Usura continuata, confisca di beni a Paglialunga

Aradeo. Il valore della confisca ammonta ad 8 milioni di euro. Tra i beni anche un castello ed un kartodromo. LE FOTO DEI BENI CONFISCATI

(ph: Cutrofiano, Castello Lazzari, sede della Immobiliare Lazzari) ARADEO – Un patrimonio da re, davvero sproporzionato rispetto a quello ufficialmente dichiarato. Per questa ragione, la Direzione investigativa antimafia di Lecce oggi ha dato esecuzione ad provvedimento di confisca definitivo di beni riconducibili a Santo Paglialunga, 65enne di Aradeo, imputato per usura continuata.

Santo Paglialunga

Santo Paglialunga Il provvedimento è stato emesso dalla II Sezione Penale della Corte di Appello di Lecce sulla base di un'articolata proposta del direttore della Dia, il generale dei carabinieri Antonio Girone, al termine di lunghe e complesse indagini economico-patrimoniali. Il patrimonio sottoposto a confisca, il cui valore ammonta a 8 milioni di euro, è costituito da una società finanziaria, tre aziende immobiliari, 19 immobili, tra cui un castello e un kartodromo, e 37 terreni per una superficie complessiva di 42 ettari. I beni sequestrati:

Santo Paglialunga

Aradeo, casa colonica in via Togliatti

Santo Paglialunga

Aradeo, Immobiliare Ima, via Dalla Chiesa

Santo Paglialunga

Aradeo, Immobiliare Car 2000, in via Bixio

Santo Paglialunga

Aradeo, Istituto finanziario Aradeo Srl, via D'Annunzio

Santo Paglialunga

Aradeo, opificio industriale, via Neviano

Santo Paglialunga

Aradeo, opificio industriale via Pozzi dolci angolo via Neviano

Santo Paglialunga

Aradeo, unità immobiliare di proprietà della Ima Srl

Santo Paglialunga

Aradeo, villa Paglialunga, località Masseria piccola

Santo Paglialunga

Galatina, Kartodromo, contrada Pini 22 gennaio 2011 Confiscato il patrimonio di Santo Paglialunga Una società finanziaria, tre aziende immobiliari, 19 immobili e 37 terreni: confiscato il patrimonio di Santo Paglialunga, 62enne di Aradeo, già rinviato a giudizio con l’accusa di usura aggravata. Il provvedimento è stato emesso dalla prima sezione penale del Tribunale di Lecce, sulla base di una proposta d’iniziativa del Direttore della Dia, generale dei Carabinieri, Antonio Girone, conseguenti all’esito di indagini economico-patrimoniali che hanno evidenziato la netta e documentata sproporzione tra le capacità reddituali dichiarate dall’uomo e l’ingente valore dei beni che risultano di fatto nella disponibilità dello stesso. 7 ottobre 2010 – Usura, sequestrato il patrimonio dei Paglialunga di Andrea Morrone La Direzione investigativa antimafia di Lecce ha sequestrato i beni riconducibili a Santo Paglialunga, 62enne di Aradeo già rinviato a giudizio nel giugno scorso con l’accusa di usura aggravata, per un valore complessivo di circa otto milioni di euro. La misura di prevenzione patrimoniale è stata emessa dalla prima sezione penale del Tribunale di Lecce, sulla base di una proposta del direttore della Dia, il generale dei carabinieri Antonio Girone, al termine di lunghe e complesse indagini economico-patrimoniali. Il provvedimento segue quello già emesso nel gennaio del 2009 dal gip del Tribunale di Lecce, Andrea Lisi. Si tratta di un’iniziativa autonoma della Dia, che prende spunto dalla vicenda penale ma segue un procedimento parallelo. Le indagini avrebbero evidenziato la netta sproporzione tra le capacità reddituali dichiarate dal presunto strozzino e l’ingente valore dei beni che risultano di fatto in sua disponibilità. Beni che la famiglia Paglialunga avrebbe accumulato attraverso prestiti usurai. Il patrimonio, oggetto del sequestro, è costituito da una società finanziaria, tre aziende immobiliari, diciannove immobili e trentasette terreni. Fra questi, c’è anche castello Lazzari, che si trova in contrada Capano a Cutrofiano, un Kartodromo in contrada Pini, a Galatina ed alcune ville. A dare avvio alle indagini fu la denuncia di un imprenditore salentino operante nel settore delle carni, vittima del Paglialunga. Secondo gli inquirenti l’uomo, attraverso l’Istituto Finanziario Aradeo S.p.a., approfittando dello stato di bisogno di alcuni imprenditori, concedeva prestiti usurai a un tasso di interesse pari al 60% annuo. Veri e propri tassi usurai che costringevano le vittime, che quasi sempre non riuscivano a saldare il debito, a pagare direttamente con propri beni immobili, che finivano dunque per essere intestati ai Paglialunga. Curiosamente, infatti, il presunto usuraio non si sarebbe mai avvalso di prestanome, come accade in altre realtà criminali. Santo Paglialunga, titolare della finanziaria e presunto capo dell’organizzazione, riusciva a mascherare l'usura con un semplice stratagemma: facendo cioè sottoscrivere alle vittime contratti fiduciari di mutuo in bianco, compilati successivamente maggiorando le cifre del prestito reale. Furono ben 570 quelli trovati durante la perquisizione eseguita dagli uomini della Dia. Centinaia, invece, le vittime cadute nella rete dei presunti usurai, che in tal avrebbero accumulato un patrimonio di svariati milioni di euro, frutto, come detto, di 3 aziende immobiliari, 19 immobili, 37 terreni per una superficie complessiva di oltre 423mila metri quadrati e conti correnti bancari e postali. Eppure, come emerso dalle indagini, il totale dei redditi dichiarati negli ultimi undici anni dalla famiglia Paglialunga, dal 1996 al 2006, ammonta a poco più di 68mila euro, con una media di 6.200 euro l'anno. Praticamente una famiglia sulla soglia di povertà.

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