‘Di padre in figlio’. L’Antica cantina Coppola tra le grandi d’Italia

LA BELLA NOTIZIA. Gallipoli. L’azienda nata nel 1489 nella città bella è stata tra le finaliste della quarta edizione del riconoscimento che premia i migliori passaggi generazionali

GALLIPOLI – Azienda e famiglia insieme. E’ questo il segreto. Curare la propria azienda come fosse una famiglia; vederla crescere, giorno dopo giorno, con l’amore che solo in un una famiglia si respira. L’Antica Cantina Coppola di Gallipoli è stata tra le aziende finaliste della quarta edizione del premio “Di padre in figlio – il gusto di fare impresa” per la categoria “Storia e Tradizione”. Un riconoscimento importante, che sottolinea come il passaggio di testimone di padre in figlio e poi ancora, all’interno di un’azienda di qualità, possa essere un momento di successo. Che si rinnova al rinnovarsi delle generazioni. L’azienda agricola ha oltre 500 anni di storia. Oggi è guidata da Carlo Antonio Coppola affiancato dai due figli Giuseppe e Lucio, che hanno ampliato la cantina con una importante struttura turistica. Il dottor Carlo è la memoria storica dell’azienda. Ottantatré anni, diplomato nel 1948 in agronomia ed enotecnica in quella che allora era la massima istituzione scientifica in questo campo, ossia la Scuola Enologica Umberto I di Alba. Da allora – oltre a varie pubblicazioni e a molteplici incarichi istituzionali – si è sempre dedicato ai due rami imprenditoriali di famiglia: la vitivinicoltura e l’ospitalità (alla famiglia Coppola si deve il primo agricampeggio del Salento, la “Masseria Camping”). “La Cantina Coppola iniziò a imbottigliare nel 1948 – ricorda Coppola -. Nell’agosto di quell’anno mi diplomai, e a fine anno imbottigliammo il rosato Lacrima di Terra d’Otranto. Attualmente curiamo 17 ettari di vigneto. Tre sono i cru di provenienza: Li Cuti, Patitari e Santo Stefano, che rientrano nel territorio della Doc Alezio, comprendente i Comuni di Gallipoli, Sannicola, Tuglie, Alezio. Le uve rosse sono le classiche del Salento: Negroamaro e Primitivo, affiancate da due varietà bianche scelte dopo attenti studi: Vermentino e Sauvignon. Tengo fede a ciò che mi consigliò mio padre: se vedi che le cose vanno bene non allargarti per trasformarti in commerciante, altrimenti perdi tutta la tradizione che ho cercato di costruire. C’è una nobiltà profonda nell’essere viticoltori, o vignaiuoli, come diceva Veronelli, utilizzando un termine desueto ma pregnante”. Una prospettiva – quella del non diventare commercianti, ma restare vignaiuoli – che è stata la scelta vincente, perché non ha snaturato l’azienda mantenendola sempre fedele a se stessa. “I miei figli Giuseppe e Lucio rappresentano la diciottesima generazione familiare di vignaioli – aggiunge Coppola -. Personalmente sono stato l’estensore del disciplinare della Doc Alezio, per documentarmi sulla storia enologica di questo territorio feci delle ricerche e scoprii che furono, con molta probabilità, i monaci basiliani (celebri per la loro perizia in agricoltura) a portare i primi sarmenti, esattamente dalla Turchia, terra da cui erano probabilmente fuggiti a causa della dominazione bizantina che esigeva l’iconoclastia. La chiesetta di San Mauro fu una florida abbazia basiliana attorno al Mille e si trova non distante dai nostri vigneti”. Ma l’attività della cantina di Gallipoli è stata anche ricerca ed innovazione. “Nell’ambito della viticoltura abbiamo apportato delle novità significative, in particolare, con la collaborazione di due studiosi del calibro di Antonio Calò e Angelo Costacurta, la selezione e la valorizzazione del Negroamaro Cannellino, un clone dal grappolo non compatto che impedisce la formazione dei marciumi durante la maturazione e che ha una quindicina di giorni di anticipo sulla maturazione, anticipando un periodo solitamente critico in Salento; la sperimentazione e la valorizzazione del Vermentino, che qui, nell’arco ionico-gallipolino, assieme al Sauvignon, trova terreni e microclima favorevoli come nessuna delle varietà bianche finora sperimentate”. E se il Salento ha dato alla cantina le condizioni climatiche ideali perché i vitigni crescessero forti e sani, anche l’azienda ha dato molto alla terra in cui è nata. “Penso che l’azienda Coppola abbia contribuito alla conservazione e alla valorizzazione di questo territorio – dice il dottor Carlo -, sia con la viticoltura sia con la preservazione e l’ampliamento di zone boschive di una parte della costa ionica, zone naturalistiche dove gestiamo l’agro-camping. Ma anche con il primo restauro in Salento di un frantoio ipogeo, nel centro storico di Gallipoli. Dare profondità storica nell’ambito della cultura dell’olio è importantissimo in Salento e soprattutto a Gallipoli, che nel ‘700 fu la piazza dove si decideva il prezzo internazionale dell’olio e il porto da dove partivano le navi dirette in tutta Europa. Mi piacerebbe vedere inaugurato al più presto il Museo Coppola, dedicato a Giovanni Andrea Coppola, dove saranno esposte anche le ventidue tele donate dalla nostra famiglia”. Il premio “Di padre in figlio – il gusto di fare impresa” è promosso da Eidos Partners, dalla Camera di Commercio Monza Brianza e dalla Camera di Commercio di Milano, con il contributo di Borsa Italiana, Schroders Private Banking, Deloitte e Negri-Clementi studio legale associato, con il supporto scientifico di Retecamere, AIDAF (Associazione Italiana delle Aziende Familiari), ALTIS dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Istituto Luigi Sturzo e il CERIF – Centro di Ricerca sulle Imprese di Famiglia. La Giuria, presieduta da Mauro Magatti, preside della Facoltà di Sociologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, era composta da: Gioacchino Attanzio (Direttore generale AIDAF), Gianfranco Fabi (Editorialista), Alfredo Malguzzi (Partner Studio Malguzzi & Associati), Fabio Sattin (Presidente Private Equity Partners), Angelo Vergani (Fondatore Contract Manager spa), Franco Simeoni (Vice presidente PDMA Sud Europa), Federico Montelli (Direttore Generale Formaper Cam. di comm. Milano), Claudio Devecchi (CERIF – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), Massimo Saita (Preside Facoltà di Economia – Università Bicocca), Riccardo Monti (AD The Boston Consulting Group Italy), Giuseppe Corasaniti (Dottore Commercialista. Partner Studio Uckmar), Leo De Rosa (Fondatore Studio Russo De Rosa Bolletta & Associati), Matteo Carlotti (Co-fondatore e CEO Made in Italy 1).

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