Monopoli. ‘No al cimitero degli embrioni’

Monopoli. L’iniziativa del Comune ha scatenato aspre polemiche. Il primario di Ostetricia: ‘L’embrione non è una persona’. Sel: ‘Offesa alle donne e alla 194”

(in foto: il cimitero dei feti, a Roma) MONOPOLI – Lo hanno chiamato il “Giardino dei bambini mai nati”, ma chiamarlo “giardino” non è servito a farlo accettare più a cuor leggero. Si tratta, infatti, di una sezione del cimitero comunale di Monopoli, che il Comune ha appositamente riservato per la sepoltura dei feti da aborto spontaneo o terapeutico. Non solo, anche degli embrioni, espulsi prima dei 90 giorni. Alle donne che abortiscono nel reparto di ginecologia e ostetricia dell'ospedale San Giacomo di Monopoli, si chiede di firmare o negare il consenso informato al seppellimento del feto. “La sottoscritta – si legge nella dichiarazione -, presa visione del protocollo di intesa acconsente al 'seppellimento' del proprio prodotto abortivo”. In un mese sette donne hanno praticato l’aborto al San Giacomo ed hanno firmato il consenso informato. Un provvedimento che il sindaco Emilio Romani ha definito una scelta pietosa verso quei genitori che sentono il desiderio di dare degna sepoltura ai propri bambini non nati, ma che ha scatenato subito aspre polemiche. In campo politico e medico. Il primario del reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale di Monopoli Ambrogio Aquilino l’ha definita “una cosa ridicola”, spiegando che “prima dei 90 giorni il prodotto abortivo non è fisicamente individuabile, ma è composto da liquido amniotico, embrione e corion”. Inoltre ha aggiunto: “Non sappiamo come comportarci con le interruzioni mediche perché in quel caso di solito le donne espellono il materiale nel water. Come facciamo a raccoglierlo”? La Asl ha annunciato controlli sulla regolarità dell’iniziativa visto che la legge prevede il seppellimento dei feti ma non degli embrioni. Ed anche sul fronte politico non si sono risparmiati gli attacchi nei confronti del sindaco e del suo provvedimento. “Siamo fortemente contrari a questo clima persecutorio che, inneggiando falsamente alla vita, in realtà esercita violenza”, hanno dichiarato gli esponenti di Sel Michele Losappio, Michele Ventricelli e Magda Terrevoli. Secondo loro, il Comune di Monopoli, realizzando il cimitero dei feti, avrebbe di fatto compiuto un'ulteriore offesa alle donne ed alla legge 194. “La vergogna di questo atto – hanno spiegato -, in linea con altri tristi tentativi realizzati dai Comuni di Roma e Firenze , è ancor più grave in quanto permetterebbe, caso unico in Italia, la sepoltura anche degli embrioni. I promotori di questa iniziativa sono da ritenersi un vero partito di morte, che assecondando assurde e vergognose battaglie contro le politiche di contraccezione e di educazione sessuale, di fatto prova a limitare la libertà della donna, anche di fronte a scelte dolorose come quelle richieste da una gravidanza non voluta. Con l'ipocrisia di richiamarsi a ‘diritti’ del ‘nascituro’, pur quando la medicina e la legge sono concordi nel negare al feto qualsiasi carattere di ‘persona’, si dimenticano dei diritti delle donne e della loro vita”. “L'ideazione e la costruzione di un cimitero per non nati – hanno concluso -, offende le donne, nega la loro autonomia e il loro diritto alla scelta, ma soprattutto mostra un Governo cittadino incapace di realizzare politiche positive per l'infanzia e che esercita, la sua azione, nell'esclusiva realizzazione di un cimitero. Il Comune di Monopoli, ha esclusivamente costruito una penosa, tutt'altro che pietosa, iniziativa”.

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