Brindisi. Il presidente della Regione Nichi Vendolah a annunciato ricorso al Tar contro il parere positivo del Ctr al progetto della Brindisi Lng
BRINDISI – Un “atto violento” contro il territorio. Così il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ha definito l’ok del Comitato tecnico regionale alla costruzione di un rigassificatore nel porto di Brindisi. Si fa più vicina la realizzazione dell’opera – un impianto da 800 milioni per trasformare in gas il combustibile liquido proveniente dall'est – che la Brindisi Lng ha previsto in zona Capo Bianco e che solo il 4 aprile era stato bocciato dallo stesso Ctr. La seduta del 21 giugno ha invece concesso il a osta di fattibilità (Nof) con otto voti favorevoli e sei contrari (gli Enti locali a l’Arpa) e Vendola ha annunciato ricorso al Tar. L’ok del Ctr è uno step propedeutico alla conferenza di servizi presso il Ministero dello Sviluppo economico ed arriva alcune settimane dopo la chiusura della sede brindisina della Lng che, dopo 11 anni di attesa per autorizzazioni mai concesse, giocando la carta dei “posti di lavoro” aveva minacciato di ritirare l’investimento che nei quattro anni di costruzione avrebbe occupato mille persone. Ma gli 11 anni di attesa trovano spiegazione in processi penali e amministrativi, denunce ed esposti in Procura, con arresti eccellenti, come quello del sindaco Giovanni Antonino, accusato di essere stato corrotto dalla società attraverso finte consulenze per ottenere la concessione di una porzione del porto, con la connivenza dell'Autorità portuale (reati prescritti). Parte dell'area è stata sequestrata e l’Europa ha sanzionato l'Italia per aver ignorato la “direttiva Seveso”, che impone di ascoltare le comunità locali coinvolte in grandi progetti, e per la mancanza della Via. (Da Left di oggi, in edicola in abbinamento a L'Unità)
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