Il Pd scrive alla città

Casarano. L’allarme lanciato dal partito democratico: “La programmazione dei fondi Ue e ministeriali è ferma”

CASARANO – Nessuna programmazione 2014-2020 dei fondi comunitari e ministeriali, perdita di risorse, incapacità di gestire i finanziamenti già stanziati ma che rischiano di essere revocati. Pesanti accuse arrivano al sindaco Gianni Stefàno dal Partito Democratico cittadino, che passa al setaccio sia le strategie di pianificazione per l’utilizzo di risorse esterne al bilancio comunale, cioè quelle che arrivano da Regione, Ue, Ministero, sia la gestione attuale improntata, secondo il Pd, da una parte all’aumento sconsiderato delle tasse che gravano sui cittadini senza aumentare proporzionalmente i servizi. Scrive il Pd: “Casarano è oramai tagliata fuori non solo dalle scelte in tema di rifiuti e ambiente ma, e da tempo, è marginale in ogni ambito. Non esprime a in tema di valorizzazione dei beni patrimoniali, ambientali e culturali dal momento che è al traino di altri paesi vicini (Ugento, Sannicola) nella gestione dei SAC – Sistemi ambientali e Culturali, lo strumento che la Regione Puglia ha previsto per la messa a valore del nostro Patrimonio. Eppure, essendo il promotore e depositario della pianificazione strategica, nel ruolo di capofila, il nostro Comune poteva, prima e più di altri, avanzare una propria idea di SAC. Non avendolo fatto aveva, ed ha tutt’ora, il dovere di coordinare le proposte di SAC approvate sul territorio salentino, garantendo la necessaria coerenza verso un obiettivo comune. Si ha l’impressione che Sindaco ed uffici interessati non abbiano notizia alcuna di tale responsabilità. Non conta niente in tema di tutela del territorio. La pianificazione strategica, infatti, oltre a prevedere la tutela e valorizzazione del nostro ecosistema, indicava limiti precisi allo sfruttamento selvaggio delle nostre campagne, del nostro mare e dei litorali, del sottosuolo. Condizione essenziale non solo per la tutela della nostra terra ma anche per impiantare politiche idonee a favorire un turismo di qualità e destagionalizzato. Non ha alcuna voce in capitolo sui temi dello sviluppo economico, alcuna idea su come contrastare la ferocia di questa crisi che così tanto male sta facendo alle nostre famiglie e ai nostri giovani privati oramai di qualsiasi prospettiva. Come sempre, il sindaco Stefano risponderà che lui, poverino, non può fare niente perché ha trovato le casse vuote e che i soldi che incasserà dalla vessazione dei casaranesi non potranno essere destinati ad iniziative di sostegno all’economia locale. Lui ha le mani legate, non può fare niente. È un povero Cristo che si è caricato sulle spalle una città disastrata e morente. Purtroppo per noi, le cose non stanno così! Il nostro sindaco dovrebbe sapere che le politiche di sviluppo (credito e microcredito alle nostre imprese, formazione e qualificazione del personale, aiuti agli investimenti locali, attrazione degli investimenti, sostegno all’export, promozione e attrazione di flussi turistici, valorizzazione delle produzioni agricole locali, innovazione degli enti locali finalizzate al contenimento della spesa, ecc.) si disegnano e si attuano con risorse esterne, senza alcun coinvolgimento del bilancio comunale. La crisi del distretto del mobile imbottito, area Murgiana e della Basilicata, viene combattuta con forza dalla amministrazioni locali di quelle zone che, grazie a fondi Ministeriali e regionali, sono riuscite ad ottenere oltre 100 milioni di euro da destinare ai lavoratori e alle imprese in difficoltà. Lo strumento utilizzato? L’APQ (Accordo di Programma Quadro), quello stesso strumento immaginato pioneristicamente e promosso dal Comune di Casarano qualche anno fa, ora ripreso e mutuato, con buoni risultati, da altri territori. In stato confusionale affronta temi delicati come il contenimento della spesa pubblica e le politiche impositive. La prima non si ottiene riducendo organici e funzioni degli uffici e servizi ai cittadini, ma aumentando l’efficienza dei processi, il tasso tecnologico a disposizione della PA e la qualificazione e valorizzazione del personale assunto. Temi da tempo demandati al Comune di Maglie. In merito alla tassazione, le famiglie di Casarano non possono essere considerate alla stregua di sudditi da tartassare. La gestione dei tributi deve essere “democratica” e basata su criteri di buon senso. Un amministratore ha il dovere di gestire “in proprio” le tasse locali al fine di risparmiare (il che significa meno tasse e più servizi) ma, anche e soprattutto, di gestire con intelligenza situazioni delicate. Sostenere le famiglie in difficoltà immaginando una pianificazione del debito tributario, ridistribuire il carico fiscale. Invece il Sindaco Stefano cosa fa? Aumenta le tasse delle famiglie e le dimezza alle imprese edili. Esempio emblematico della nebbia in cui naviga il nostro sindaco è poi Area Sistema. Dapprima ritenuta inutile, dispendiosa, carrozzone dissestato e clientelare, oggi considerata utile e necessaria tanto da opporsi al fallimento. Nel frattempo (non pochi giorni, ma un intero anno), si perdono capitali, competenze, tecnologie e si sostengono costi per riparare ai propri errori. È ridicolo! Ma lo sarà ancora di più se i veri motivi del cambio di rotta su Area Sistema non saranno la convinzione della sua utilità bensì la necessità di accontentare qualcuno a secco di poltrona. C’è una gestione del presente approssimativa e superficiale. Le logiche sono vecchie, la svolta tanto annunciata in campagna elettorale e attesa non c’è stata. E quello che più preoccupa non è solo la navigazione a vista di questo Sindaco e della sua amministrazione, ma la totale assenza di qualsivoglia azione programmatoria. In questo periodo si sta concependo la nuova programmazione per il settennio 2014 – 2020. La Regione incontra le parti economiche e sociali, i Comuni, le Provincie, tutti soggetti con i quali traccia i sentieri di sviluppo, definisce vincoli e priorità future. I Ministeri percorrono lo stesso cammino a livello centrale, elaborando le regole di utilizzo dei fondi comunitari. Fino a qualche anno fa, la partecipazione del Comune di Casarano ai tavoli di confronto era scontata e auspicata e le sue posizioni tenute in grande considerazione. Oggi negli uffici che contano, regionali e ministeriali, gli interessi della nostra Comunità non solo risultano totalmente assenti ma il nome di Casarano è sinonimo di incapacità di pianificazione, di ritardi di spesa, di perdita di risorse. Ecco perché il Sindaco ha estremo bisogno di dissimulare le proprie incapacità dietro lo slogan del dissesto finanziario e del buco di bilancio. Concetti che col passare del tempo rivelano per intero la loro debolezza mentre emerge con chiarezza la mancanza di visione strategica del futuro. Un’Amministrazione che non ha alcuna idea di Città: è questo il vero dramma”!

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