Alienazione immobili. Rotundo: ‘Perrone svende il patrimonio’

Lecce. Il Pd chiede a alla Giunta Perrone di sottoscrivere una convenzione con l’Agenzia del Territorio per la valutazione dei beni da alienare

LECCE – Danno alle casse comunali in vista. E’ il Pd a lanciare l’allarme, a proposito del Piano di alienazione degli immobili comunali da parte di Palazzo Carafa. Principale colpa di Paolo Perrone e della sua Giunta sarebbe, secondo Antonio Rotundo, leader del Partito democratico, il non aver coinvolto l’ex Ute (ora Agenzia del Territorio) nella valutazione dei prezzi degli immobili e, dunque, di aver messo in vendita le strutture a prezzi sottostimati. Unico interesse della Giunta sarebbe secondo Rotundo il far cassa. Anche a costo di svendere il patrimonio immobiliare, mutando la destinazione d’uso degli edifici interessati ed abbassando, anche più volte, i prezzi a base d’asta,. “La giunta Perrone ha approvato un gigantesco quanto scellerato piano delle alienazioni – ha dichiarato Rotundo – che ha previsto la vendita, o sarebbe meglio dire la svendita, di una parte consistente del patrimonio del nostro Comune; nel lunghissimo elenco degli immobili da vendere figurano, tra l’altro, anche beni di pregio. In questo modo si è stravolto lo stesso assetto urbanistico e si è posto mano ad una sorta di Piano regolatore ombra, prevedendo cambi di destinazione d’uso per oltre 400mila metri quadrati di terreni e 1 milione circa di metri cubi di immobili, tra cui il tribunale, scuole, uffici pubblici, strutture vincolate ad uso sociale e culturale, funzionali alle funzioni proprie del Comune e pertanto non alienabili”. Un solo esempio delle tante incongruenze del piano, sarebbe secondo Rotundo l’Ufficio Annona di via Braccio Martello. “Nel piano iniziale della delibera del Consiglio comunale 104 del 2010 – ricostruisce il capogruppo dell’opposizione – si propone il cambio di destinazione in direzionale e commerciale (D5) con un valore di 3.200.000 euro, destinazione urbanistica confermata nella delibera di giunta comunale 178 del 2011; successivamente si modifica la destinazione in residenziale e si abbassa il valore a 2.300.000 euro e siccome non vi sono state offerte, nella successiva asta il valore dell’immobile si abbassa ulteriormente del 20% a 1.760.000 euro. A garanzia dell’interesse generale e ricordando che gli immobili di cui parliamo sono pubblici, cioè di tutti i cittadini, perché ci si ostina a non voler chiedere il parere all’Ute con il rischio che gli immobili possano essere sottostimati con conseguente danno erariale per il Comune”? Il Pd chiede quindi a Perrone di seguire l’esempio del presidente della Provincia Antonio Gabellone, che ha sottoscritto già da tempo una apposita convenzione con l’Agenzia del Territorio per la valutazione di congruità dei beni di proprietà da alienare. “Francamente non riusciamo a comprendere le resistenze di Palazzo Carafa a fare altrettanto. Non vorremmo che, come successo con i Boc, Via Brenta ed il filobus, quando l’opposizione fu inascoltata, tra qualche tempo la Corte dei Conti dovesse accertare che l’operazione alienazione degli immobili si sarà rivelata un gigantesco danno alle casse comunali”.

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