Lecce. Secondo il suo legale non venne applicata la norma più favorevole all’imputato. La decisione spetta ai giudici della Corte d’Assise
LECCE – Potrebbe tornare libero, nella migliore delle ipotesi, entro il 2016, Giovanni Pucci,l’assassino di Maria Monteduro, la dottoressa 40enne di Guardia di medica uccisa nella notte tra il 24 ed il 25 aprile 1999 con colpi di cacciavite sulla fronte mentre prestava servizio preso la sede di Gagliano del Capo. E’ l’esito dell’“incidente di esecuzione” di ieri mattina nell’aula bunker davanti ai giudici della Corte d’Assise. Il pm Guglielmo Cataldi ha chiesto l’accoglimento dell’istanza dell’avvocato difensore di Pucci, Luca Puce, che ha invocato per l’imputato il beneficio dello sconto di pena previsto per l’abbreviato, ovvero che si applicasse il principio della norma processuale più favorevole all’imputato. La decisione spetta ai giudici Roberto Tanisi e Francesca Mariano, presidente e giudice a latere della Corte d’Assise. La tesi dell’avvocato difensore Luca Puce è la seguente: all’epoca del processo Pucci chiese di essere giudicato con rito abbreviato, ma durante il processo venne considerata una nuova norma basata sul principio che, in caso di condanna, lo sconto a 30 anni non poteva essere concesso dal momento che l’imputato rispondeva, oltre all’omicidio, anche del reato di sequestro di persona, perché costrinse la dottoressa a salire nella sua auto per portarla nella compagna dove l’avrebbe poi uccisa. Secondo il legale di Pucci i giudici di allora non applicarono la norma più favorevole. Ma perché Pucci potrebbe uscire di prigione nel 2016? Perché su 30 anni di pena, 13 li ha già scontati. Altri tre potrebbero essere depennati con l’indulto e altri sette tramite gli abbuoni concessi ogni anno ai detenuti di buona condotta. Restano sette anni e gli ultimi tre si possono scontare con misure alternative. Ma, come detto, questa è solo la più rosea delle ipotesi.
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