Il nuovo Parlamento è costituito per un terzo da donne. La deputata del Pd legge il dato come un segnale positivo di cambiamento
di Teresa Bellanova* In questo 8 marzo voglio celebrare la speranza. Quest'anno voglio dedicare questa data ad un grande traguardo, quello della presenza femminile nel nuovo Parlamento: un eletto su tre è donna. È ancora poco, lo so, ma è una grande iniezione di speranza ed io la voglio celebrare. È ancora poco, senza dubbio. È ancora poco sul piano della reale rappresentanza, visto che le donne in Italia sono il 51% della popolazione, ma è un primo significativo successo visto che nel 2008 le elette erano meno del 20% e nel 2001 addirittura poco sopra l'11%. È infinitamente poco, rispetto alla fotografia della condizione sociale della donna in Italia scattata dal report sul Global Gender Gap 2012. Siamo passati dal 74° all’80° posto, dopo Bangladesh, Ghana e Perù. Precisamente siamo al 101° posto per partecipazione economica e opportunità, al 65° per livello d’istruzione, al 76° per salute e sopravvivenza e al 71° per rafforzamento politico. L’Italia ha il più basso tasso di occupazione femminile (46%), dopo Malta e Grecia, peggio di Romania e Bulgaria, ed ha un divario di retribuzione tra donne e uomini, a parità di mansioni, che a seconda delle rilevazioni oscilla tra il 10 ed il 20%. È quasi irrilevante rispetto alla tragica realtà degli “zapatos rojos”. Oggi il femminicidio risulta essere la prima causa di morte tra i 16 e i 44 anni, in aumento del 6,7% negli ultimi due anni. Viviamo in un Paese che retribuisce di meno il lavoro femminile rispetto a quello maschile e che continua ad impedire alle donne di raggiungere posizioni apicali. Viviamo in un paese che continua ad impedire alle donne di costruirsi un'istruzione. Viviamo in un paese in cui padri, mariti e compagni in troppi casi continuano ad essere i peggiori nemici delle donne. Ma in questo stesso Paese, oggi, un parlamentare su tre è donna. È decisamente ancora molto poco ma ci voglio leggere il segnale che qualcosa sta cominciando a cambiare. Oggi abbiamo una speranza e non possiamo permettere a nessuno di uccidercela. Cogliamo allora questo segnale di cambiamento, e celebriamo la speranza. * deputata Pd