Leggono i giornali stranieri e i social stranieri, guardano che cosa accade fuori e dicono perché no? Perché non qui? Se non ora quando?
(in foto: Roma. Piazza San Giovanni gremita, per il comizio di chiusura della campagna elettorale del M5S)
Ho riflettuto molto e letto tantissimo, sui giornali e sui social. Mi sono fatta quest’idea e ve la sottopongo. Ho cercato di capire perché il M5S provochi sentimenti così contrastanti: l’adesione entusiastica e fanatica e la rabbia che fa rovesciare le tavolate. I grandi analisti, quale io non sono, diranno che è perché parla alla pancia. Perché è populista, come il fascismo. La mia pancia non ha orecchie, ma il mio cervello e i miei occhi ci vedono benissimo. Sono semplicemente propensa all’ascolto e alla visione. Quindi ho sentito e visto ragazzi competenti, preparati, informati, che si vogliono impegnare in prima persona, credere e sognare che la democrazia si può vivere, costruire e organizzare in un modo diverso. Leggono i giornali stranieri e i social stranieri, guardano un po’ che cosa accade fuori e dicono perché no? Perché non qui? Se non ora quando? Semplicemente non hanno perso la loro capacità di sognare e progettare.
L’obiezione più ricorrente che vedo opporre a tanta bellezza è che “si, si vediamo quanto durano, poi dovranno scendere a patti, vediamo per quanto tempo resisteranno prima di cambiare casacca, andranno nel gruppo misto, entrando nei meccanismi del potere pure loro penseranno ai propri orticelli”. Questo è molto triste e anche preoccupante. Significa che abbiamo smesso di progettare e sognare. Significa che abbiamo definitivamente capitolato al cinismo e che siamo intrisi di disillusione. 20 anni di Berlusconi hanno mandato a puttane (anche) il nostro cuore. La disillusione e il cinismo generano paura, e la paura ci paralizza, frena la capacità di immaginare. A chi come me aveva 20 anni quando Berlusconi inviava a casa la sua agiografia, e non gli ha creduto, votando sempre a sinistra, Berlusconi e la Sinistra hanno rubato la giovinezza. L’uno distruggendo la Stato sociale, l’altro in parte contribuendo, in parte non opponendosi. Per fatti gravissimi sono stati anche complici: vedi il celeberrimo lapsus di Violante che svelò l’inciucio sulle frequenze tv.
Io e i miei coetanei eravamo un milione a Milano, a sfilare il 25 aprile contro Berlusconi (il corteo del film Aprile di Moretti, che aspettava di sentire “qualcosa di sinistra” da D’Alema. Allora ridevamo. Ora non ci fa più ridere questa battuta). E chi poi si è impegnato oltre l’impegno civico, l’ha sempre fatto nei solchi dei partiti e delle regole dettate dai partiti. Solo dopo 20 anni, i ventenni di oggi, grazie alla rete, stanno dicendo a quei ragazzi del 25 aprile 1994, che quelle idee ci sono sempre, ma bisogna dare una forma diversa. Bisogna riscriverle dal basso. Come? Vedremo. La Resistenza imbracciò i fucili per scrivere la forma della Democrazia, adesso si può fare anche con il web, perché abbiamo una Storia bella e solida alle nostre spalle.
Come la primavera araba, questa è la nostra primavera italiana. Sarà probabilmente inevitabile, per i giovani deputati e i senatori del M5s “impratichirsi”, ma dopo due mandati lasceranno il posto ad altri. I ragazzi del M5S sono un po’ la Costituente degli anni a venire. Sanno che cosa non vogliono e da quali orrori vengono, ma il futuro è tutto da progettare. Per cui capisco l’adesione entusiastica: l’eccitazione di essere di fronte ad un momento epocale è bellissima. Per cui capisco la rabbia che fa rovesciare le tavolate: la consapevolezza di essere di fronte ad una frattura generazionale, di chi vuole riscrivere quello che tu hai già scritto ed è considerato sbagliato, è devastante. La democrazia italiana è matura e si fonda sulla Resistenza. Fa solo ridere chi sventola lo spauracchio del fascismo, lo spettro degli italiani adoranti sotto un balcone. Non è successo con Berlusconi, che aveva dalla sua mafia, massoneria, potere, soldi, banche e temiamo che succeda ora con un comico?
E poi il programma: chi lo critica ma non l’ha neanche letto dice che “tanto i programmi sono tutti belli. Ma chi li mette in pratica poi”? Chi l’ha letto ma ha già il preconcetto che tanto decide tutto il comico dice che “sono slogan, pieni di belle idee ma poi come si vanno a fare quelle cose? Me lo volete dire”? Il programma non è un manuale. E’ la visione, ma chiara, degli obiettivi da raggiungere. Come raggiungerli attiene poi alla pratica parlamentare o di Governo. Il programma più è semplice e breve, meglio è. Se va come dicono i sondaggisti, salvo sorprese, cioè che il Pd sarà il primo partito, sarà costretto a specchiarsi nelle facce pulite dei nuovi politici del M5S. E spero che come un Dorian Gray al contrario, veda la faccia bella che possono avere gli italiani che vogliono semplicemente attuare la nostra Costituzione.
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