Brindisi. L’organizzazione criminale avrebbe provveduto a smistare ingenti quantitativi di cocaina, hashish ed eroina albanese nelle province di Brindisi e Lecce
BRINDISI – Alle prime luci dell’alba di oggi, la Divisione investigativa antimafia di Lecce e Bari, ha dato esecuzione a undici ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettante persone residenti in provincia di Brindisi. Su tutti, la pesante accusa, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata all'illecita detenzione e vendita di sostanze stupefacenti, spaccio di droga e detenzione e porto illegale di armi da fuoco. La presunta organizzazione criminale, insediata nel capoluogo brindisino e capeggiata da elementi di spicco della frangia locale della Sacra corona unita, avrebbe provveduto a smistare ingenti quantitativi di cocaina, hashish ed eroina albanese nelle province di Brindisi e Lecce, gestendo quasi in regime di monopolio il mercato di eroina, forte del potere di intimidazione in grado di esercitare anche nei confronti degli altri gruppi criminali operativi in città. In manette sono finiti: Mario Andriola, 52enne; Sandro Antonino, 29enne; Cosimo Carrisi, 34enne; Antonio Guzzo, 30enne; Giovanni Gerardi, 35enne; Tommaso Marsella, 39enne; Francesco Nardelli, 42enne, Umberto Perrucci, 42enne; Francesco Santonastasio, 60enne; Cosimo Schena, 39enne; Nicola Chirico, 42enne. Altre sette persone, ritenuti vicine alla Scu, sono indagate in stato di libertà per gli stessi reati. L'operazione è stata illustrata oggi alla presenza di Cataldo Motta, procuratore della Repubblica, ed è strettamente collegata all’operazione “Berat-Dia” che, nel 2007, portò all'arresto dei fratelli albanesi Lekli e di diversi brindisini, accusati di traffico di stupefacenti dall’Albania.