di grande pregio paesaggistico. Una dimenticanza che non chiarisce quale debba essere il futuro di quella porzione della città, e che non trasferisce ai residenti adeguate informazioni. Se è vero che la competenza sulle attività estrattive è della Regione ciò non toglie che il Comune ha il compito di prevedere l’assetto futuro del paesaggio. Ci auguriamo che arrivi presto il momento in cui l’amministrazione risponderà alle osservazioni prodotte dalla cittadinanza e non solo, sul DPP del nuovo Pug e che nel prossimo incontro, l’ultimo dei 5 temi fondativi del Pug, quello della città rurale si arrivi con risposte adeguate a garanzia di un reale percorso partecipato.
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