Rinnovabili. Lecce seconda in Puglia per diffusione

Lecce. Nella provincia salentina sono 1.384 le imprese della “Green economy”. Ed il fotovoltaico ha superato l’eolico

LECCE – La “green economy” spinge l’economia salentina. In provincia di Lecce, sono 1.384 le imprese impegnate nella produzione di energie rinnovabili. A rilevarlo è l’Osservatorio economico di Confartigianato Imprese Lecce, in base ad un’elaborazione dell’Ufficio studi su dati Unioncamere-Infocamere e Movimprese. In particolare, esistono 1.278 aziende che installano impianti elettrici negli edifici; 29 società fabbricano motori, generatori e trasformatori elettrici; 69 producono energia elettrica; otto si occupano di “recupero e preparazione per il riciclaggio dei rifiuti solidi urbani, industriali e biomasse”. Nella “filiera” delle energie rinnovabili, la provincia di Lecce segue Bari che conta 2.139 imprese, ma precede Foggia (992), Taranto (740) e Brindisi (549). In Puglia ce ne sono 5.804 e rappresentano il 5,8 per cento del totale nazionale (100.289). Nel Mezzogiorno se ne contano 29.653 pari al 29,6 per cento. Il mercato della “green economy”, in Italia, raggruppa più di centomila aziende e dà lavoro a 369.231 persone. Intanto, il fotovoltaico continua a crescere, tant’è che, già da febbraio scorso, ha superato l’eolico ed è diventato la prima fonte energetica rinnovabile, ad eccezione dell’idroelettrico. Oggi, con la sola energia prodotta dal fotovoltaico (14.490 giga wattora) potrebbe essere soddisfatto l’intero fabbisogno energetico delle famiglie del Sud Italia (14.451 giga wattora). Un risultato raggiunto grazie al boom dell’ultimo anno. Da maggio 2011 a maggio scorso, infatti, la produzione di energia fotovoltaica è aumentata di 11.220 giga wattora, attestandosi, come detto, a quota 14.490; mentre l’eolico è aumentato di soli 2.448 giga wattora e si ferma a quota 11.541. Il geotermico “vale” appena 5.269 giga wattora. Arretrano, invece, l’idroelettrico (da 50.845 giga wattora a 43.429) ed il termico (da 223.311 giga wattora a 210.938). Le fonti tradizionali, dunque, hanno prodotto 12.373 giga wattora in meno. Nonostante l’incremento delle fonti rinnovabili (fotovoltaico, eolico e geotermico), però, queste rappresentano solo il 26 per cento della produzione energetica italiana contro il 74 per cento del termico. Dalle rinnovabili non si hanno vantaggi solo in termini ambientali, ma anche economici. Dal 2007 al 2011, il numero di impianti fotovoltaici installati in Italia è balzato da 7.647 a 330.196. Un incremento che ha permesso al settore dei “lavori di costruzione specializzata” di registrare un aumento dell’occupazione del 12 per cento. Una percentuale straordinaria, se si pensa alle dinamiche dell’occupazione nel Belpaese, che ha permesso all’Italia di conquistare il primato nel confronto con le altre principali economie nazionali europee. Soltanto la Germania ha registrato un aumento dell’occupazione nel settore (un modesto 1,2 per cento). Segno rosso, invece, per Francia (meno 1 per cento), Gran Bretagna (meno 4,2) e Spagna (meno 9,8). Le energie rinnovabili – spiega il segretario generale di Confartigianato Imprese Lecce, Mario Vadrucci – offrono grandi potenzialità di sviluppo alle piccole imprese, sia in termini di innovazione sia per la creazione di posti di lavoro. Lo dimostrano i numeri della ‘green economy’. Un settore – conclude – ancora in evidente espansione e con ampi margini di crescita”.

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