Crisi: uno sportello per neonati abbandonati

D’Agata propone l’attivazione di uno sportello simile a quello nato in Svizzera anche in Italia

L’ultimo caso noto di abbandono di neonato è avvenuto in provincia di Cremona quando è stata segnalata la notizia di una coppia di ivoriani che ha abbandonato la propria figlia appena nata in un cassonetto dei rifiuti. I medici non avevano creduto alle affermazioni della donna che aveva dichiarato di aver subito un aborto spontaneo ma che a seguito degli esami clinici effettuati presso l’ospedale cui si era recata in compagnia del marito aveva confessato il grave atto. Anche questa è una dura e triste conseguenza della crisi che Giovanni D’Agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” continua a denunciare anche per trovare soluzioni a vicende così drammatiche che riguardano migliaia di residenti sul Territorio nazionale. E per escogitare delle soluzioni spesso basta guardare negli altri Paesi dell’UE o comunque a quelli a noi vicini anche geograficamente per trarre esempi positivi e prassi virtuose che possano contribuire a lenire gli effetti della perdurante crisi economica. E così è sufficiente andare al di là delle Alpi ed in particolare nella confinante Svizzera che l'ospedale di Davos già si è attrezzato per ospitare uno “sportello” dove genitori in gravi difficoltà possono lasciare anonimamente il loro neonato, che segue quello già esistente a Einsiedeln (SZ), dove è da registrarsi, lunedì scorso, il settimo abbandono di un bebè negli ultimi dieci anni. L’obiettivo dichiarato da parte dell’ospedale è quello di evitare simili destini, infanticidi e abbandoni. Essi rappresentano, inoltre, un'alternativa all'aborto. Per Giovanni D’Agata la lodevole iniziativa dovrebbe essere attivata in Italia con una legislazione ad hoc dove gli effetti della crisi quali l’aumento degli abbandoni di minori e gli infanticidi sono ormai all’ordine del giorno.

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