Nardò. Oggi il gruppo guidato da Mirella Bianco consegnerà le proposte al sindaco Risi chiedendo che l’Amministrazione le adotti
NARDO’ – La festa internazionale della donna per “suggerire” all’Amministrazione interventi a sostegno delle donne. Il gruppo del Pdl al Comune di Nardò oggi proporrà al sindaco Marcello Risi di adottare un documento programmatico che passi attraverso politiche del lavoro mirate in primo luogo all'inserimento delle donne all'interno di un mercato che fa i conti con una profonda crisi economica. “Sono proprio le lavoratrici che rischiano di pagare il conto più salato della restrizione del mercato occupazionale” dichiara Mirella Bianco, capogruppo del Pdl al Comune. Per fronteggiare gli effetti che la crisi ha sulle donne, il Popolo della libertà propone la diffusione dell'alfabetizzazione informatica attraverso un corso organizzato dall'amministrazione comunale che possa favorire la promozione sociale e una maggiore possibilità di ricollocamento per lavoratrici disoccupate o in mobilità. Tra le misure proposte, anche l'adozione di azioni mirate alla conciliazione dei tempi vita-lavoro. “La divisione del lavoro di cura all'interno della famiglia – commenta Bianco – risultano essere fortemente sbilanciata a sfavore della componente femminile divenendo fonte di disuguaglianze. La responsabilità della custodia dei figli, degli anziani e di persone con bisogni particolari, infatti, rappresenta un freno alla partecipazione attiva delle donne nel campo del lavoro. Da qui la necessità di ‘misure di conciliazione’ ossia di facilitazioni e misure in grado di salvaguardare la possibilità di conciliare la vita familiare con la vita lavorativa. Azioni che passino dall'istituzione di uno sportello per la famiglia, dal potenziamento di servizi per la prima infanzia, dalla costituzione di un albo comunale per babysitter e badanti”. Inoltre, l’Amministrazione comunale potrebbe, secondo il Pdl, attivarsi per dar vita ad un corso di autodifesa psicologica e fisica per contrastare per quanto possibile il fenomeno della violenza di genere. “La prima fase – dice Bianco – dovrebbe puntare sulla valorizzazione del sé, in quanto la donna non è vista come una vittima ma come una persona che vive in una situazione di disagio, che è possibile modificare partendo dal presupposto che ognuna ha in sé la capacità di uscire dalla situazione di violenza. L’autodifesa fisica riguarda direttamente una capacità di reazione rapida di fronte ad un assalto violento”.
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