Pietre

Testi lapidari per lapidi di morti ammazzati

Nel piano di Portella c’è una pietra che ricorda i compagni ammazzati. Andavano a festeggiare il 1º maggio 1947. Giuliano lo sapeva che era la festa dei poveri e dal monte della Pizzuta scatenò la carneficina. Queste le parole di Ignazio Buttitta su musica attribuita a Otello Profazio e qui rifatta dai Taberna Mylaensis. Ma il piano di Portella ha molte colline intorno, come le mafie italiane che, dopo le confessioni dei primi pentiti a due giudici poi saltati sul tritolo, si sono rivelate di vari livelli e sormontate da cupole con diversi controsoffitti. Più tardi si scoprì che anche a Portella della Ginestra i gruppi di fuoco erano più di uno. Alcuni sparavano in aria per intimidire, altri ad altezza d’uomo per ammazzare. Si è sempre i moderati di qualche estremista. L’Italia, dove le transizioni politiche si fanno così, potrebbe entrare nella lista delle strane città invisibili di Calvino con la caratteristica di avere molte pietre che ricordano morti amazzati. Un giorno potrebbero addirittura esserci più pietre che vivi e la recente strage di Brindisi passare alla storia come strage “minore”, stando allo scarno conteggio dei morti. Questa pietrolina va comunque a Melissa Bassi e alle altre vittime del 19 maggio scorso.

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