Lecce. +5,3% rispetto al 2009. I sindacati parlano di emergenza abitativa e chiedono una proroga per le situazioni più gravi
LECCE – Vengono definiti “sfratti per morosità incolpevole” ovvero determinata dalla perdita del posto di lavoro e dall’impossibilità di pagare l’affitto. In Italia hanno raggiunto l’86% del totale. A Lecce nell’ultimo anno hanno registrato un incremento del 5,3% rispetto al 2009. Si acuiscono in tutto il Paese i disagi abitativi, tanto che i sindacati del Sunia, Sicet e Uniat oggi hanno lanciato l’allarme su una vera e propria emergenza che riguarda la domanda abitativa primaria per migliaia di famiglie, pensionati, giovani, immigrati. L’aggravarsi delle condizioni economiche delle famiglie registrata in questi anni, con la prospettiva di una situazione economica e sociale del Paese che peggiorerà e l’inefficacia delle politiche sul settore, fanno della questione urbana e dell’abitare una priorità che va affrontata con soluzioni adeguate. Il 31 dicembre scade il termine della proroga sugli sfratti esecutivi per morosità incolpevole. Centinaia di famiglie per le quali è stato già emesso il provvedimento esecutivo potrebbero trovarsi senza casa dal giorno dopo. A Lecce i sindacati di tutela degli inquilini stamattina hanno oorganizzato un sit-in di protesta davanti alla sede della Prefettura, con distribuzione di volantini informativi per i cittadini. L’iniziativa rientra nell’ambito della giornata nazionale contro gli sfratti abitativi indetta da Sunia, Sicet e Uniat. Ciò che i sindacati chiedono è di rinnovare la proroga degli sfratti per quelle situazioni sociali ed economiche particolarmente gravi previste dalla legge come il reddito annuo lordo complessivo familiare inferiore a 27mila euro; nuclei familiari con figli fiscalmente a carico o con persone ultra sessantacinquenni; malati terminali o portatori di handicap con invalidità superiore al 66%. Si chiede inoltre la ricontrattazione del canone di affitto e la previsione del rientro programmato delle morosità pregresse attraverso un apposito fondo di garanzia a livello nazionale. “La difficoltà di sostenere il pagamento di un affitto interessa ormai gran parte delle persone che abitano in affitto – dice Antonella Cazzato, segretaria confederale Cgil Lecce che sostiene la battaglia di Sunia, Sicet ed Uniat -: oltre il 70% delle famiglie in affitto hanno un reddito inferiore a 30mila euro, 3 milioni di giovani fra i 25 ed i 36 anni continuano a vivere con i genitori, oltre tre milioni di migranti vivono condizioni di sovraffollamento e di disagio abitativo. Le scelte politiche di questi anni hanno azzerato il Fondo di sostegno all’affitto (le ultime risorse risalgono al 2008 e non sono previsti stanziamenti per i prossimi anni), la “cedolare secca” rischia di cancellare il canone concordato, gli investimenti sull’edilizia residenziale pubblica o sul recupero e ristrutturazione degli immobili sono insufficienti”. La Cgil ritiene necessario un Patto Sociale per il diritto delle persone all’abitazione, l’impinguamento del fondo nazionale per gli affitti e l’aumento dell’offerta di alloggi a canone sostenibile, attraverso la deduzione fiscale degli affitti e con un piano straordinario di investimenti che rilanci l’edilizia sociale da destinare alle famiglie, agli anziani, alle giovani coppie, agli immigrati.