Cinque operai in nero nella ditta che produce per Gucci

Lecce. L’attività è stata bloccata e riprenderà solo quando i lavoratori saranno regolarizzati e sarà pagata la sanzione di quasi 21mila euro prevista

LECCE – Ancora gravi irregolarità accertate dai funzionari ispettivi e dai Carabinieri del Nil (Nucleo ispettorato del lavoro) di Lecce. Questa volta l’attenzione degli ispettori si è concentrata sull’attività svolta da una fabbrica di confezioni di abbigliamento di un Comune del Sud Salento, impegnata nella produzione di capi per alcune note griffe nazionali fra cui Gucci. Dalla consultazione delle banche dati a disposizione degli inquirenti, in particolare di quelle gestite dall’Inps e dal Ministero del Lavoro che monitora il flusso occupazionale attraverso le Comunicazioni obbligatorie di assunzione, è stato accertato che l’azienda ispezionata aveva fatto ricorso ad una serie sospetta di licenziamenti e che alcuni fra i dipendenti licenziati erano stati messi in mobilità. Inoltre, in passato, durante un tentativo di conciliazione fra la ditta ed un lavoratore, gli ispettori avevano avuto occasione di effettuare delle prime ispezioni in azienda, durante le quali avevano individuato due lavoratrici “in nero” su un totale di dodici dipendenti. La sensazione dei funzionari operanti era stata, tuttavia, che il fenomeno fosse ancora più vasto. Sono quindi tornati in azienda; presto i dubbi sono diventati certezze quando, dopo aver citofonato, il cancello d’ingresso è rimasto chiuso, mentre dalle porte laterali è iniziato un fuggi-fuggi generale di dipendenti che però è stato bloccato sul nascere dall’intervento degli altri ispettori che controllavano le strade secondarie. Il risultato è stato che cinque operai su dieci sono risultati completamente in nero, mentre sono ancora al vaglio degli ispettori le posizioni degli altri cinque, per accertare eventuali violazioni in materia di orario di lavoro, tenuta e registrazioni sul Libro Unico del Lavoro ed altro. Da un primo esame della documentazione contabile ed extracontabile acquisita nel corso dell’ispezione, risulta che fra i cinque lavoratori in nero, alcuni erano stati effettivamente occupati a partire dal mese di settembre–ottobre del 2011, mentre uno addirittura dal marzo dello stesso anno. I cinque lavoratori in nero, assieme al titolare della ditta ispezionata, saranno denunciati all’Autorità Giudiziaria competente per il reato di truffa aggravata ai danni dell’Inps, avendo continuato a percepire l’indennità di mobilità e quella di disoccupazione, mentre avevano continuato tranquillamente a lavorare, con la complicità interessata del datore di lavoro. L’attività dell’azienda è stata sospesa e sarà riavviata solo quando le posizioni dei lavoratori saranno state regolarizzate e sarà stata pagata la sanzione “una tantum” di 1.500 euro. Pesante per l’imprenditore sarà l’importo delle sanzioni da pagare, quantificate in 20.710 euro per lavoro nero ed altro, mentre si aggirano intorno ai 14mila euro i contributi previdenziali, assistenziali e i premi assicurativi evasi, maggiorati delle sanzioni civili, che verranno applicate dall’Inps e dall’Inail, senza contare le violazioni di carattere fiscale che saranno contestate dalla Guardia di Finanza, a cui l’Ispettorato del Lavoro ha trasmesso gli atti per competenza.

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