Social lending. I prestiti fra i privati

 

Ti serve un prestito personale? Invece della banca lo può erogare un privato cittadino attraverso una società autorizzata dalla Banca d’Italia (pubbliredazionale)

Per tutti coloro che sono stritolati dal credit crunch oppure cercano rendimenti meno striminziti arriva adesso il prestito diretto tra privati e sembra che funzioni molto bene. Non si riesce a comprare un appartamento ma se si vuole semplicemente ristrutturare il bagno, pagare il dentista o acquistare una piccola utilitaria il social landing potrebbe risultare molto comodo e vantaggioso. Il principio è molto semplice: invece di correre in banca si può chiedere un prestito ad un privato cittadino. Il tutto attraverso internet utilizzando società autorizzate dalla Banca d’Italia ed i numeri stanno dando ragione a questa nuova tendenza visto che ottenere un prestito personale da una banca è ogni giorno sempre più difficile. Le due società italiane leader in questo tipo di prestiti sono “Prestiamoci” fondata alcuni anni fa da Mariano Carozzi e “Smartika” che di fatto è l’erede di Zopa Italia (eliminata dal registro delle società finanziarie alcuni anni fa da Bankitalia). Ma come funziona esattamente il social landing? Una premessa importante da fare è che il servizio è dedicato solo alle persone fisiche e che gli importi finanziabili sono relativamente bassi. Con Smartika per esempio il limite è di 15 mila euro mentre con Prestiamoci si può arrivare fino a 25.000€. Dopo che si sono inseriti nel sito dell’azienda i propri dati personali e quelli del proprio reddito si deve specificare la durata del prestito. Quindi l’azienda classifica il richiedente in base alla sua classe di merito, una sorta di rating creditizio e decide se è affidabile oppure un cattivo pagatore. Terminati i controlli si tirano le somme e se il richiedente risulta idoneo il database incrocia le richieste con le offerte. I vantaggi rispetto alle banche sono i tempi di risposta molto rapidi (di solito non più di 24/48 ore) e un tasso medio lordo leggermente inferiore ai canonici istituiti di credito. Siamo intorno all’8,6% contro il 12,4% delle banche.

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