DOSSIER FIORI //Lecce. La crisi non risparmia il settore florovivaistico, i due mercati dei fiori del Salento hanno registrato un forte calo di fatturati e vendite
I produttori floricoli sono in forte difficoltà e si pensa in questi giorni a come rilanciare i mercati e recuperare la risorsa economica rappresentata dalle due strutture salentine dedicate alla compravendita dei fiori. Secondo il presidente Confindustria De Castris, sono diverse le strategie da porre in essere: dalla valorizzazione dei nostri prodotti alla riduzione del cuneo fiscale e del costo del lavoro. L’obiettivo? Ridare ossigeno alle imprese e costruire una piattaforma logistica che faccia del Salento la testa di ponte tra estremo Oriente ed Europa. Cosa servirebbe, secondo Confindustria, per rilanciare i mercati floricoli di Taviano e Leverano, che caratterizzano da anni la linfa vitale dell'economia salentina? “Il Mercato dei Fiori di Taviano e di Leverano rappresentano sin dagli anni ’70 una risorsa economica importante per il nostro territorio, riconosciuto a livello nazionale ed internazionale come area fortemente vocata alla generazione e alla commercializzazione di produzioni florovivaistiche grazie ad una vasta offerta di fiori recisi, fronde verdi e foglie, piante ornamentali, nonché prodotti e attrezzature per i fioristi e per gli operatori del settore. Questo mercato, come gran parte dell’economia italiana, è entrato in crisi, a causa della recessione internazionale, ma soprattutto, per la concorrenza dei prodotti a basso costo provenienti dai Paesi esteri, immessi sul mercato interno senza alcun controllo. Come in altri comparti dell’agroalimentare, quindi, a mio parere, servirebbe un maggior riscontro sulla qualità dei prodotti concorrenti ed un’azione per la valorizzazione dei nostri prodotti, per il collegamento con la terra d’origine e per l’identificazione culturale. Allo stesso tempo, bisogna favorire un’aggregazione spinta delle strutture operanti che, grazie a contratti come quello di rete, potrebbero mantenere la propria autonomia ed usufruire di vantaggi competitivi ed economie di scala sia a livello territoriale che internazionale. Il mercato, infatti, si allarga ed è necessario guardare a nuovi sbocchi, anche a noi vicini come quelli del bacino del Mediterraneo”. Servirebbero meno tasse, più sgravi fiscali? Più servizi, più finanziamenti alle aziende? “Certamente. La pressione fiscale in Italia è troppo alta ed occorre che con urgenza il Governo disponga di interventi per ridurre anche il cuneo fiscale ed il costo del lavoro, con l’obiettivo di ridare ossigeno alle imprese. L’attuale momento storico si caratterizza per notevoli difficoltà di accesso al credito, per cui, anche in questo campo, servirebbe una strategia forte che da un lato, punti a sostenere la patrimonializzazione delle imprese e dall’altro, a concedere finanziamenti per nuovi investimenti. Le aziende del settore, infatti, scontano come le altre i ritardi nei pagamenti e, soprattutto, i tagli alle spese di rappresentanza effettuati nel settore pubblico come in quello privato. La ripresa generale dell’economia darebbe nuova linfa anche a questo settore. In ogni caso, credo che fondamentale sia per il comparto dei fiori il miglioramento della logistica al fine di permettere ai prodotti freschi di raggiungere i mercati di sbocco nel più breve tempo possibile e con minori investimenti”. Cosa ritiene di poter fare Confindustria? “Confindustria Lecce ha già presentato un importante progetto di sviluppo della piattaforma logistica con una serie di interventi incisivi per migliorare le linee di comunicazione all’interno del Salento, del nostro territorio con l’Italia e con i Paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo. Il miglioramento del contesto costituisce un aspetto strategico per il nostro sviluppo industriale ed economico. Dobbiamo altresì giocare un ruolo da protagonisti nel nuovo scenario mediterraneo che può vedere il nostro territorio quale testa di ponte, nonché potenziale piattaforma logistico – infrastrutturale per lo smistamento dei traffici e la manipolazione delle merci tra l’Estremo Oriente e l’Europa”.
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