Occupazione, crescita del 4,3%

Lecce. Segnali positivi per l’economia del Salento. L’analisi del presidente della Provincia Antonio Gabellone

Di Antonio Gabellone* I dati ufficiali sull’occupazione dell’ISTAT sono disponibili a livello nazionale con cadenza mensile, a livello regionale con cadenza trimestrale e a livello provinciale, infine, come media d’anno. Come abbiamo letto dalla stampa per questi dati il numero medio di occupati in Puglia nel secondo trimestre 2011 è stato pari a un milione e 259,2 mila unità, con un incremento di 49 mila unità rispetto al numero di occupati registrato nel primo trimestre 2011 (un milione e 1.209,8 mila). Il dato è confortante, sebbene nella sua interpretazione non si possa prescindere dal tener conto della stagionalità che nell’arco dell’anno caratterizza sistematicamente i fenomeni occupazionali della Puglia. Per via di questa stagionalità ogni anno i dati del secondo trimestre risultano marcatamente superiori rispetto ai dati del primo trimestre, e questo fenomeno si è costantemente ripetuto anche negli anni caratterizzati da crisi occupazionale. Nel corso del 2010, per esempio, il numero medio di occupati del secondo trimestre 2010 risultò superiore di 43 mila unità rispetto al numero di occupati del 1° trimestre. In realtà considerando il dato medio riferito all’intero 2010, quindi decurtato dell’influenza stagionale, si registrò rispetto al 2009 una perdita nel numero medio di occupati pari a circa 14,5 mila unità. L’occupazione in provincia di Lecce Doverosa premessa, questa, per definire ben più confortanti e sostanziali, a mio parere, gli indici di crescita e di sviluppo singoli della sola provincia di Lecce. La banca dati dei Centri per l’Impiego della Provincia di Lecce ci ha consentito in questi giorni l’analisi completa di tutti i rapporti di lavoro avviati e cessati nel periodo Gennaio – Agosto 2011. In questo periodo si sono registrati in tutto 118.006 nuovi rapporti di lavoro. Di essi la quota preponderante attiene ai rapporti di lavoro a tempo determinato (74,1% del totale), mentre il 14,6% riguarda contratti a tempo indeterminato. Seguono i contratti a progetto (5,7%), i contratti di apprendistato (1,9%) e le altre forme contrattuali (3,7%). Comparando i rapporti di lavoro iniziati nel periodo gennaio-agosto 2011 con i licenziamenti dello stesso periodo si rileva uno scarto positivo pari a +33.658 contratti. Il saldo positivo è da attribuirsi prevalentemente ai contratti di lavoro a tempo determinato che mostrano un differenziale positivo pari a +25.506 contratti. Con riferimento ai rapporti di lavoro a tempo indeterminato, i saldi negativi tra avviamenti e cessazioni si registrano soprattutto nell’ambito dell’industria manifatturiera, per la quale si contano, nel periodo considerato, 1.960 avviamenti a fronte di 2.535 cessazioni. Un confronto tra il numero di contratti di lavoro avviati/cessati nel periodo gennaio-agosto 2011 con i contratti avviati/cessati nel periodo gennaio-agosto 2010 fa emergere un incremento nel numero di nuovi occupati del +4,3%. I dati provenienti poi dal Registro delle Imprese tenuto presso la Camera di Commercio di Lecce hanno consentito di mettere in evidenza la dinamica imprenditoriale nel periodo giugno 2010 – giugno 2011, sicuramente connessa all’andamento occupazionale nello stesso periodo. Nel giugno 2011 risultano attive in provincia di Lecce 63.366 imprese che, confrontate con le 62.210 imprese attive nel giugno 2010, mostrano nell’ultimo anno un incremento pari al +1,9%, corrispondente a +1.156 unità. In questo senso la provincia di Lecce si è mostrata maggiormente dinamica rispetto alla media pugliese, che nello stesso periodo ha registrato un incremento pari al +0,5%, ed alla media italiana che mostra una situazione di sostanziale stabilità tra giugno 2011 e giugno 2010. Il comparto più dinamico è sicuramente quello dei servizi, che registra una variazione del +3,4%, ed in particolare quello turistico (+4,6%). Anche nel comparto industriale si è registrato un aumento del +1,0% nel numero delle imprese, mentre nel comparto agricolo si è avuta una riduzione del 0,2%. Come noto il tessuto imprenditoriale della provincia di Lecce è costituito prevalentemente da imprese individuali (76,8% del totale), ed in misura ridotta da società di capitale (11,5%), società di persone (9,3%) e da altre forme giuridiche (2,4%). Relativamente alla forma giuridica delle imprese è interessante osservare che nel periodo considerato il maggior dinamismo ha riguardato le società di capitale, ossia le forme societarie maggiormente strutturate, che sono aumentate del +6,7%. I dati finora riportati e l’analisi condotta vanno letti anche alla luce di quanto è accaduto nella provincia di Lecce nel corso del 2010, in modo da tenere conto di quella che è stata la “situazione di partenza” dell’economia locale all’inizio del 2011. Nell’anno 2010 i dati ISTAT riferiti alla provincia di Lecce hanno registrato una media annua di circa 240 mila occupati corrispondenti ad un tasso di occupazione del 44,4%. Si tratta di un tasso di occupazione complessiva che ha rispettato in pieno il dato regionale (anch’esso 44,4%) e, nel confronto con le altre province pugliesi, risulta secondo solo al dato di Bari (47,2%) risultando superiore a quello delle restanti province di Puglia. Sono dati che fanno ben sperare, che non ci fanno affatto dormire sugli allori come se fossero un successo ottenuto e non migliorabile; lanciano anzi un raggio di sole intenso e non più solo tiepido sullo sviluppo e sulla “ripartenza” economico-occupazionale del Salento e della provincia di Lecce. Questo territorio sta crescendo, con l’aiuto delle altre istituzioni locali, ma con la “regia” attiva, sempre più attenta, propositiva e capace di incidere della Provincia di Lecce. È un Salento che continua a fare “sistema”, istituzioni, organizzazioni di categoria, sindacati, associazioni datoriali tutte. Questo “sistema”, unito, come dimostrano questi dati e questi mesi di lavoro intenso può ottenere risultati sempre più apprezzabili. La nostra, poi, si conferma un’Amministrazione Provinciale che lavora lontana dai facili proclami, dai trionfalismi, legata ai risultati e ad una costante operosità.

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