Tolosa. Il 30 e 31 marzo due giorni di convegno sul filosofo di Taurisano. Che intanto ignora il “suo” Giordano Bruno
di Giacomo Grippa TOLOSA – Dopo aver intestato a Giulio Cesare Vanini un circolo laico a Lecce, ho ripetutamente interessato la Provincia di Lecce, il Ministero dei beni Culturali, l'assessorato regionale alla Cultura e il Comune di Taurisano, paese natio di Vanini, proponendo la posa di un cippo a Tolosa, nella piazza dove il carmelitano filosofo, fu giustiziato, a 34 anni, reo d'”aterismo”, con una pena atroce: gli strapparono la lingua con una tenaglia, lo impiccarono e poi bruciarono. Le indicate autorità sono rimaste silenti, anche se da ultimo la Provincia leccese ha patrocinato la ristampa delle opere di Vanini, a cura degli studiosi Raimondi e Carparelli, edite da Bompiani. Resta intanto altamente meritorio la quasi ventennale attenzione rivolta a Vanini dal Dipartimento di Filosofia dell'Università del Salento che ha avanzato la proposta della sua intitolazione proprio a Vanini. Ora quello che hanno ignorato in Italia, in Puglia, a Lecce e Taurisano, è stato invece promosso dagli amministratori del Comune di Tolosa. Difatti su proposta della sezione leccese dell'associazione “Giordano Bruno”, fatta propria dalla responsabile nazionale, Maria Mantello, e dai Liberi Pensatori francesi, il Consiglio comunale di Tolosa, con decisione del 19 novembre 2011 ha deliberato l'iniziativa commemorativa in omaggio a Vanini. Il 30 e 31 marzo 2012 è stato promosso un convegno di studi su Vanini e Giordano Bruno che si concluderà con una cerimonia per la intitolazione della parte della piazza (place du Salin) ove fu eseguita la condanna a morte di Vanini. Sarebbe comunque opportuno e apprezzabile che gli enti locali pugliesi realizzassero un cippo, raffigurante il Giordano Bruno del Salento da offrire a Tolosa, senza lasciarne priva la stessa Taurisano, coinvolgendo artisti che potrebbero, anche gratuitamente, realizzarla. “Questo mondo – scrisse Vanini, ora una gabbia per gatti per il popolo ma non per potenti e pontefici, sarà regolata da una nuova legge, opera di un nuovo legislatore, un filosofo-anticristo che governerà il processo della progressiva scomparsa della religione”. Se ne ricava il faticoso, sfortunato cammino di un carmelitano, “finito”, “ateo”.
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