Infiltrazioni mafiose. Il Tar rigetta il ricorso della Cogea

Casarano. Il Tar di Lecce conferma la revoca dell’appalto alla Cogea, motivata dall’informativa antimafia della Prefettura. La Igeco continua il servizio di raccolta rifiuti

CASARANO – Nulla da fare per la Cogea, la ditta che aveva vinto in prima battuta il bando da quasi due milioni per il servizio di igiene urbana a Casarano. Il Tar di Lecce ha rigettato (ieri, ordinanza pubblicata oggi) il ricorso presentato dalla Cogea, entrando nel dettaglio delle motivazioni. La Commissaria prefettizia Erminia Ocello aveva revocato l’affidamento provvisorio dell’appalto perché nel frattempo la ditta era stata raggiunta dall’interdittiva antimafia della Prefettura di Lecce. Ritenuta emanazione della Geotec, l’impresa che fino a quel momento aveva avuto in carico il servizio, a sua volta raggiunta dall’interdittiva antimafia della Prefettura di Roma perché riconducibile, secondo gli inquirenti, a Gianluigi Rosafio, genero del boss della Scu Pippi Calamita, e condannato in secondo grado per ‘condotta mafiosa’. Dopo le due interdittive, quella della Cogea e quella della Geotec, la Cassazione ha anato la sentenza di secondo grado che condannava Rosafio, e il processo dovrà essere ricelebrato. Il Tar, nel rigettare il ricorso della Cogea, entra nel merito, motivando la pregnanza delle interdittive e quanto, sebbene non rappresentino elementi per valutare condotte più o meno penalmente rilevanti dei soggetti interessati, siano tuttavia sufficienti per tracciare un quadro indiziario relativo ai collegamenti con la criminalità organizzata, perché basate su indagini approfondite delle varie Forze dell’ordine. Scrivono i giudici (Rosaria Trizzino, Presidente; Ettore Manca, Consigliere, Estensore; Luca De Gennaro, Referendario): “Si può ravvisare l’emergenza di tentativi di infiltrazione mafiosa in fatti in sé e per sé privi dell’assoluta certezza -quali una condanna non irrevocabile, l’irrogazione di misure cautelari, collegamenti parentali, cointeressenze societarie e/o frequentazioni con soggetti malavitosi, dichiarazioni di pentiti- ma che, nel loro insieme, siano tali da fondare un giudizio di possibilità che l’attività d’impresa possa, anche in maniera indiretta, agevolare le attività criminali o esserne in qualche modo condizionata per la presenza, nei centri decisionali, di soggetti legati ad organizzazioni mafiose”. Nello specifico “ritenuto che la natura dei reati di cui Rosafio Gianluigi (soggetto a cui la società ricorrente viene ragionevolmente e motivatamente ricondotta dagli organi di Polizia è allo stato imputato (con contestazione della circostanza aggravante di cui all’art. 7 d.l. n. 152 del 1991, per la quale è stato sì, da ultimo, assolto dalla Corte di Cassazione, ma con pronuncia di rinvio ad altra Sezione della Corte d’Appello di Lecce, che lo aveva condannato in secondo grado), unite al suo rapporto di affinità con soggetto di notevolissimo, accertato spessore ‘criminale’, alle non ‘limpide’ operazioni societarie compiute quanto alla Cogea e agli ulteriori elementi raccolti dalle forze di polizia e a cui la Prefettura rinvia, paiono in definitiva adeguatamente supportare il giudizio espresso nell’interdittiva prefettizia e nella determinazione comunale impugnate”. La Commissaria Ocello ha espresso la propria soddisfazione per l’esito processuale in quanto il Tar ha “accertato la piena legittimità dei provvedimenti prefettizi e comunali, accogliendo le tesi difensive del legale dell’amministrazione comunale, l’avvocato Giuseppe Mormandi, e dell’Avvocatura dello Stato, rappresentata in processo dall’avvocato Simona Libertini. L’ordinanza del Tribunale Amministrativo, dice la Ocello, ha evidenziato con chiarezza la natura interdittiva “tipica” dell’informativa antimafia disposta dalla Prefettura di Lecce nei confronti della Cogea e ha riscontrato la correttezza e la coerenza dell’azione amministrativa del Comune di Casarano, frutto dell’importante cooperazione istituzionale consolidatasi con la Prefettura di Lecce. La gara e l’aggiudicazione del servizio RSU alla Igeco Costruzioni sono quindi pienamente legittime; di conseguenza il Comune non subirà alcuna interruzione o scompenso nello svolgimento del fondamentale servizio pubblico di raccolta e spazzamento dei rifiuti solidi urbani”. 6 marzo 2012 La Cogea fa ricorso al Tar. ‘E io pago’ di Maria Luisa Mastrogiovanni CASARANO – Come era facile prevedere la Cogea, l’azienda che in un primo momento si era aggiudicato in via provvisoria il servizio di igiene urbana da parte del Comune di Casarano, fa ricorso al Tar per l’aggiudicazione definitiva alla Igeco. Il Comune ovviamente si oppone e incarica l’avvocato Peppino Mormandi di difendere la pubblica amministrazione dinanzi al tribunale amministrativo. L’incarico conferito è di 8.000 euro. Una spesa che il Comune avrebbe potuto tranquillamente risparmiare se avesse aggiudicato direttamente in prima battuta alla Igeco, se è vero che la Cogea non aveva i necessari requisiti. Perché, infatti se non li aveva, il bando è stato aggiudicato in via provvisoria? Visto che la commissione s’è presa del tempo per analizzare le carte, poteva prendersene un po’ di più e fare il lavoro per bene, senza mettere il Comune nelle condizioni di dover affrontare un contenzioso. E se è la commissione a non aver analizzato bene le carte, tanto che ha aggiudicato in via provvisoria ad un’azienda, e in via definitiva ad un’altra, perché non far pagare alla commissione la parcella dell’avvocato e gli eventuali danni? Ma questo in Italia non succede mai. Il Carnevale è finito, ma paga sempre Pantalone.

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