Accanto al parco, il cemento cancella la storia

IL REPORTAGE. Soleto. Strade e case hanno rosicchiato l’antica città. Intanto l’area archeologica resta chiusa al pubblico

SOLETO – Al centro il parco archeologico. Tutto intorno, le strade che hanno tagliato la memoria messapica, e poi romana, dell’antica città, e le case dei privati che sono sorte sui terreni che il Comune ha messo in vendita. Accanto al parco. Accanto ai preziosi ritrovamenti che continuano ad affiorare dal sottosuolo e che ricordano che il passato non è morto. Tutt’altro. La storia di Soleto è la storia di un’occasione persa. L’occasione per valorizzare il territorio, per renderlo motivo di attrazione da parte di turisti, studiosi, appassionati. Invece è stato più semplice far cassa, vendendo i terreni ed autorizzando le costruzioni, piuttosto che apporre vincoli ed impedire interventi che potessero mettere in pericolo le testimonianze di ieri. Proprio al “caso Soleto” ha fatto riferimento Francesco D’Andria, direttore della scuola superiore Isufi, indicandolo come esempio di mancata tutela del patrimonio archeologico, quando ha ribadito, nelle scorse settimane, la necessità che tutti gli Enti del territorio si muovano insieme per chiedere il vincolo archeologico nella zona di Vaste, dove il Comune ha messo in vendita i terreni accanto al parco archeologico ma si è ancora in tempo per fermare l’avanzamento del cemento. A Soleto l’antica città messapica coincide l’attuale perimetro del Comune. Costruire sulla storia è praticamente inevitabile. Nonostante ciò sia noto da tempo – da circa 25 anni hanno preso il via le campagne di scavo – non esiste alcun tipo di regolamentazione all’attività edificatoria o vincolo per il territorio. Basta fare un giro nelle vicinanze del parco, in zona Fontanelle, per rendersi conto del disinteresse che viene riservato alla salvaguardia ed alla valorizzazione del patrimonio storico.

Soleto, parco archeologico 1

Il “Parco archeologico messapico” è nato nel 2009 ma non è stato mai aperto al pubblico. Dovrebbe infatti comprendere le antiche mura interne della Soleto messapica, ma queste ricadono in una particella di terreno privata, che il Comune dovrebbe acquistare. In attesa che ciò avvenga, l’area rimane inaccessibile. Si può ammirare da fuori, attraverso la recinzione in metallo. Ci sono passamano in legno, ormai rovinati, che quindi andrebbero sostituiti; erbacce cresciute in maniera incontrollata dappertutto; e plance che avrebbero dovuto contenere i cartelli informativi, rimaste vuote.

Soleto tombe 2

Eppure si tratta di una zona di grande pregio perché vi ricadono abitazioni messapiche (IV secolo a. C.) adiacenti alle mura; tombe collettive, come da usanza messapica, nelle quali sono stati trovati più di dieci defunti. Un tempo, vi era anche la porta della città messapica, poi distrutta, ancora prima che venisse intrapreso l’iter di istituzione del parco; un paio di capanne arcaiche (VIII-VII secolo a. C.).

Soleto orto

Tra l'antico monastero della Madonna delle Grazie ed un orto periurbano è stata realizzata una strada che ha distrutto tutto ciò che c’era sul suo percorso. Della recinzione dell’antico orto resta solo una parte di portale.

Soleto colonne

Collegato al portale dell’orto, vi era un colonnato a pergola e colonne tipiche di ingresso con due edicole votive poste sulle colonne, oramai devastato. Oggi le colonne rimaste ricadono in un terreno privato. I lavori in corso (si vedono le pale meccaniche) potrebbero distruggerle per sempre.

Soleto scavi

A due passi dalla recinzione del parco, sempre in zona Fontanelle, è stato ritrovato di recente un quartiere messapico che verrà probabilmente nuovamente coperto per non esporre i reperti alle intemperie. Poi chissà, forse se ne perderà memoria. Forse non è un caso se Italia Nostra ha, lo scorso anno, ha “insignito” l'attuale sindaco e di riflesso il Comune di Soleto del premio “Attila“. Articolo correlato: Terreni in vendita accanto al parco. I ‘Guerrieri' sono inermi

Sostieni il Tacco d’Italia!

Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.

Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.

Grazie
Marilù Mastrogiovanni

SOSTIENICI ADESSO CON PAYPAL

------

O TRAMITE L'IBAN

IT43I0526204000CC0021181120

------

Oppure aderisci al nostro crowdfunding

Leave a Comment